The Wilds – Stagione 2


The Wilds - Stagione 2La seconda stagione di The Wilds è arrivata il 6 maggio su Amazon Prime Video, piattaforma che ha lanciato la serie di Sarah Streicher a dicembre 2020. Lo show prosegue la sua narrazione riprendendo dal cliffhanger della prima stagione: Leah (Sarah Pidgeon) – una delle ragazze protagoniste – si era trovata a osservare un gruppo di ragazzi anch’essi intrappolati su un’isola deserta, rivelando il più ampio progetto della ricercatrice Gretchen Klein (Rachel Griffiths, Six Feet Under, Brothers & Sisters), artefice dei finti incidenti aerei e mente dell’esperimento sociologico che coinvolge tutti i personaggi principali.


La seconda stagione di
The Wilds mostra sin dal primo episodio tre livelli di narrazione distinti. La focalizzazione principale rimane sulle protagoniste della prima stagione: le naufraghe Leah, Toni, Shelby, Martha, Dot, Fatin e Rachel continuano la loro vita sull’isola alle prese con crescenti ostacoli. Dopo la morte di Nora (Helena Howard) e le difficoltà che il lutto comporta, le ragazze si trovano davvero da sole sull’isola: Nora era infatti l’infiltrata superstite, e in casi di estrema difficoltà avrebbe potuto intervenire. Le comprimarie femminili – di cui conosciamo già passato, personalità e peculiarità – sviluppano un ancor più ampio spirito di collaborazione e un’unione sempre più stretta, sorreggendosi a vicenda seppur provate da una cascata di eventi negativi e dalla lunga permanenza sull’isola (oltre 50 giorni). Anche se ci sono alcuni punti di momentanea rottura del loro equilibrio e liti enormi che nascono anche per i motivi più futili e banali, grazie al supporto reciproco le ragazze riescono sempre a ritrovare uno scopo o un motivo per non abbattersi. Lo sviluppo delle personalità di tutte le protagoniste è esponenziale durante gli ultimi giorni sull’isola, che sono ancora più densi di emozioni e che contribuiscono a far raggiungere un nuovo livello di “potenziamento”, tanto ricercato dalla Dottoressa Klein. 

The Wilds - Stagione 2In contemporanea, con il secondo livello narrativo, conosciamo i componenti del gruppo maschile, la cui trama si sviluppa in parallelo ma con più rapidità e minor approfondimento rispetto a quella femminile. Kirin, Rafael, Josh, Bo, Scotty, Ivan, Henry, Seth e DJ sono i protagonisti della seconda “fase” dell’esperimento e lottano contro le avversità dell’isola con un logica basata sulla conservazione e sulla protezione, minata da Seth (Alex Fitzalan) e dalla sua natura violenta, che si concretizza nel giorno 15. La scena a cui assistiamo – elemento più differenziante delle storyline delle due isole – è davvero forte e genera riflessioni sulla sua necessarietà e atipicità. Per quanto sia emotivamente sempre impegnativo assistere a una scena di violenza, è interessante considerare che spesso i prodotti seriali mostrano situazioni analoghe: tuttavia, quando la violenza viene usata contro una donna, l’abitudine a vederla rappresentata sullo schermo è tale da non suscitare più clamore – al punto che spesso la violenza in sé viene considerata né più né meno di un tassello narrativo. In questo caso l’abuso avviene su un uomo, ed è così poco comune vederlo rappresentato in TV che attorno alla scelta si è generato un grande dibattito, tanto che viene da chiedersi: perché la violenza su un uomo scandalizza ancora in modo così sproporzionato rispetto a quella su una donna? Il punto centrale dovrebbe essere la violenza. Indipendentemente dal genere, è quello il problema su cui concentrarsi, e i ragazzi rappresentano la questione alla perfezione: il problema non viene sottovalutato o trattato in modo diverso per via dei soggetti coinvolti, la concentrazione è sul fatto e sulla gravità dello stesso.  

La scena ha infatti un impatto fondamentale, senza la quale non si sarebbe potuto sviluppare allo stesso modo il cambiamento radicale nell’atteggiamento di tutti i membri del gruppo e la frammentazione dello stesso. L’avvenimento riesce a far emergere un po’ di più le diverse personalità maschili, per quanto la focalizzazione su ognuno resti comunque molto più sbrigativa rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato. Questo è dovuto anche a elementi quali il diverso numero di episodi – che nella prima stagione erano 10 e nella seconda soltanto 8 – e all’oggetto di narrazione della prima stagione limitato rispetto alla seconda, che rende invece necessaria la “condivisione” degli spazi. Ciò rappresenta una pecca non da poco, infatti due episodi in più non avrebbero guastato: i personaggi sono troppi e il tempo a disposizione è insufficiente per concentrarsi in modo adeguato su ognuno di loro. Nonostante il tempo limitato e una storyline maschile meno dettagliata, vi sono abbastanza elementi per notare una serie di parallelismi e schemi che si ripetono: in entrambi i gruppi ci sono fratelli, migliori amici, orfani, vittime di abusi, personalità più o meno forti, più o meno pragmatiche, e così via.

