True Blood – 5×03 Whatever I Am, You Made Me 4


True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeUna sensazione di deja-vù accompagna la visione di questa nuova stagione di True Blood. Sensazione che non ha tanto a che vedere con il ritorno di personaggi già visti (Russell) o temi già accennati (l’Autorità), ma con una difficoltà degli episodi di decollare oltre le nuvole dell’ordinarietà seriale, come è accaduto per la deludente stagione quattro.

Questo secondo episodio quasi “di passaggio” continua a carpire la nostra attenzione su più fronti, in sottotrame frammentate, senza però avvolgere lo spettatore in quello spettacolo disturbante, metaforico e assolutamente sopra le righe che erano state le prime due/tre stagioni. La scrittura sembra aver preso la strada della “normalizzazione” (per quanto si possa parlare di “normale” riguardo True Blood), perdendo un po’ di freschezza sgangherata e sorpresa sconvolgente. Non c’è nulla di davvero perturbante in questa stagione, finora. I subplot di Andy (lo zimbello della polizia locale, umiliato sui social network) e Jason (il riconoscimento dell’insoddisfazione sessuale come crescita personale e riscoperta dell’intimità) sarebbero possibili in decine di altri racconti seriali. Non dico che siano poco interessanti (qualsiasi cosa batte il triangolo Jason/Jessica/Hoyt della stagione passata), ma si immergono con particolare timidezza nel mondo fuori dal mondo di True Blood. Apprezzo la capacità di raccontare storie più modeste nella follia di questo universo alternativo, a patto che, a differenza dell’anno scorso, si percorra una direzione più intrigante e più coinvolgente a lungo termine.

True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeJason ritrova una sua vecchia insegnante, rivelandoci il cliché della prematura perdita della verginità con un partner più esperto, che porta inevitabilmente all’ampia sessualizzazione priva di passione vera. Insomma il neo-poliziotto è nel bel mezzo di un’evoluzione; ha finalmente capito che desidera qualcosa di più che un ciclico svuotamento di gonadi per Vivere. Ciò lo porta a rifiutare, per la seconda volta in questa stagione, delle avances, chiudendosi nella malinconia di chi si rende conto di condurre una vita superficiale. Ad incontrarlo in questo suo momento di realizzazione è Jessica, che in pochi minuti rientra nel ruolo di confidente, nonostante fosse corsa da lui in preda alla furia erotica, dopo aver inseguito una nuova Fata per i boschi, inebriata dal suo odore.

Su questa nuova Fata c’è ben poco da dire, su quella vecchia poco in più. Nel disperato tentativo di accudire Tara, salvata tramite vampirismo dalle grinfie della signora Morte, Sookie si reca al Fangtasia per implorare Pam di occuparsi della sua progenie. Il disinteresse di Pam, occupata a rintracciare Eric via rapidi sms (ciao, Franklin, ci manchi!), è un’ottima occasione per mostrare quanto Sookie, ormai, sia in pieno controllo dei suoi poteri, tanto da essere capace di partecipare ad un’accenno di catfight con la sua “luce”- a differenza di Lafayette che non riesce ancora ad eludere o quantomeno indirizzare il suo lato oscuro, che compare da sé nei momenti di maggior tensione.

Se, dunque, Sookie è ancora relegata a ruolo di babysitter, Pam viene caratterizzata sempre più; impariamo a conoscerla aldilà delle sue battute pungenti e del suo ruolo d’assistenza marginale. Si può già dire che Pam è una delle protagoniste di questa stagione e segue il tema, davvero allettante, della ri-creazione.

True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeD’altro canto i flashback di Pam ci ricordano ancora una volta quanto il legame tra maker e prole non sia da prendere alla leggera. In questa sequenza frammentata assistiamo alla genesi del rapporto tra Eric e Pam, maitresse d’altobordo. Nella scorsa puntata c’è stato il loro primo incontro, che colpì Pam come una qualsiasi protagonista femminile di un super-hero movie (solo più macabro); qui, invece, i due consumano la loro attrazione, mentre Pam assiste ancora una volta alla brutalità di cui i vampiri sono capaci (ed ecco che torna Lorena, ad hoc). Questa sua consapevolezza e la successiva richiesta di essere vampirizzata lasciano erompere sullo schermo tutta la disperazione della situazione in cui si trova. Prostituta invecchiata, teme l’ostracismo sociale e una seconda metà di vita da passare in disgrazia, mentre l’allure dell’immortalità e la forza sovrannaturale le riservano nuove speranze.

True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeQuesta fascinazione per il vampirismo, ripescato finalmente in questa stagione, continua nel seguire Tara per i boschi, quando scopre per la prima volta la Notte con gli occhi di vampiro. Il romanticismo in stile Ann Rice (“Intervista col vampiro”) viene interrotto caoticamente dalla sua furia famelica, tanto che è costretta a chiedere aiuto a Sam. Come per Jason, anche per lei prevedo un’evoluzione non da poco. Abituata ad odiare se stessa e dunque il mondo circostante, Tara deve fare i conti con una nuova realtà e una nuova forma. L’idea del vampirismo la manda in bestia, ma come tutte le nuove esperienze è gravida di possibilità, perciò non escluderei, in futuro, un’acquietamento nella neo-umanità. Per ora l’idea che riesca ad accettare se stessa una volta per tutte è per nulla imminente, tanto che l’episodio si chiude su un suo tentativo di suicidio in un lettino abbronzante e l’immediato sentore di Pam, che gigiona con la classica chiosa sassy “You stupid bitch”.

