Reservation Dogs – Vivere e morire nella riserva 1


Reservation Dogs – Vivere e morire nella riservaTaika Waititi non ha certo bisogno di presentazioni oggigiorno: in rampa di lancio dopo il successo di Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit al cinema, il regista/autore neozelandese è ora lanciatissimo anche nel mondo delle serie tv americane, in particolare dopo aver lavorato all’acclamata What We Do In The Shadows di FX insieme all’amico Jemaine Clement, ad Our Flag Means Death – in questo caso anche come attore – e ad alcuni episodi di The Mandalorian.

Il primo episodio di Reservation Dogs viene trasmesso su Hulu il 9 Agosto 2021, in occasione della giornata mondiale delle popolazioni indigene; lo show è creato proprio da Waititi e da Sterlin Harjo, regista americano cittadino della Seminole Nation of Oklahoma, una tribù di nativi riconosciuta a livello federale e che ha sede proprio in Oklahoma. Queste informazioni sono importanti anche per capire il contesto nel quale è ambientata la serie e la sua importanza a livello culturale. Reservation Dogs, infatti, è una dramedy ambientata in una riserva di nativi americani con protagonisti quattro giovani ragazzi, Bear, Elora, Cheese e Willie Jack, che sognano di accumulare abbastanza denaro per poter un giorno lasciare la loro terra e andare in California.

La struttura dello show è quella di episodi di circa mezz’ora con tematiche verticali che si esauriscono nel corso delle puntate ma, ovviamente, con un filo rosso che le unisce e che crea un percorso orizzontale dall’inizio alla fine. Il titolo della serie è un chiaro omaggio al famoso cult di Quentin TarantinoReservoir Dogs diventa Reservation Dogs – e i collegamenti tematici e stilistici al film si sprecano: i Rez Dogs – questo il nome che si dà la gang formata dai quattro ragazzi – sono difatti soliti compiere alcuni crimini non violenti al fine di recuperare i soldi e raggiungere il loro obiettivo, tra cui per esempio rubare un furgone e rivenderlo a uno sfasciacarrozze proprio nell’incipit del primo episodio; inoltre alcune scene ricalcano l’estetica e i toni del film, con i protagonisti che indossano i famosi smoking proprio come Tim Roth e compagni.

Reservation Dogs – Vivere e morire nella riservaSe volessimo fare un’associazione mentale rapida rispetto allo stile e alla forma che assume Reservation Dogs si penserebbe subito ad Atlanta: i punti di contatto con lo show di Donald Glover si individuano prima di tutto nell’atmosfera ma anche nel modo in cui viene raccontata la storia. La narrazione oscilla, infatti, tra un realismo volto a rappresentare un mondo esistente – quello delle riserve in cui vivono gli indigeni negli USA – e una forma d’espressione che fa dell’assurdo e del grottesco la sua cifra stilistica – per fare un esempio il protagonista Bear è fatto spesso visita dallo spirito di un guerriero morto ancor prima di poter combattere la battaglia di Little Bighorn, una sorta di decostruzione dello stereotipo dell’indiano saggio che ti indica la via. Questo stile ibrido porta la narrazione di Reservation Dogs ad essere alle volte comica, alle volte satirica e alle volte persino drammatica: a fare da motore e da premessa a come si evolvono le vite dei protagonisti, infatti, c’è la morte del loro amico Daniel.

Questo lutto è fondamentale per gli sviluppi narrativi della serie e fa da base tematica a quello che la serie di Sterlin Harjo vuole davvero raccontare: le vere dinamiche della morte di Daniel vengono svelate solo nel corso della serie ma quello che viene detto fin da subito è che ad ucciderlo è stata la riserva stessa, intesa come luogo dove nascere e vivere per un ragazzo come lui. In questo rientrano discorsi molto complessi che coinvolgono le conseguenze del colonialismo americano – che quindi affondano le loro radici nella storia degli indigeni e di come sono stati oppressi, sterminati e assoggettati dalla potenza europea – e del modo in cui gli Stati Uniti hanno organizzato le loro comunità nella società contemporanea. Cosa vuol dire per un ragazzo di discendenza indigena che nasce oggi in Oklahoma crescere in una società marginalizzata e discriminata? Quali prospettive ha per il suo futuro? Più in generale: cosa è lecito sognare di diventare?

Reservation Dogs – Vivere e morire nella riservaA colpire nella serie di FX/Hulu è anche lo straordinario cast che, con estrema naturalezza nonostante la giovane età, riesce a dare vita ad un gruppo affiatato e con una chimica pazzesca tra di loro. Le interpretazioni di Devery Jacobs, D’Pharaoh Woon-A-Tai, Lane Factor e Paulina Alexis restano impresse negli spettatori e i personaggi, molto ben scritti, assumono caratteristiche subito riconoscibili; ci si affeziona facilmente a loro e si riesce a empatizzare con il loro disagio. Ad essere messe a nudo in modo palpabile sono le loro necessità, i loro desideri e soprattutto le loro difficoltà nell’interfacciarsi con una vita complicata e con un contesto sociale che li limita e li opprime silenziosamente. Lo sguardo di Harjo, poi, è molto personale e molto diverso da quello a cui siamo abituati, rendendo lo show estremamente realistico anche quando quello che appare su schermo ci appare paradossale. Il punto di forza di questa rappresentazione è quello di avere un gruppo di autori – registi e sceneggiatori – a loro volta nativi americani, tra i quali spiccano Sidney Freeland (Drunktown’s Finest, The Wilds), Blackhorse Lowe (5th World) e Migizi Pensoneau (Barkskins).

La serie è stata enormemente acclamata da pubblico e critica e tornerà per una seconda stagione nel 2022: non ci sono motivi per cui qualcuno non dovrebbe guardare Reservation Dogs, una delle rivelazioni dello scorso anno e una delle dramedy migliori – oltre che importanti per motivi extra-diegetici – degli ultimi tempi. Gli otto episodi che compongono la prima stagione sono tutti disponibili in Italia su Disney+.

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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Un commento su “Reservation Dogs – Vivere e morire nella riserva

  • Boba Fett

    Semplicemente deliziosa e giustissimo il confronto con Atlanta perché entrambe, tra ironia e situazioni al limite del surreale, raccontano con lucidità un’altra storia sottopelle, mostrandoci un’America ancora oggi fatta di ghetti e di persone che per lo più falliranno nel tentativo di uscirne fuori. Cast strepitoso.