The Gilded Age – 1×01 Never the New


The Gilded Age - 1x01 Never the NewChi ha seguito ed amato le vicende della famiglia Crawley in Downton Abbey non poteva che aspettare con entusiasmo l’entrata in scena della nuova serie di Julian Fellowes. Originalmente annunciata per NBC e trasferita poi su HBO, il nuovo show ha in comune con il precedente tantissimi aspetti; tuttavia, durante la visione di questo pilot, si capisce subito che The Gilded Age prende la sua strada piuttosto velocemente, mostrandoci contesti e personaggi che si distanziano molto da quelli di Downton Abbey, anche se non poi così lontani cronologicamente.

Lo show è infatti ambientato nel 1882, non molto prima dunque rispetto agli eventi della famiglia Crawley, che partono nel 1912. Risulta da ciò inevitabile aspettarsi una qualche correlazione fra le due serie, specialmente se si pensa che originalmente Fellowes aveva proprio intenzione di creare un prequel di Downton Abbey concentrandosi sulla storia romantica fra Lord Grantham e Cora. A prescindere dai numerosi e possibili agganci che potrebbero presentarsi nelle prossime puntate con i Crawley (è da non dimenticare che Cora è americana), c’è da segnalare che “Never the New” conquista presto la sua personale dimensione, e questo non solo per l’ovvia introduzione di nuove storie e personaggi, ma soprattutto perché The Gilded Age decide di presentarci la New York di quegli anni (ricordati appunto come “l’Età dell’Oro”), che presentano delle peculiarità storiche molto diverse dalla britannica Downton Abbey.

The Gilded Age - 1x01 Never the NewLa New York del 1882 sta infatti attraversando numerosi cambiamenti sociali: la rivoluzione industriale ha dato il via alla nascita di una nuova classe di ricchi che non solo si distanzia dallo stile di vita delle altolocate e tradizionali famiglie che hanno vissuto nella città da generazioni, ma sfida questa stessa eredità, presentandosi come il futuro economico e sociale di New York, minacciando dunque di soppiantare lo storico peso sociale ed economico della classe originale: è proprio in questa lotta fra il mondo vecchio e il mondo nuovo che The Gilded Age compie i suoi primi passi. E li compie nell’elegante e lussuoso quartiere della 61esima strada, dove i vecchi equilibri vengono scombussolati proprio con l’arrivo di una delle famiglie rappresentanti la nuova ricchezza: i Russell. George Russell (Morgan Spector), proprietario di una compagnia ferroviaria, è impaziente di accrescere ulteriormente la sua influenza economica, mentre la moglie Bertha, interpretata da un’ottima Carrie Coon, è ossessionata dal suo desiderio di entrare a tutti gli effetti ai vertici della società newyorkese. Nonostante la loro immensa ricchezza e la curiosità che hanno suscitato in tutto il quartiere, i Russell scopriranno ben presto che non sarà facile essere accettati pacificamente dall’élite tradizionale di New York.

Quest’ultima è rappresentata, proprio dall’altro lato della strada in cui i Russell hanno costruito la loro mastodontica abitazione, dalle sorelle Agnes Van Rhijn e Ada Brook. Agnes, interpretata da un’irresistibile Christine Baranski, è un’ereditiera olandese fieramente fedele ai vecchi valori di New York che, come spesso accade in questi casi, si aggrappa con ancora più fermezza alla rigidità delle sue tradizioni nel momento in cui queste sono messe in discussione dall’arrivo dei Russell; Ada (interpretata da Cynthia Nixon), di temperamento più docile, cerca di scalfire senza successo la rigidità della sorella. I dialoghi fra le due sono, ad ora, uno degli elementi più spassosi di The Gilded Age: se si vuole fare un confronto con Downton Abbey, la rigidità di Agnes tende a ricordare un po’ quella dell’iconica Violet (Maggie Smith), così come il suo ostinato attaccamento alle vecchie tradizioni.