A fare da punto fermo per la realtà terrena, priva di magia, rimane Arlene, che, nonostante il suo passato, resta ancora la tipica buzzura di provincia terrorizzata da qualsiasi cosa abbia l’aspetto di “diverso”. Persino Hoyt ha abbandonato il ruolo di ingenuotto indietro coi tempi, presentandosi al Fangtasia carico di eyeliner e disperazione. Il problema per lo spettatore non si pone, dato che, dopo quattro stagioni e passa, non ha più bisogno di un personaggio ordinario in cui identificarsi, ma è piuttosto avvezzo alla soprannaturalità e alla diversificazione dell’umanità.

True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeSul versante Authority, che rimane la colonna portante della stagione, progrediscono i preparativi per la ricerca di Russell, con tanto di iStake  (le pettorine satellitari antifuga) che cingono i pettoruti Eric e Bill in una continua strizzata d’occhio (omoerotica) ai fan e alla modernità applicata all’universo parallelo. I due giacciono nel letto di Salomé, individualmente. Questo personaggio, interpretato dalla dignitosa italiana (deo gratias) Valentina Cervi, dà nuova occasione agli autori di confrontarsi con la mitologia, dopo l’americanizzazione approssimativa della Menade.

True Blood - 5x03 Whatever I Am, You Made MeElla, per ora, appare come il braccio destro del leader assoluto del mainstreaming, che va a letto con i due presunti traditori quasi a voler percepire, carnalmente, il loro grado di lealtà. La fiducia, insomma, è nell’erotismo. Il letto non mente.

Infine l’esilarante Steve Newlin va a sostituire Nan Flanagan come volto ufficiale dei vampiri integralisti, mentre si approfondisce con cautela il tema dello specismo, che vede la divisione di questi dai Sanguinisti, come Nora, che alleverebbero gli esseri umani come bestiame.

Come si capisce da ciò che ho scritto di carne al fuoco interessante ce n’è, i presupposti per delle riscoperte e delle evoluzioni, pure, anche se la stagione non è ancora scoppiata in tutta la sua follia devastante. Noi però ci siamo ancora, coi nostri LOL e le nostre bevande fatate.

VOTO: 8

– In tutto ciò c’è anche il tempo per la progressione della relazione Sookie/Alcide, per la quale si pone l’ostacolo dell’omicidio di Debbie, annacquato nella confessione.

– Plauso anche al bellissimo Blues finale, che riprende il trend della serie di collegare titolo e canzone di chiusura.

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4 commenti su “True Blood – 5×03 Whatever I Am, You Made Me

  • Anto H.

    Bella recensione Frey, condivido ampiamente!
    Su una cosa però non sono certa come te: non è detto che Nora sia una Sanguinista: magari ha confessato solo e unicamente per non dovere dire che lei ed Eric sono fratelli! Alla fine è quello l’unico motivo per cui ha “tradito” l’Authority.
    Poi se lo sia o meno lo vedremo solo più in la, ma non mento nnel dire che se fosse così la trama si potrebbe solo arricchire.

    Mi spiace per la piattezza della sottotrama Jason: da questo punto di vista è più interessante il libro, in cui Jason è diventato veramente una pantera mannara (ma per una causa un bel po’ meno squallida rispetto alla serie tv). E Hoyt viene appena menzionato e (purtroppo) Jessica non esiste!

     
    • Fey L'autore dell'articolo

      Innanzitutto ti ringrazio.
      Per quanto riguarda Nora non escluderei nemmeno io una confessione buttata lì per proteggere il suo rapporto di sangue.
      Su Jason è meglio che non comincio, la questione “pantera” era una delle più interessanti dei libri e nella serie era cominciata in maniera davvero inquietante e in pieno stile true blood (quindi “squallida” in senso buono, a mio parere), peccato che poi sia stata accantonata completamente in favore del solito triangolo noiosissimo!

       
      • Anto H.

        L’inizio della storia delle pantere nella serie batteva 10 a 0 la storia del libro, oddio, un po’ osceno, ma ci stava!
        Sta di fatto che se Jason diventava pantera era certo meglio che poliziotto…. certi personaggi legati alla sua duplice natura nei libri avrebbero portato un po’ di rinforzo alla serie, meglio certo di Hoyt.
        Vabbè, consoliamoci con The Authority che in fatto a personaggi che ne sta regalando di stupendi!

         
      • Anto H.

        L’inizio della storia delle pantere nella serie batteva 10 a 0 la storia del libro, oddio, un po’ osceno, ma ci stava!
        Sta di fatto che se Jason diventava pantera era certo meglio che poliziotto…. certi personaggi legati alla sua duplice natura nei libri avrebbero portato un po’ di rinforzo alla serie, meglio certo di Hoyt.
        Vabbè, consoliamoci con The Authority che in materia di personaggi ce ne sta regalando di stupendi!