The 100 – Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalittico 2


The 100 - Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalitticoThe 100 è una serie TV statunitense, composta da 100 episodi, andata in onda dal 2014 al 2020 su The CW, Premium Action e in seguito Italia 1. Il suo ideatore e produttore Jason Rothenberg ha tratto ispirazione dall’omonima serie di romanzi di Kass Morgan, pubblicati a partire dal 2013.

La serie ha come base di partenza i quattro capitoli della saga di K. Morgan: lo show ha variato e ampliato notevolmente la trama originariamente concepita dall’autrice, arricchendola e rendendola più avvincente. Infatti la trasposizione ha aumentato gli scenari dell’universo di The 100 – calandosi maggiormente nel genere fantascientifico – e si è focalizzata su un numero maggiore di personaggi, creandoli o sviluppandoli più a fondo. Il genere in cui si colloca lo show è una fusione tra azione e distopico, ma spazia anche tra il drammatico, l’avventuroso e il già citato fantascientifico.

The 100 inizia con il racconto di Clarke Griffin, una ragazza di 17 anni che vive su una grande stazione spaziale chiamata “Arca”. La Terra è stata distrutta 97 anni prima da un’apocalisse nucleare, motivo per cui i discendenti dei sopravvissuti hanno creato una società spaziale governata da un cancelliere e un Consiglio, che prendono decisioni su ogni aspetto della vita. Clarke chiarisce subito che il progetto è che l’Arca rimanga in orbita per altri 100 anni, il tempo stimato perché la Terra ritorni abitabile. Per questo motivo la vita sull’Arca è regolata da disposizioni molto rigide, tutte le risorse sono razionate e ogni crimine – anche il più piccolo – è punito con la morte; l’unica eccezione è rappresentata dai criminali minorenni, che vengono imprigionati e poi eiettati solo al compimento della maggiore età. Clarke e altri 99 ragazzi rinchiusi nella “Prigione del cielo” vengono scelti per essere inviati sulla Terra, al fine di scoprire se è abitabile. Il motivo è semplice: le risorse stanno terminando molto più rapidamente del previsto ed è necessario trovare un’altra casa per garantire la sopravvivenza dell’umanità.

The 100 - Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalittico

Lo show è composto da 7 stagioni e ogni puntata dura circa 40 minuti, durata che consente di godersi ogni episodio come se fosse un piccolo capitolo, senza che la visione risulti appesantita. È da precisare che almeno in fase iniziale The 100 non rende giustizia a se stessa: nelle prime puntate la trama risulta un po’ mainstream. Questo commento si può tranquillamente estendere all’intera prima stagione, in cui troviamo una storia abbastanza “classica”, tipica di tutte quelle serie TV con scenario post apocalittico, simile a quello di altri prodotti che si posizionano nel genere distopico/azione.
Tuttavia proseguendo nella visione – dando un po’ di fiducia a questa serie – il racconto ingrana e diviene più corposo e articolato, tant’è che si scopre un prodotto davvero ben realizzato. Questo è il motivo per cui è bene passare oltre la prima impressione: The 100 acquisisce un ritmo incalzante dalla seconda stagione in poi.

Grazie all’entrata in scena di nuovi personaggi o una più profonda focalizzazione su quelli già presenti – e tutte le relative storie parallele -, a innumerevoli flashback e una serie di cliffhanger posizionati ad hoc tra le puntate, lo show diventa sempre più coinvolgente. La maestria degli sceneggiatori risiede nel creare costantemente l’azione, lasciando il pubblico con il fiato sospeso e in preda all’incertezza per gli sviluppi futuri, introducendo velocemente nuovi elementi: tutto questo fa sì che una puntata tiri l’altra, letteralmente.

