The Good Mothers – 1×01 Mouth of the Wolf


The Good Mothers - 1x01 Mouth of the WolfThe Good Mothers, adattamento dell’omonimo romanzo di Alex Perry e in precedenza vincitrice del Berlinale Series Awards, è una serie che ha un compito di non poco spessore: raccontare una storia vera (quella di Lea Garofalo), inserita in un contesto già conosciuto al cinema e in televisione (quello della ‘Ndrangheta), e riuscire a farlo senza risultare prevedibile o stereotipata.

La difficile scommessa sembra già parzialmente confermata dal buon andamento del pilot, che fa da preludio ad una stagione di sei episodi interamente disponibile su Disney+. Di che cosa parla, esattamente, The Good Mothers? È la tipica storia sulla ‘Ndrangheta oppure riesce a fare un passo ulteriore, e a donarci una variazione sul tema? La storia si apre quasi in medias res, con un avvertimento sotto forma di una bomba posta all’entrata principale dell’edificio di Giustizia, dove lavora la magistrata Anna Colace, personaggio che fin da subito fa da filo conduttore delle vicende mostrate. È da quell’avvertimento (quasi una norma), che si dipanano le diverse storie delle donne che costellano l’episodio – le storie delle madri a cui il titolo fa riferimento -; da quella bomba piazzata sui gradini dell’entrata principale del tribunale iniziano a muoversi i pedoni di una scacchiera il cui disegno risulterà solo accennato alla fine dell’episodio. Uno dei punti cardine della narrazione si concentra sul vissuto di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), che insieme alla figlia Denise (un’ottima Gaia Girace) ha vissuto nascosta per sette anni, poiché in passato aveva collaborato con la giustizia per far arrestare il padre della figlia, anello di congiunzione con un clan di ‘Ndrangheta non meglio precisato. Il punto di svolta sta nell’incontro tra Denise e il padre, fortemente voluto sia dalla figlia che dalla madre, seppur per motivazioni diverse.

The Good Mothers - 1x01 Mouth of the WolfIn sede di sceneggiatura, la decisione di non soffermarsi eccessivamente sulle motivazioni di tutti i personaggi presentati risulta essere vincente e contribuisce a dare un buon ritmo all’episodio. Così facendo, gli eventi scorrono inevitabili e danno vita a una concatenazione quasi inarrestabile; rimane però il fascino della scoperta, che solo gli episodi successivi sapranno saziare. Molti sono gli interrogativi che questo primo episodio riesce solo a introdurre, e alta è la curiosità di scoprire la storia a tutto tondo delle Good Mothers, ovvero quale sia il passato dei personaggi presentati,  quale la loro importanza rispetto al capo del clan di riferimento, e quale peso “le brave madri” del titolo abbiano nei confronti della storia che viene presentata. Sono tutti quesiti che il pilot fa sapientemente germogliare nello spettatore, contribuendo a creare un forte interesse verso la successiva evoluzione delle vicende.
I personaggi, seppur solo abbozzati, riescono a bucare lo schermo anche in virtù delle ottime performance attoriali; spicca su tutti la figlia del boss, Giuseppina Pesce (interpretata da Valentina Ballè), che è protagonista di poche scene, tutte significative, che fanno ben sperare per un’esplorazione del personaggio tanto in ottica del suo rapporto con la ‘Ndrangheta, che sul piano personale, in quanto figlia, donna, e madre. Al fianco dei solidi personaggi, la trama scorre ad un ritmo convincente e contribuisce a tenere viva l’attenzione dello spettatore rispetto ad un pilot dalla lunghezza considerevole. È d’aiuto la forte impronta corale della storia, espressa a pieno dal personaggio della magistrata Anna Colace, la cui figura non solo apre la storia – in quanto destinataria della bomba/avvertimento – ma chiude il primo episodio in maniera ottima, portando i fili della narrazione ad una conclusione che è soddisfacente e invoglia subito alla visione degli episodi successivi.

The Good Mothers - 1x01 Mouth of the WolfCiò che rende The Good Mothers così affascinante e meritevole di attenzione è la prospettiva che gli autori hanno deciso di prendere in considerazione per raccontare una “qualunque” storia di ‘Ndrangheta; raccontare il punto di vista delle donne, anelli della catena che fino a quel momento non erano stati considerati né come potenziali carnefici, né come potenziali aiutanti dalle forze di giustizia – e il caso di Lea Garofalo, protagonista delle vicende, si fa già emblematico. La prospettiva con cui la storia viene a dipanarsi si esprime alla perfezione attraverso la lettura che ne fa Denise (la figlia di Lea), il rapporto con la zia e i parenti del padre, la magistrata Anna e infine Giuseppina, la figlia del boss. Pur essendo elencate e considerate come “figlie di”, diventano fin da subito le vere protagoniste della storia, e la serie è ben consapevole del ruolo che le vuole affibbiare, regalandole tutto il focus che meritano. Dal punto di vista della cabina di regia, Jullian Jarrold ed Elisa Amoruso costituiscono un duo assolutamente efficace, riuscendo a rendere bene sia l’angustia delle scene più chiuse, ambientate in un vicolo qualunque – in cui Gaia Girace esprime tutte le sue potenzialità -, sia il cambio di regia nel mostrare il funzionamento dei clan all’interno della Calabria di tutti i giorni.

Nei suoi sessanta minuti iniziali, è evidente come The Good Mothers abbia già tutte le carte in regola per essere una serie assolutamente da tenere in considerazione; pur essendo solo ai primi passi iniziali, la regia e la sceneggiatura appaiono coordinate, e le stesse performance non possono che far ben sperare per un ottimo prosieguo della serie. Ma ciò che veramente convince di questo pilot è la consapevolezza del punto di vista particolarmente preciso attraverso il quale raccontare una storia così difficile, facendo sì che lo spettatore si senta immediatamente invogliato a guardare l’episodio successivo.

Voto 1×01: 7

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