Hijack – Stagione 1


Hijack - Stagione 1Dopo l’11 settembre, il cinema e le serie tv hanno moltiplicato i prodotti che hanno a che fare con storie inerenti agli aerei, specialmente riguardanti dirottamenti o con aspetti fantascientifici: ultimamente è stato il turno di Into The Night, interessante sci-fi belga, oppure l’horror Blood Red Sky, senza ovviamente dimenticare Lost e Manifest. Dove si inserisce quindi Hijack, la nuova serie targata Apple TV+?

Idris Elba è Sam Nelson, che di lavoro fa il negoziatore tra due società che vogliono fondersi. Sta tornando a Londra da Dubai, con un volo che dura poco meno di 7 ore: è separato dalla moglie, di cui è ancora innamorato, anche se lei ha un’altra relazione con un poliziotto. Sull’aereo, poco dopo il decollo e per un contrattempo, una squadra di terroristi inglesi – o almeno, all’apparenza – tenta di prendere il controllo dell’aereo, senza fare nessuna chiarezza su quale sia il loro reale obiettivo.
Messa così sembra la solita trama su un action ambientato su un aereo, ma fin dalle prime puntate si possono già notare alcune particolarità che fanno di questo prodotto qualcosa di molto più interessante di quello che potrebbe sembrare: prima di tutto il fatto che la storia si dipana esattamente nel tempo di volo dell’aereo stesso, ovvero poco meno di 7 ore – vi ricordate 24? Poi la composizione del team terroristico: sembrano tutte persone inglesi o comunque angolofone, quindi ben lontano dall’immaginario comune, che utilizza terroristi con fattezze mediorientali; infine il ruolo di Elba, molto diverso dal solito “eroe” che salva la situazione, perché ci vengono subito svelati i suoi punti deboli ma soprattutto un’ambiguità di fondo che si dipanerà solo di puntata in puntata, lasciandoci sempre in sospeso nel giudicare il suo personaggio.

Hijack - Stagione 1Anche gli altri personaggi sono costruiti in maniera interessante, tenendo conto che il minutaggio della miniserie è veramente esiguo: fin da subito vengono delineati alcuni rapporti che sono e saranno di fondamentale importanza per le successive mosse; una delle cose più interessanti legate a questo aspetto è il mistero su come facciano i terroristi a essere così informati su tutto, anche su cose molto personali.
Anche la scelta di dividere la narrazione tra l’aereo e le persone a terra aiuta a spezzare il ritmo e dare respiro a chi sta cercando di capire cosa sta succedendo sul volo della Kingdom: ovviamente è interessante scoprire quali siano le dinamiche familiari del protagonista – perché è evidente fin da subito che abbiano avuto un impatto molto forte sulla sua vita. Lo stesso vale per tutti gli altri personaggi che gravitano attorno all’aereo, dotati di profili interessanti e che durante le puntate emergono come veri e proprio co-protagonisti della storia.

Hijack tiene alta la tensione per tutta la sua durata. Non era un aspetto facile da costruire per tutte e sette le puntate, anche perché, come dicevamo, la narrazione è divisa sostanzialmente in tre parti: l’aereo, le persone a terra (la famiglia di Sam e successivamente i due terroristi liberati) e il controllo aereo di Londra. In tutti e tre gli scenari gli avvenimenti sono incastrati in maniera tale che praticamente non c’è mai un momento di relax: fin dal momento del dirottamento è un concatenarsi di eventi consecutivi che si alternano in maniera perfetta, facendo passare i cinquanta minuti della puntata in un lampo.
Sono gestiti molto bene anche i colpi di scena, tra cui segnaliamo quello della sesta puntata, un vero e proprio plot twist inaspettato che tiene perfettamente alto l’hype in vista del finale. Molto interessante anche il motivo del dirottamento che finalmente esula da politiche ideologiche e che si concentra su qualcosa di molto più gretto e umano: i soldi. Tantissimi soldi. Un altro punto di forza di questa miniserie è infatti la capacità di descrivere la pochezza umana con pochi passaggi e dialoghi: un esempio è la madre della famiglia con due bambini, insopportabile all’inizio e insopportabile alla fine, quando dopo sette ore di dirottamento e avendo rischiato di perdere un figlio prima e la vita poi, infrange subito le regole per puro egoismo, portandosi dietro la valigia quando l’aereo viene fatto evacuare. Ma anche l’umanità che sta sotto la facciata dei terroristi e che ogni tanto fa capolino è inserita bene nel contesto: il rapporto tra i fratelli e le incertezze degli altri ci fanno capire man mano che forse non tutti sono convinti di quello che stanno facendo e che ci sia sotto qualcosa di molto più grande di un dirottamento. Molto interessanti sono poi i risvolti umani dei ministri che devono decidere come comportarsi e di Alice Sinclair, il controllore di volo che prova in tutti i modi a salvare l’aereo e tutte le persone a bordo.

Hijack - Stagione 1L’unico appunto che forse si può fare allo show di Jim Field Smith e George Kay riguarda il finale. Intendiamoci, così com’è non rovina assolutamente quanto di buono è stato costruito in tutte le puntate precedenti, ma probabilmente visti i colpi di scena e una tensione sempre al massimo ci si aspettava un finale più drammatico, così da completare quella tensione sempre più crescente e concludere con un altro colpo di scena che non sarebbe stato per nulla banale. Infatti la risoluzione del secondo dirottamento, se così possiamo chiamarlo, è forse troppo veloce e fin troppo facile se rapportato alle situazioni che abbiamo visto nelle sette ore precedenti. Come sempre si risolve tutto all’ultimo minuto, quando probabilmente si poteva sorprendere ancora di più. Ma, ripetiamo, tutto sommato la scelta che hanno fatto gli autori non inficia il risultato finale della miniserie, che rimane ben più che godibile.
Possiamo dunque dire che Hijack è sicuramente una miniserie da vedere, soprattutto perché dura relativamente poco ed è costruita per far passare il tempo molto più velocemente di quanto possa sembrare: rimarrete incollati alla schermo fin dalle prime battute. Se poi non avete paura di volare e volete essere anche un po’ temerari, è una serie perfetta da godersi nei giorni prima delle vacanze in vista di un viaggio aereo: siamo sicuri che sarete ancora più coinvolti nella storia.

La serie è stata apprezzata da pubblico e critica, tanto che ci si chiede se in futuro vedremo una seconda stagione: Idris Elba si è detto possibilista sul rivedere Sam Nelson, mentre da Apple non si è ancora sbilanciata. Ma la vera domanda è: serve davvero una seconda stagione? Noi pensiamo di no. Ai posteri – e all’esito dello sciopero di Hollywood – l’ardua sentenza.

Voto: 7

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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