Tutte le stagioni sono fondamentali ai fini della trama globale, e ogni episodio svela dei piccoli particolari aggiuntivi, necessari per chiarire scene del passato o per fornire input fondamentali a situazioni che si verificheranno in futuro. Può trattarsi in molti casi di minuzie, perciò in apparenza alcuni passaggi possono apparire poco limpidi, ragione per cui è davvero necessario prestare attenzione ai dettagli. Questo da un certo punto di vista può essere un fattore negativo, perché The 100 richiede un certo impegno: non è uno show lineare e leggero, e questo deve essere chiaro a chi approccia a questa serie TV.The 100 - Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalittico
Proseguendo nella visione infatti si fa sempre più forte l’alternanza di scenari, che permette di portare avanti le storie di più personaggi in parallelo: la trama diventa via via decisamente più dinamica, e proprio l’alternanza di focalizzazione – che dà un bel valore aggiunto, arricchendo la serie – richiede la giusta concentrazione al fine di rimanere al passo con i diversi filoni narrativi. In alcune stagioni diventa davvero complesso stare dietro alle diverse vicende dei personaggi e alla trama così intricata, fattore che a tratti può rendere The 100 un po’ confusionaria. D’altro canto la scelta di portare avanti storie parallele è essenziale per non far cadere nel vuoto le linee narrative, che sarebbe stato impossibile tagliare o peggio abbandonare.

Va infatti considerato che molti personaggi hanno un ruolo che nel corso del tempo si rivela fondamentale: la protagonista è Clarke Griffin (Eliza Taylor), ma non è mai l’unico personaggio centrale. Al contrario sappiamo sin dal pilot che Octavia (Marie Avgeropoulos) e Bellamy (Bob Morley), ma anche la dottoressa Abby Griffin (Paige Turco) si affiancheranno assumendo un ruolo di rilievo nella vicenda, con i loro caratteri forti e il loro contributo, fondamentale nel corso di innumerevoli situazioni. Altre personalità emergono già nel corso della prima stagione e successivamente si aggiungono altri protagonisti presenti sin dalla prima stagione, ma con una focalizzazione iniziata solo successivamente.
Si potrebbe cadere nell’errore di pensare che la serie tiri un po’ in lungo il destino di alcuni soggetti, ma nel corso delle annate si chiariscono numerose scelte, facendo comprendere al pubblico come ogni personaggio approfondito sia effettivamente un tassello fondamentale per realizzare una sorta di puzzle completo.
Tra i tanti personaggi che vanno e vengono, è impossibile non affezionarsi ai protagonisti: il merito va indubbiamente agli attori, capaci di interpretare al meglio le mille sfaccettature e soprattutto il processo di crescita personale, maturazione – o comunque cambiamento – del proprio personaggio.

The 100 - Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalitticoUn fattore decisamente positivo di The 100 è proprio la capacità di rendere i personaggi profondamente umani, delineando per ognuno un carattere proprio, spesso in via di definizione e non sempre perfetto. Vengono rappresentate le personali modalità di affrontare ciò che accade in base al vissuto e al carattere di ciascuno, il che rende semplice il processo di affezione.
Oltre all’espressione dell’eroismo e del coraggio dei protagonisti, una scelta non scontata è quella di lasciare spazio anche ai momenti di debolezza, cattiveria e ferocia, e reazioni inaspettate o estremamente negative, al punto da creare una sorta di sentimento di delusione verso il proprio personaggio preferito. Non sono tutti buoni e bravi, sono umani catapultati in uno scenario distopico, e la storia li vede vivere per anni in condizioni al limite della sopravvivenza: per questo motivo è apprezzabile che emergano delle condotte non sempre stimabili, ma che rendono sicuramente più realistico il personaggio.

Accanto al realismo dei personaggi, ovviamente nei limiti consentiti da una serie TV a carattere fantascientifico, abbiamo un elemento che sostiene in modo deciso la narrazione: le ambientazioni. La trama richiede una forte integrazione tra natura e tecnologia: vi è così la possibilità di creare come sfondo della storia degli scenari – reali o creati appositamente – davvero particolari. La fotografia esalta ulteriormente gli ambienti, conferendo loro maggior carattere e ponendoli in contrasto con i protagonisti. Questi ultimi sono spesso antitesi della bellezza e della perfezione dei luoghi in cui si trovano, luoghi che rispecchiano ben poco le società imperfette che li abitano. The 100 consente al pubblico di entrare in un vero e proprio mondo nuovo: tra tribù e popoli, lingue, tradizioni e leggi terrestri e spaziali, il tuffo nell’universo creato da J. Rothenberg è spettacolare quanto impegnativo.

