The Big Bang Theory – 4×19 The Zarnecki Incursion


The Big Bang Theory - 4x19 The Zarnecki IncursionEccomi qui a recensire per la prima volta una puntata di The Big Bang Theory, serie che ho amato alla follia, ma che in questa stagione è stata di gran lunga sotto le mie aspettative.
Sappiamo che non è facile gestire personaggi del genere, soprattutto se uno di loro – Sheldon, of course – diventa quello preferito dal pubblico e gli autori cadono nell’errore di puntare tutto su di lui: è inevitabile che la serie diventi da divertente e corale a one man show per sfociare, infine, nel “OMG, basta Sheldon!”.
Fortunatamente questo episodio apre ad un barlume di speranza, non dico di ritorno alle prime stagioni, ma quantomeno di tentativo ben riuscito di far ridere come una volta.

Con questa The Zarnecki Incursion finalmente torniamo alla vera essenza dei nostri personaggi: perché diciamocelo, ultimamente sembrava che la dignitosissima nerditudo, che in genere trasudava da questo show, fosse rimasta il più delle volte attaccata alla penna degli autori. Assistiamo, invece, ad una storia che di nerd e di surreale ha praticamente tutto: Sheldon, derubato di tutti i suoi averi in World of Warcraft ed ignorato rispettivamente dall’Fbi e dalla polizia, riceve l’aiuto dei suoi amici per risolvere il caso online con le stesse tecniche che si adotterebbero nella vita reale – soffiate, appostamenti, incontri, interrogatori.
Intorno a questa storia si muovono le vicende di Penny – con le sue ormai migliori amiche Bernadette e Amy Farrah Fowler – e quelle di Priya: è proprio sulla relazione tra il gruppo e le due ragazze che vorrei concentrare l’analisi di questo episodio.

Che Penny abbia acquisito, negli anni, la capacità di comprendere certi comportamenti dei suoi più cari amici, è un dato di fatto: mai, però, come in questo episodio la sua comprensione era sfociata in una sorta di empatia totalmente distaccata da qualunque giudizio, battutina o faccia stupita.
La sua riposta a Priya (“I don’t know what that means”Yeah, well, sadly I do”) mi sembra più un modo per rispondere sarcasticamente alla nuova compagna di Leonard che non un suo essere davvero spiacente di ciò che ha imparato a conoscere, non fosse altro per la sua manifestazione di affetto, travestita da cheesecake, verso Sheldon.

La verità sta nel modo in cui ciascuno di loro interagisce con la propria vita: mentre il gruppo è più orientato verso un mondo fatto di fantasia, immaginazione, creatività e teoria – “Anybody know anything about internal combustion engines?” “Of course!” “19th-century technology!” “Very basic!” “Does anybody know how to fix an internal combustion engine?” “No” “No” “Not a clue” – Priya è una donna con i piedi per terra e non comprende minimamente questo tipo di vita, che bolla senza alcun dubbio come passatempo infantile. In questo quadro si distingue proprio Penny, capace sì di vedere le cose in modo più distaccato proprio perché non le appartengono, ma in grado di offrire tutto il suo supporto dove il gruppo mostra i suoi limiti.

Così Sheldon, Leonard, Raj e Wolowitz riescono a gestire perfettamente la situazione nel mondo virtuale, ma falliscono in quello reale, mentre Penny, che si tiene ben lontana dalle frequentazioni online dei suoi amici preferendo a queste una serata tra donne, interviene dove può a completare le capacità del gruppo: dove loro hanno delle mancanze – confronto, scontro, contrattazione – arriva lei e i suoi metodi marcati Nebraska. Insomma, è vero, lei e Leonard non potevano stare insieme per sempre: tuttavia lei e solo lei riesce ad interagire davvero bene con queste menti sì geniali, ma in gran parte perse in un mondo tutto loro.

Tornando a Priya, devo dire che non riesco a farmela diventare simpatica, ma neanche un po’. La trovo altezzosa ed egoista, soprattutto nel suo voler cambiare Leonard – la storia delle lenti a contatto – e le sue abitudini – non vedere più Penny.
C’è da dire che in questo episodio alcune delle battute e delle scene più divertenti sono legate proprio a lei:

  • la serata ragazze e i discorsi legati agli scimpanzé della Tanzania (ok, non fa poi così ridere, ma partendo dal presupposto che nel gruppo c’era l’odiosissima Amy Farrah Fowler, il fatto che non mi sia venuta la voglia di entrare nello schermo e di mettere in pratica le abitudini dei suddetti scimpanzé è stato già un miracolo)
  • Raj che rischia di dare della poco di buono alla sorella con il suo “bros before…” e un “hoes” mutato subito in “my sister
  • la scena finale, che molti troveranno noiosa, ma che io reputo geniale soprattutto perché è quello che mi succede sempre quando entro in ascensore con qualcuno che detesto: la ripresa di 3 piani di scale in quasi assoluto silenzio – come me! – con un minimo accenno di imbarazzo quando Penny controlla il cellulare – lo faccio anch’io! – e, una volta giunte a destinazione, un graziosissimo saluto che nasconde un insulto mentale così potente da poter dare lezioni al nostro Ministro della Difesa.

Insomma, una buonissima puntata in cui le battute o le scene da citare sono persino troppe – nella mia classifica personale la preghiera iniziale di Sheldon “Why hast thou forsaken me, O deity whose existence I doubt?” è impegnata in un testa a testa con La Cavalcata delle Valchirie masterizzata sul cd di Beyonce, tallonata da Raj che propone di sacrificarsi per il gruppo offrendo le sue “virtù” in una squallida taverna virtuale.
Speriamo che si mantengano su questo livello e che, per piacere, continuino a dare poco spazio ad Amy Farrah Fowler – riuscite ad immaginare come io abbia risposto al nostro sondaggio, vero?

Voto: 7 ½

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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