The Gilded Age - 1x01 Never the NewMa le vere protagoniste del nuovo show sono rappresentate da due outsider, che si trovano a New York quasi per caso e che non sentono di appartenere davvero a nessuno di questi due mondi che si contrappongono. La prima è Marian Brook – interpretata da Louisa Jacobson – la nipote di Agnes e Ada: a seguito della morte del padre, che l’ha lasciata senza alcuna disponibilità economica, la giovane è costretta a trasferirsi nella casa delle sorelle, dove dovrà adeguarsi ai rigidi standard di Agnes che, alla luce dell’arrivo dei Russell, è ancora più intransigente. L’altra è, invece, Peggy Scott (Denée Benton) una giovane ragazza nera che stringe subito amicizia con Marion e che segue con ambizione il suo desiderio di diventare una scrittrice in un periodo e in un luogo che presenta non solo una crescente diseguaglianza economica fra ricchi e poveri, ma anche un profondo razzismo. La sua storyline rappresenta una felice eccezione nel campo degli historical drama ambientati in quel periodo, che raramente offrono una rappresentazione dettagliata della vita e delle condizioni degli afroamericani del tempo. L’amicizia fra le due giovani è uno degli aspetti più promettenti della serie, proprio perché entrambe si ribellano al background che impone loro delle posizioni ben precise e trovano terreno comune in questa loro insofferenza che sicuramente sarà il trampolino di lancio di tanti risvolti della trama nelle prossime puntate.

L’eleganza della regia e la cura dei dettagli che hanno sempre contraddistinto i lavori di Julian Fellowes non vengono a mancare neanche in questa nuova serie, che saprà sicuramente soddisfare chi ama immergersi in epoche passate. La dettagliata fedeltà storica è presente non solo nella trama e nei dialoghi, ma anche e soprattutto dell’estetica, nei costumi e nelle ambientazioni dello show, che fanno rivivere con successo sui nostri schermi le bellezze e i mali dell’epoca. È uno sguardo che riesce ad essere così fedele anche per la messa in luce del mondo della servitù che – così come è stato in Downton Abbey – si rivela un elemento preziosissimo per donarci una visione complessiva ed intuitiva delle diseguaglianze economiche e sociali del tempo, sottolineando tutte le sue contraddizioni. Nella costruzione tentacolare di “Never the New” l’ambiente della servitù ha avuto il tempo per poter essere soltanto introdotto, ma è legittimo aspettarsi che anche questo avrà una grande importanza nelle prossime puntate.

The Gilded Age - 1x01 Never the NewNell’approcciarsi alla visione dello show è piuttosto inevitabile comparare il nuovo lavoro di Fellowes con quello di Downton Abbey e uno dei rischi maggiori di The Gilded Age è proprio quello di rivelarsi una sorta di copia nostalgica dell’altra. Un solo episodio di novanta minuti, ovviamente, non può bastare per fare un confronto di questo tipo, ma non risulta difficile notare che, già da adesso e nonostante i numerosi elementi in comune, le due serie riescono a distinguersi perché hanno un mood davvero diverso. Se in Downton Abbey prevaleva una sorta di idillica malinconia per il lento ma inesorabile declino della nobiltà inglese, in The Gilded Age si avverte un’energia tutta nuova, portata alla luce proprio dalle speranze e dalle aspettative dei nuovi arrivati nella Fifth Avenue, con tutte le loro ruggenti aspirazioni.

In definitiva, si può dire che The Gilded Age compie i suoi primi passi in maniera positiva grazie a una scrittura equilibrata, nonostante la composizione stratificata della trama, e grazie al fascino estetico che sembra non aver scalfito il tocco magico dell’autore. La serie ha davanti a sé tante potenzialità e tanti rischi e sarà solamente il tempo a dirci se la sua scommessa sarà vincente. Ad ogni modo, “Never the New” si presenta come un piacevole episodio che ha saputo introdurre con merito i protagonisti di questa nuova avventura, aprendo positivamente la strada all’atteso ritorno seriale di Julian Fellowes.

Voto: 7/8

Nota: La giovane attrice Louisa Jacobson è la figlia della celebre Meryl Streep ed è, proprio con The Golden Age, al suo debutto televisivo.

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.