Dopo quattro puntate dall’inizio della seconda stagione l’unica cosa certa che possiamo dire è che Smash sia cambiato e non intendo maturato o evoluto, come il secondo ciclo di un progetto televisivo dovrebbe essere, ma solo cambiato.
Questo tipo di affermazione può sembrare banale, ma proprio per i suoi profondi mutamenti è ancora prematuro dare giudizi sulla qualità della serie, che va considerata come un nuovo inizio, un reboot dello Smash del 2012.
Il cambiamento dello showrunner ha davvero mischiato le carte in tavola, portando grosse novità soprattutto per quanto riguarda i vecchi personaggi, su cui c’è stato un grande lavoro – positivo o negativo si vedrà – che li ha trasformati in alcuni casi snaturandoli: è proprio questo il problema più grosso. Va bene cambiare certe atmosfere, certe dinamiche e dare anche una virata in pieno stile The CW alla serie, ma almeno i personaggi, soprattutto nelle fasi iniziali della stagione, non possono essere stravolti. Dopo quindici puntate di lente trasformazioni e cambiamenti graduali, ci risulta difficile comprendere come un certo personaggio possa comportarsi tutto d’un tratto in un modo così diverso da prima. Le puntate tre e quattro portano avanti questo grosso problema di continuità, che ha destabilizzato molti fan della serie.
1×03 – The Dramaturg
Nella terza puntata scopriamo ulteriori modifiche che il nuovo showrunner Josh Safran ha deciso di introdurre: ormai accantonati definitivamente alcuni ruoli minori della prima stagione (come la famiglia di Julia e il fidanzato di Karen, su cui si è deciso di puntare troppo poco e che, se sviluppati, avrebbero potuto regalarci grosse soddisfazioni), si è deciso di introdurre nuovi personaggi, che sono già entrati a gamba tesa nelle storyline principali.
Abbiamo già incontrato i coinquilini Jimmy e Kyle, baristi/artisti alle prese con un nuovo musical che non parte nel migliore dei modi e che probabilmente viene sviluppato ora dagli autori della serie per un progetto a lungo termine: creare le basi per un musical che poi verrebbe messo in scena nella terza stagione non è una cattiva idea, peccato che la serie navighi in acque così brutte che ci sono molte chances che un’ulteriore stagione non venga prodotta.
La seconda new entry è Peter Gillman, un drammaturgo (da cui il titolo della puntata), che solo con il suo arrivo spinge Julia a scrivere quelle scene migliori che serviranno a Bombshell per spiccare il volo a Broadway. È chiaro fin da subito che tra i due il rapporto non sarà solo lavorativo: infatti dopo la rottura lampo con il marito (che rimane inverosimile a livello narrativo date le svariate puntate precedenti di chiarimenti e di rappacificazioni), Julia è single e, benché tratti Peter in modo freddo e distaccato, c’è da scommetterci che i due saranno coinvolti anche sentimentalmente.
La puntata nel complesso risulta abbastanza piatta e le nuove storyline (compreso l’ingresso della Hudson, splendida interprete non valorizzata da una parte marginale e fine a se stessa) non aggiungono nessun ulteriore elemento, anzi: togliendo la competizione delle ragazze per diventare la nuova Marylin, la serie sembra impoverita visto che non è ancora riuscita a trovare un elemento di tensione che ci porti a fare il tifo per un personaggio in particolare.
Voto: 6
1×04 – The Song
Gli elementi che hanno caratterizzato la prima stagione e che mancavano nelle prime puntate della seconda sono riapparsi tutto d’un tratto della puntata numero quattro: nel nuovo Smash mancava la passione, l’ambizione e la musica, che invece sembrano riapparire tutte insieme in questo episodio.
Mentre la parte musicale finalmente decolla, sfortunatamente vediamo le nuove storyline ferme, senza grandi passi in avanti, se non per lo sblocco di Bombshell, che finalmente può andare in scena di nuovo. Questa parte, sebbene non particolarmente emozionante è anche risolta troppo velocemente: dare più spazio ad Anjelica Huston in questa situazione fatta di imprevisti e complotti avrebbe potuto mettere un po’ di pepe in più nel racconto, che risulta ancora troppo calmo. Addirittura i due rapporti più conflittuali di queste ultime puntate si risolvono in fredde conversazioni monosillabiche (Karen/Ivy) o sfociano in una collaborazione inaspettata, soprattutto perché nella scena prima erano volati insulti (Julia/Peter).
Voto: 7 ½
È chiaro che il nuovo showrunner stia ancora prendendo le misure per poi sviluppare nuove storie convincenti (e i primi spiragli di luce iniziano già a vedersi). Il problema è che questa serie è già arrivata alla seconda stagione e non può più permettersi di sperimentare. Ormai le decisioni devono essere prese e, vedendo gli ascolti tutt’altro che lusinghieri, sembra che il pubblico non apprezzi le ingombranti modifiche.