Glee – 3×16 Saturday Night Glee-ver 5

C’è una nota positiva in questo episodio: peggio di così non potranno andare. Giudizio netto, assoluto per un episodio in cui persino il solito buonismo di cui è rivestito Glee diventa qualcosa di intollerabile, in un tripudio di falsetti e di canzoni senza convinzione e personaggi in pieno sbando. Insomma, Glee tocca una delle sue vette negative assolute.

Non posso usare mezzi termini per definire questo episodio di Glee – che pure in qualche aspetto ho sinceramente apprezzato. Metto le mani avanti, però: come i ragazzi, anche io ben poco apprezzo la discomusic, tanto più Saturday Night Fever e, un episodio praticamente basato su quel musical non mi è stato certamente d’aiuto. In realtà, però, il problema non sono state tanto le canzoni (anche perché Disco Inferno di Mercedes è ovviamente straordinaria) ma un insieme di cose senza senso buttate giù alla rinfusa e senza alcuna logica umana. L’unico elemento che in realtà ho trovato curioso – e non del tutto negativo – è l’assortimento di flashback che rimanda ad episodi del passato. Poca cosa per parlare di continuità, certo.

Partiamo da Rachel. Nella recensione della settimana scorsa mi ero dimostrato incredibilmente fiducioso circa la decisione della ragazza di continuare con il suo sogno nonostante il momento di sbandamento di Finn. Questo episodio, invece, apre proprio con Finn in crisi di identità, incerto sul proprio futuro dato che – chiaramente – l’idea di andare in California a pulire piscine non è esattamente il suo sogno nella vita. Rachel decide di aiutarlo e lo fa distruggendo completamente il proprio personaggio. La sua offerta di abbandonare lo showbiz non sta né in cielo né in terra ed è un vero affronto nei riguardi di questo personaggio. Mi si dirà: le persone per amore cambiano. Certo, comprensibile. Ponendo questo come il grande amore della sua vita, i cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani, ma si hanno mediante dei piccoli passi avanti che costruiscono il cambiamento stesso, cosa che non si può dire di Rachel, visto che fino a poco fa avrebbe ucciso i suoi genitori per salire su un palco di Broadway. E poi, aggiungo: che fascino rimarrebbe a Rachel se le togliessero la sua maggiore caratteristica? Oltre alla straordinaria voce, cosa può darci l’ennesimo personaggio che, una volta innamorato, perde le proprie connotazioni?

Superato il momento di sconcerto dettato da Rachel, alla fine Finn deciderà di fare l’attore – sì, abbiamo capito bene – e quindi si sposterà anche lui a New York (sarò curioso di sapere come potrà permetterselo). L’episodio, però, ci lascia anche “discutere” di Santana e Mercedes e il loro futuro (evidentemente Brittany è già data come caso perso). Santana esprime il suo desiderio di diventare famosa costi quel che costi e quell’adorabile lince di Brittany mette un loro video porno su internet con diffusione tra tutti gli studenti. Ed anche qui sono rimasto basito: come possono trattare un argomento del genere, che può distruggere intere reputazioni, con una simile facilità? Com’è possibile che nessuno, Santana compresa, si mostri particolarmente colpita dalla vicenda se non per imparare l’ennesima verità che Glee adora tanto propinarci?

Mercedes, invece, è straordinaria come al suo solito. Canta divinamente, è davvero una regina. La sua “storia” è, delle tre, la più delicata e quella trattata meglio. Certo, è necessaria anche per riaprire il flirt tra lei e Sam, ma tutto sommato non è un vero peccato.

L’altro personaggio di interesse, l’ultimo del Glee Project a dover essere inserito nella stagione, è Wade a.k.a. Unique. Essendo Glee una serie da sempre molto vicina alla comunità lgbt, non potevano esimersi dal trattare anche il tema di coloro che si sentono in un corpo dal sesso sbagliato. Lo si fa con una buona delicatezza (e complimenti alla voce, davvero straordinaria) ma, in buona tradizione con l’episodio, anche mediante delle insensatezze straordinarie. In primis, sinceramente non si sentiva la necessità di aggiungere anche questo capitolo in una puntata tecnicamente già pregna di discussioni ed avvenimenti. Trattando questa storia così rapidamente, si rischia di non prenderla particolarmente sul serio. Inoltre ho trovato molto fastidioso anche il modo di agire di Sue: pochi episodi fa eri divorata dai sensi di colpa perché un ragazzo gay vittima di bullismo ha tentato il suicidio e poco dopo decidi che è un bene per la squadra umiliarne un altro? Dov’è la coerenza in tutto ciò? E soprattutto, quando si decideranno a capire come sviluppare il personaggio di Sue?

Un vero spreco utilizzare Jonathan Groff in tre scene, tra l’altro assai poco incisive (è dalla prima stagione che ci propinano i coach dei Vocal Adrenaline come dei pazzi isterici). Ed infine, le canzoni. L’avevo premesso che il genere proprio non tocca le mie corde e nonostante la bravura di molti dei cantanti di Glee, non si può non percepire con un forte fastidio quell’utilizzo continuo del falsetto. In più, il numero stesso delle canzoni è estenuante: otto sono davvero, davvero troppe. Come già accennato, quella che ho preferito è sicuramente Disco Inferno, mentre le altre sono scivolate senza colpire particolarmente.

Al netto di tutte le considerazioni e preferenze musicali, è innegabile che questo episodio di Glee sia incredibilmente sottotono e a tratti persino delirante. L’unica consolazione – se tale la si può definire – è che peggio di così non si può andare. O almeno, è l’augurio che faccio.

Voto: 4