The Wilds - Stagione 2La motivazione che si trova dietro alle similitudini tra i due gruppi va ovviamente ricercata nell’esperimento stesso, che necessitava di un campione maschile il più possibile fedele a quello femminile; tuttavia il poco tempo a disposizione ha fatto scattare un effetto copia incolla che non ha valorizzato in modo soddisfacente i personaggi, e che ha fatto sembrare i ragazzi semplicemente ricalcati sulle ragazze. Il fatto che ci siano così tanti ruoli primari rende davvero difficoltoso comprenderli e apprezzarli tutti, ed è bene che almeno un paio di personaggi spicchino sugli altri; tale ruolo viene assunto dai criptici Leah e Rafael, i due protagonisti dalla personalità probabilmente più complessa.
Per questa ragione, quindi, i ragazzi non coinvolgono alla pari delle analoghe femminile, e il loro maggior valore è quello di sostenere l’esperimento sociale di Gretchen, che doveva prevedere il confronto maschi-femmine. A livello generale tutti i personaggi attraversano cambi repentini di personalità e sono accomunati da un passato difficile tra abusi, emarginazione sociale, disturbi alimentari e povertà. Questi sono solo alcuni dei temi che emergono scavando nel passato dei protagonisti, dando modo di stimolare e approfondire un minimo una narrazione altrimenti tutto sommato ripetitiva.Infatti, tanto le similitudini si riscontrano tra i personaggi dei due gruppi quanto tra gli schemi narrativi della vita sulle due isole – l’arrivo, il naufragio, i tentativi di collaborare, gli screzi interni, gli sforzi fino allo sfinimento nella speranza di essere trovati. E anche in questo caso, pur comprendendone l’esigenza a livello di trama e di completezza dell’esperimento, questa ripetizione appesantisce la visione e la rende ridondante. Un altro tra gli elementi di maggior differenziazione, che “supporta” la tesi di Gretchen sulla superiorità femminile e rende più coinvolgente la parte di storia dedicata alle ragazze, risiede nel fatto che Leah e Fatin abbiano compreso la natura programmata dell’incidente, mentre nessuno dei ragazzi è riuscito nemmeno a sospettarla.

The Wilds - Stagione 2

Un terzo e ultimo livello di trama è quello successivo al naufragio, nella fase degli interrogatori, che si pensava conclusiva e che invece conduce al terzo step dell’esperimento, quello che vedremo nella non ancora confermata prossima stagione. A differenza delle puntate precedenti, vediamo intervenire Gretchen in prima persona: la “prigionia” dei ragazzi è soprattutto un mezzo per ricostruire gli avvenimenti, e tutti i personaggi sono tenuti separati e rinchiusi all’interno di un luogo sconosciuto. A proposito di trama post naufragio, la maggior parte delle scene si focalizza su Rafael e Leah; in particolare quest’ultima riesce a elaborare un piano contro Gretchen ma dopo gli sforzi compiuti tutte le speranze sfumano. Leah termina la stagione con un urlo profondo quanto emblematico: l’incubo non è affatto finito, ora sono tutti insieme su un’unica isola, per un tempo ancora ignoto.

La fine della seconda stagione di The Wilds chiude e genera uno stacco netto e necessario con le tre trame portate avanti finora, aprendo le porte a una storia “nuova”. Solo alcuni punti sono lasciati aperti: non sappiamo dove sia Nora – non è banale chiedersi se abbia fatto ritorno a casa o meno –, che fine abbiano fatto alcuni degli assistenti di Gretchen e dove siano diretti lei e gli adepti rimasti. Altro scenario aperto è quello che riguarda Ian (l’amico di Leah), sulle tracce dell’amica: riuscirà davvero a far muovere l’FBI e fermare il progetto della Dottoressa Klein? La terza stagione di The Wilds – sebbene non ne sia ancora stato confermato il rinnovo, sembra avere buone possibilità – potrà prendere una direzione diversa o ricalcare le due precedenti. Sicuramente sappiamo che Gretchen ha individuato dei nuovi infiltrati tramite cui condurrà l’esperimento da lontano, ma non conosciamo – ad eccezione di Seth – chi siano (l’inquadratura su Shelby potrebbe essere rivelatoria quanto un depistaggio).

In ogni caso speriamo che una terza stagione possa concludere lo show, che rischierebbe altrimenti di diventare la vorticosa ripetizione di una storia che, protratta per troppo tempo, potrebbe avere poco da dire. Si auspica un ulteriore sviluppo della serie e di tutti i personaggi, magari attraverso colpi di scena davvero decisivi, insomma elementi che possano portare The Wilds a un livello superiore, dopo questa stagione forse troppo transitoria e sbrigativa per essere apprezzata a pieno.

Voto: 6½

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