The Regime – 1×01 Victory Day


The Regime - 1x01 Victory DayCon quale ruolo Kate Winslet tornerà alla serialità, dopo Mildred Pierce e Mare of Easttown? La risposta a questa domanda non era facilmente prevedibile, nonostante sia ben nota l’incredibile versatilità dell’attrice: The Regime, miniserie HBO uscita con il suo primo episodio il 3 marzo e disponibile dal giorno successivo su Sky e Now, è un progetto originale e inaspettato, difficile da inquadrare a un primo sguardo e destabilizzante sia per le intenzioni di partenza che per gli obiettivi narrativi. A dirla tutta, è complicato definirne anche il genere: è una dark comedy, anche se la sua vis comica è giocata nel campo del surreale e del grottesco; è una satira politica che però non si aggancia mai davvero alla realtà, con un mondo fittizio in cui si sta ben attenti a non riferirsi mai all’attualità. È un mix di tutto questo, con qualcosa di più che ad ora risulta poco definito: il pilot ci mostra esattamente questo, con tutti gli aspetti positivi e negativi che comporta. 

Ma partiamo dalla trama: di cosa parla The Regime?
La miniserie in sei parti con protagonista Kate Winslet nei panni di Elena Vernham, cancelliera di un paese non meglio specificato del centro Europa, mira a raccontare un anno del governo di Vernham, in cui ciò che osserviamo – sette anni dopo le elezioni con cui ha vinto – è la messa in scena di un potere autoritario in tutto e per tutto. Elena è però un personaggio inaspettato, sia nelle relazioni con gli altri che con se stessa. Se, per quanto riguarda i primi, risulta volubile e instabile (la sufficienza con cui tratta i collaboratori, sempre a un passo dall’essere puniti o licenziati, si trasforma in un amore quasi materno per i cittadini), è nella relazione con se stessa che si trova la summa di qualunque paranoia e atteggiamento egomaniaco che possiamo mai aver associato a un dittatore: influenzata dalla morte del padre, da cui ha ereditato sia le redini del partito sia (forse) una malattia, Vernham è ossessionata dai microbi e dall’igiene, ma in particolare dal tasso di umidità del palazzo in cui vive, e che per questo è in costante ristrutturazione. Ha una relazione di lunga data col marito Nicholas (Guillaume Gallienne, “The French Dispatch”), con cui condivide un legame profondo e fatto allo stesso tempo di distanze calcolate, come se la fiducia nei suoi confronti fosse sempre messa alla prova nonostante i tanti anni passati insieme.
A dare il via alle vicende in “Victory Day” è l’arrivo del caporale Herbert Zuback (Matthias Schoenaerts, “Panama Papers”, “Amsterdam”), militare caduto in disgrazia dopo una rivolta di minatori repressa nel sangue, chiamato alle dipendenze di Vernham per nessun altro compito se non quello di misurare costantemente l’umidità delle stanze in cui la cancelliera si trova. Sarà proprio l’evoluzione del rapporto tra i due al centro di questo primo episodio, che per il resto si impegna a mostrarci un quadro il più possibile chiaro della personalità di Elena Vernham.

The Regime - 1x01 Victory DayLa serie è creata da Will Tracy, che in passato ha lavorato sia alla sceneggiatura di “The Menu” che ad alcuni episodi di Succession, e vede alternarsi alla regia Stephen Frears, regista di questo pilot, e Jessica Hobbs, entrambi già esperti di prodotti che in diversi modi hanno trattato la politica europea, in particolare quella inglese (il primo ha girato “The Queen” e A Very English Scandal, la seconda diversi episodi di The Crown). Approcci differenti, quindi, concorrono a creare questo The Regime: è innegabile infatti che l’idea di base – un autore e produttore statunitense che fa della satira su una dittatura del centro Europa – porti con sé se non delle criticità vere e proprie, almeno dei dubbi sulla visione d’insieme. La presenza alla regia di un occhio più affinato sull’Europa è di sicuro un pregio, e non a caso questo “Victory Day” splende dal punto di vista scenografico e di atmosfera.
Più problematica, almeno per il momento, è la questione satira: al di là di alcuni vaghi accenni alla realtà che sembrano più un’ispirazione che un tentativo di parodiare certe figure, rimane il dubbio concreto di dove si nasconda la satira se si sta molto attenti a non pestare i piedi a nessuno. E quindi, se l’aspetto parodistico risulta così instabile, quale sarà l’obiettivo di questa bizzarra dark comedy politica? A cosa stiamo assistendo? Il pilot si concentra, a ragione, sulla presentazione globale di questo microcosmo, ma proprio a causa delle diverse anime del racconto si fatica a intuire quale sia il disegno generale che ruota attorno alla protagonista. Il personaggio di Elena Vernham è molto credibile nonostante il carattere grottesco di tutto quello che la circonda: ma possiamo dire con un alto grado di certezza che il merito maggiore sia della sua interprete.

