Mrs. Davis – Stagione 1 Episodi 1-4


Mrs. Davis - Stagione 1 Episodi 1-4Quando la mente dietro Watchmen, Lost and The Leftovers incontra una delle menti dietro The Big Bang Theory, il risultato non può che essere qualcosa di inatteso e, a suo modo, sorprendente. Ecco perché c’era grande attesa quando Damon Lindelof e Tara Hernandez si sono uniti per dare vita a Mrs. Davis, la nuova serie di Peacock, la piattaforma streaming del canale NBC.

Si tratta, soprattutto nei presupposti, di un prodotto forse meno ambizioso rispetto agli altri precedenti di Lindelof, ma che nella sua realizzazione dimostra la volontà di mettersi nuovamente in gioco con qualcosa di nuovo e di diverso, sempre però con l’intenzione di non prendersi troppo sul serio.

La premessa della serie è del resto delle più inconsuete: una suora e un cowboy si uniscono alla ricerca del Sacro Graal per distruggere l’intelligenza artificiale (o meglio, l’algoritmo) che governa il mondo. Se in sintesi la serie può essere ridotta a questi minimi termini, nello specifico è in realtà una montagna russa di idee e momenti assurdi, solo in apparenza senza alcun senso logico. All’inizio ti stordisce, ti confonde, sembra deragliare da un momento all’altro, ma lentamente finisce per trascinarti e assorbirti completamente.

Del resto, Damon Lindelof è un maestro nella manipolazione della narrazione, e sa come disseminare indizi in modo furbo per rinnovare ad ogni episodio l’atto di fede dello spettatore nelle sue capacità di gestione del racconto. Mrs. Davis gioca costantemente con questo meccanismo, portandoci a chiedere se ogni cosa che accade sia un evento soprannaturale, una metafora, o qualcosa che in un secondo momento possa trovare una spiegazione, seppure assurda, nella realtà.

Mrs. Davis - Stagione 1 Episodi 1-4Il pilot si apre del resto nel modo più confuso e strano possibile, saltando da un segmento ambientato nel Medioevo, ad uno su un’isola deserta, fino a quello ambientato a Reno nei giorni nostri. Lentamente, però, un pezzo dopo l’altro, il puzzle prende forma facendoci nel frattempo entrare in sintonia con tutti i personaggi della storia, e ne viene fuori un racconto complesso e un universo stratificato di cui improvvisamente non si riesce più a fare a meno.

Per quanto sia chiaro che gli autori si siano divertiti un sacco, la serie è però lontana dall’essere un semplice divertissement, perché nonostante non ci si prenda sul serio e alcune scene siano al limite del demenziale, sono tanti i temi importanti che vengono toccati con estrema delicatezza, dal libero arbitrio alla manipolazione, fino all’amore, la fede e il nostro presente, tutto mai urlato ma veicolato da idee visive, colpi di scena narrativi e continue allegorie.

Del resto, è estremamente complicato etichettare questa serie sotto un genere specifico, poiché  passa in continuazione dalla fantascienza, alla commedia, fino al thriller, al road movie, e al drama, in un insieme tanto caotico quanto  pensato nel minimo dettaglio. Sembra facile, ma solo costruendo basi solide ci si può permettere di lanciarsi nelle idee più assurde e ai limiti del surreale e farle passare come perfettamente coerenti; questo è indice del talento narrativo di Lindelof e della cura con cui affronta ogni sfida.

Il motivo principale per cui il prodotto funziona è sicuramente Betty Gilpin, che riesce a passare in modo incredibilmente veloce da un registro drammatico a uno action, fino al comico, con quella straordinaria mimica espressiva che la portò alla gloria ai tempi di GLOW e che qui esplode in tutto il suo talento. L’attrice è qui per Lindelof quello che The Bride era per Tarantino in Kill Bill, una donna sola contro il proprio mondo, sul cui volto scorrono durezza, sarcasmo, fragilità e coraggio nel corso di quella che è una storia di vendetta, ma anche di espiazione del dolore.

Mrs. Davis - Stagione 1 Episodi 1-4Il comparto visivo non è da meno perché mette insieme tre registi con stili completamente diversi ma che riescono a dialogare e ad amalgamarsi fino ad arricchire la narrazione dandole una forma omogenea e scorrevole. Da una parte abbiamo la fantascienza più surreale e allegorica di Black Mirror (Owen Harris), quella più seriosa e action di Westworld (E. O. Toye), e il tocco più satirico e thriller di Made for Love (Alethea Jones). Insieme, i tre riescono a trovare una sinergia che fa scorrere la storia in perfetto equilibrio senza che sprofondi e varchi il confine dell’esagerazione.

Si potrebbe dire che la premessa di una app che governa il mondo e schiavizza l’umanità non sia sulla carta sicuramente una delle più originali, ma è il modo in cui viene raccontata e la direzione nuova in cui la storia viene portata a dare quell’elemento di novità. Del resto, non abbiamo qui un villain invisibile che soggioga gli esseri umani con l’intenzione precisa di dominare il mondo, bensì un algoritmo privo di qualsiasi emozione e seriamente votato alla sua missione, cioè rendere il mondo un posto migliore dando a ogni singolo essere umano esattamente quello che vuole: uno scopo, una ragione di vivere, un valore all’interno del grande schema delle cose.

La critica è dunque non sulle intelligenze artificiali che prendono il sopravvento, ma il nostro affidarci ad un algoritmo progettato né per migliorarci né per peggiorarci, ma per inconsciamente appiattirci dandoci esattamente quello che vogliamo e ci aspettiamo. Il fatto che la serie abbia incontrato più di qualche problema e sia stata rifiutata da più di una piattaforma streaming, dimostra che nonostante i temi non siano del tutto nuovi, la storia vada comunque a toccare dei nervi probabilmente ancora scoperti. Ed è anche segno che Lindelof ha fatto probabilmente di nuovo centro.

Voto 1×01: 8
Voto 1×02: 8 ½
Voto 1×03: 8
Voto 1×04: 8

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