Visto il successo della serie, nell’ottobre 2019 è stata annunciata la volontà di realizzare uno spin-off, nello specifico un prequel focalizzato sull’apocalisse nucleare e gli anni successivi, sicuramente interessante e funzionale alla comprensione della trama, utile per avere una visione d’insieme dell’universo di The 100. Lo show ha un finale volutamente e decisamente conclusivo, motivo per cui un sequel non avrebbe avuto alcun tipo di senso.
The 100 - Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalitticoLa decisione di puntare a un prequel – il cui titolo pare sarà The 100: Second Dawn – è ben ponderata, e proprio l’11 luglio di quest’anno è stata confermata la volontà di The CW di realizzarlo. Il backdoor pilot del prequel era stato rilasciato come ottava puntata dell’ultima stagione e aveva ottenuto un buon successo, oltre a fornire alcune spiegazioni fondamentali fino a quel punto lasciate in sospeso. L’episodio “Anaconda” ha sicuramente creato un buon senso di aspettativa, ma sarà necessario aspettare, infatti si ipotizza che il prequel verrà rilasciato tra il 2022 e il 2023.

Nonostante la qualità della serie, The 100 è sicuramente uno degli show più sottovalutati degli ultimi anni, tant’è che è addirittura stato candidato agli E! Online Awards del 2015 come “miglior serie sottovalutata”. È una serie avvincente, che non annoia nonostante le 7 stagioni e riesce a coinvolgere, grazie a elementi già citati come la bravura degli attori, le ambientazioni e la trama davvero articolata, ma anche perché non sempre avviene ciò che ci si aspetta o si spera.
Proprio per questo The 100 riesce a motivare costantemente la prosecuzione della visione, perché non può non far nascere la curiosità di vedere cosa accade, come e se si corregge il tiro, come e se i filoni narrativi paralleli arriveranno a intersecarsi. La nota davvero positiva è che la trama non va mai fuori contesto, raramente lascia senza spiegazioni e difficilmente tira per le lunghe passaggi o personaggi senza motivo (anche se l’apparenza può dare un’impressione di questo tipo): è una serie che non stanca, ma anzi è costantemente entusiasmante, fino alla fine.

In breve The 100 è perfetta per tutti gli appassionati dei generi fantascienza/distopico, ma anche azione e survivor. È una serie TV adatta a un binge-watching estivo ma anche per essere assaporata con maggior tranquillità, purché sia chiara la necessità di impegnarsi in una visione attenta se si vuole comprendere la trama. Bisogna darle fiducia in partenza, poi sarà in grado di coinvolgere appieno. Vi affezionerete ai personaggi – che vi resteranno nel cuore a lungo – come fossero vostri amici, e quando la finirete vi mancherà assistere alla continua e avvincente lotta alla sopravvivenza rappresentata nella serie.

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2 commenti su “The 100 – Sfida alla sopravvivenza in un mondo post-apocalittico

  • Federica

    A parte la seconda e terza stagione, non è che sia stata questa serie memorabile. Vero che ho smesso di vederla a metà della quinta, ma, a mio parere, il contesto fantascientifico è molto carente, cosa che viene oscurata comunque dalla storia e dai personaggi, che risulta comunque avvincente.

     
  • Francesca

    Io sono in questo momento impegnata con la terza stagione che, devo dire, non riesce ad incollarmi. Ci sono idee interessanti e non scontate, ma tutte le guerre e le ambientazioni a la Game of Thrones appaiono un po’ respingenti (almeno per me…sebbene abbia amato GOT, anzi, forse proprio per quello). Insomma, la visione ininterrotta, proprio per la capacità di tenere incollati (quasi una droga, con assuefazione annessa), ma superficiale che mi suscita non me la fa annoverare tra le preferite. Spero nelle prossime stagioni…