American Horror Story – 1×10 Smoldering Children 1

Qualche rara volta accade che la fortuna ci assista ed una serie si riveli essere come il vino: intendo dire che migliori col passare del tempo, una sorta di crescendo positivo che alla fine ti lascia esterrefatto pensando al lontano Pilot a cui non avresti dato un soldo bucato. Ecco: questo è American Horror Story. Questo è quanto mi viene da dire dopo questa egregia puntata che distrugge ogni dubbio (se ce n’erano) riguardo alla qualità di questa serie.

Vi consiglio di vederla con la luce accesa, di giorno: a mio avviso questo è l’episodio migliore della serie, nonostante non sia dei più spaventosi. Come da abitudine ormai, la puntata si apre con un flashback: siamo nel 1994, nella Casa. Durante la festa del ringraziamento vediamo Addy, Costance e Tate che pranzano assieme a Larry: veniamo a scoprire che in realtà a sfigurare quest’ultimo a quel modo è stato Tate, che gli dà fuoco nel suo ufficio. Sì, avete capito bene: lo cosparge di benzina e se ne va, con un freddezza da serial killer. Scene come queste ti fanno amare il fatto che sia solo un telefilm. Scene come queste confermano quando detto sopra. Quello che mi sembra emerga in questa puntata è l’enorme dolore di queste persone. Queste anime lasciate a loro stesse senza l’affetto di cui tutti hanno bisogno sono diventate dei mostri, come Tate o Moira. Incapaci di esprimere quello che provano a parole, si danno all’azione: degli analfabeti emotivi, citando Galimberti.

Ma torniamo a noi: Ben cerca di convincere Vivien a tornare a casa dopo aver capito che è stata realmente violentata e che qualcosa di strano ed inspiegabile avviene in quella casa. Il rapporto che ora si sta creando tra Ben e Vivien mi sembra sinceramente molto interessante, per via della fiducia che i due dovranno dimostrarsi per sopravvivere alla Casa e per la difficoltà di attuare tutto ciò visti i trascorsi. Sarà una bella sfida per i due, soprattutto quando scopriranno il vero colpo di scena di questa puntata, di cui parleremo dopo. Nonostante ciò, l’episodio più che indagare la famiglia Harmony e seguire lo sviluppo di questa “bomba narrativa” si concentra su Constance e la sua di “famiglia”: la donna infatti viene indagata per l’omicidio di Travis e durante l’interrogatorio la polizia riesce a collegare tutti i crimini commessi dalla donna in passato, chiarendo alcuni punti e restituendoci un’immagine se possibile ancor più tetra di questo personaggio incredibilmente potente e d’impatto: la morte del marito, la dipartita di Moira e addirittura quella di Beau acquistano nuova luce, irradiata dalla sofferenza di questa donna che ha avuto solo la sfortuna di stare con le persone sbagliate al momento sbagliato, madre di quelli che possiamo definire tutt’altro che angioletti. Questi traumi e dolori l’hanno resa forte e fredda a tal punto da riuscire a portare a suo vantaggio anche una situazione drammatica come questa: il fascino di Constance infatti ha di nuovo la meglio su Larry che decide di addossarsi la colpa per cercare di riconquistare il suo amore. Bellissima e di forte impatto la scena in qui Larry chiede a Costance di dirgli per l’ultima volta “ti amo” e questa si rifiuta e va via lasciandolo miseramente al carcere, solo. Sinceramente mi dispiace l’idea di non vedere più la figura di Larry nella serie e spero che gli sceneggiatori trovino qualche escamotage per rimetterlo in libertà. Chi invece diventerà ancora più centrale è il personaggio di Violet, l’oggetto della bomba a mano che viene scagliata in questo episodio: scopriamo infatti che la ragazza in realtà è già morta e quindi è tecnicamente uno dei fantasmi della casa e non se ne può andare.

Questa trovata narrativa è a mio avviso semplicemente geniale, perché permette agli sceneggiatori di avere una scusa perfetta per far si che la famiglia Harmony resti ancora nella casa, dando quindi possibilità ad una nuova stagione: non sarebbe stato credibile che la famiglia fosse rimasta nella casa comunque e si sarebbero dovute inventare follie che avrebbero facilmente rovinato la qualità della serie. Lo veniamo a scoprire in un momento molto toccante, quando Tate propone a Violet di suicidarsi per stare assieme per l’eternità, come Romeo e Giulietta. “Smoldering Children” è in fin dei conti una grande storia d’amore: quella tra Tate e Violet e tra Larry e Costance sono due splendidi esempi di cosa si è disposti a fare per Amore, quello con la “A” maiuscola: quello che ti fa decidere di andare in carcere per una donna che non ti considera. Il personaggio di Tate è quello che riceve maggiore slancio da questa puntata. E’ già di per sé difficilmente inquadrabile: romantico e diabolico, stupratore e amante; sembra essere il reale centro caldo della Casa, quasi un figlio di questo luogo. In sintesi questa puntata riesce a portare a casa un ottimo risultato, mischiando sapientemente lo sviluppo dell’episodio e della serie con colpi di scena e momenti toccanti, conditi da idee semplicemente pazzesche come Larry che va a fuoco. Ma la vera sfida sarà tenere questo ritmo ed anzi farlo crescere nelle due puntate rimanenti: se riuscirà a fare ciò, questa serie non avrà nulla da invidiare a quelle tanto decantate dalla critica. Aspettiamo pazienti, con la luce accesa.

Voto: 9