The Regime - 1x01 Victory DayLe capacità e lo straordinario talento di Kate Winslet sono noti a tutti, e dunque non stupisce che questo pilot – che come si diceva più su ha al momento delle zone d’ombra rispetto ai suoi obiettivi – riesca comunque a intrattenere, stupire e divertire proprio grazie alla performance dell’attrice protagonista, forse mai così camaleontica come in questa occasione. Il personaggio di Elena Vernham è infatti un concentrato di comportamenti anche molto diversi tra di loro, che vanno dall’essere autoritaria all’essere terrorizzata fino al panico, dal manifestare pragmatismo rispetto a determinate scelte all’essere quasi mistica, convinta com’è che ci sia un mondo onirico in cui si possano davvero incontrare persone non ancora conosciute. Elena Vernham è fragile e atomica al tempo stesso e Winslet riesce a incarnare ogni sua caratteristica in maniera impeccabile, arrivando persino a lavorare su dei piccoli difetti di pronuncia che la rendono ancora più ridicola sotto certi aspetti, inquietante sotto altri.
È infatti la volubilità dei dittatori l’elemento più centrato della sua interpretazione e dunque dell’intero pilot: sapere che si è sempre a un passo da un cambio di umore di un despota rende certamente spaventosi i momenti di rabbia, ma sono soprattutto le situazioni di calma e persino di divertimento quelle che tengono altissima la tensione. Si percepisce infatti quanto tutte le persone intorno a Elena siano obbligate a stare al gioco, non importa quanto questo sia ridicolo o politicamente insensato; quanto in certi momenti sia fondamentale far felice chi è al potere con lo stesso atteggiamento che si userebbe con un bambino, mentendo spudoratamente pur di mantenere viva l’illusione – e sopravvivere un altro giorno alla sua corte.
L’incontro tra Elena e Herbert è davvero la miccia esplosiva dell’intera miniserie, e lo si capisce dal pilot: perché la volubilità e una certa vulnerabilità della prima si uniscono alle ferite del secondo, tormentato dai sensi di colpa, incapace di gestire la rabbia e con ogni evidenza dominato da una vena vendicativa. L’unione tra queste due anime, ognuna manchevole a modo suo, è ciò che fa partire l’innesco: bisognerà vedere dove questo ci porterà e se sarà sufficiente a tenere in piedi tutto il racconto.

The Regime - 1x01 Victory Day“Victory Day” è di sicuro un pilot degno di nota, come non se ne vedevano da un po’ di tempo: è diverso da qualunque show ci sia in giro ora e ha un carattere visivo così surreale che in alcuni momenti ci si sorprende a pensare a Wes Anderson che incontra una distopia tirannica e una favola europea, in un paese sconosciuto e al contempo caratterizzato da dettagli riconoscibilissimi. La puntata ha un carattere magnetico, ma a uno sguardo più attento appare chiaro che le ragioni più evidenti siano Kate Winslet e la regia; a livello di struttura mancano ancora diversi punti all’appello, di cui la parte politica vera e propria costituisce l’aspetto più importante. Il fatto che siano previsti nel cast attori di rilievo come Hugh Grant nei panni del predecessore e oppositore politico di Elena Vernham e Martha Plimpton come senatrice statunitense fanno ben sperare rispetto al filone politico che, in questo primo episodio, risulta molto debole. Tra perfomance impeccabili e dubbi sulla scrittura globale della miniserie, ci sono tutte le ragioni – nel bene e nel male – per proseguire nella visione di The Regime e scoprire come andrà a finire: nella peggiore delle ipotesi, avremo comunque assistito all’ennesima performance straordinaria di Kate Winslet.

Voto: 7

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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