Nel nuovo panorama televisivo che si sta delineando in queste settimane, non c’è spazio per gli errori, soprattutto sapendo la velocità con cui nuove serie poco soddisfacenti vengono eliminate dal palinsesto. The Crazy Ones, comedy targata CBS, di errori non ne ha fatti, almeno durante la premiere, che ha colpito soprattutto per la presenza di un Robin Williams in splendida forma.
È lui il crazy del titolo (che interpreta Simon Roberts) assieme alla figlia Sydney, interpretata da Sarah Michelle Gellar (Buffy), Zach Cropper (James Wolk – Mad Men), Andrew Kennedy (Hamish Linklater – The Newsroom) ed il resto degli impiegati dell’agenzia pubblicitaria da lui fondata. Lo vediamo subito alle prese con una crisi creativa, che, aiutato dal suo team di colleghi fidati, riesce a risolvere nel migliore dei modi. The Crazy Ones non parla solo di un’agenzia pubblicitaria e non racconta solo una storia tra padre e figlia: i due temi sono fusi in uno solo e riescono a smorzare l’argomento familiare con una buona dose di tensioni sul posto di lavoro, con una storia ambientata in un mondo frenetico e pronto a mangiarti vivo.
Sono diverse le cose che hanno funzionato nell’episodio, per primo il fattore comicità: che una comedy faccia ridere non è scontato come può sembrare e David E. Kelley, creatore della serie, è riuscito nell’impresa. Lo stile fresco e moderno si addice ad un’agenzia pubblicitaria, così come la velocità nelle battute e il botta e risposta degli attori. L’aggiunta di una buona dose di nonsense non guasta (come quando Simon annusa i capelli della sua assistente Lauren per darsi coraggio prima di una riunione importante). La partecipazione di Kelly Clarkson, nei panni di se stessa, ha aumentato la comicità del pilota, grazie a piccoli momenti di imbarazzo, involontari o ben studiati, della cantante spiazzata davanti alle battute di Williams e company. Epico è il jingle che Simon si inventa al tavolo di un club per convincere Kelly a lavorare con lui, fatto di un misto di allusioni sessuali e terminologia da fast food che vale la visione delll’intero episodio.
Il secondo punto importante della serie è quello dei personaggi che Kelley ha iniziato a delineare partendo da Simon Roberts, che merita un discorso a sé, fino alla figlia Sydney e ai colleghi dell’agenzia. I ruoli maschili sono senza dubbio i più riusciti: il copywriter Zach ed l’art director Andrew fanno una bella coppia, anche se ancora non li abbiamo visti esprimersi al meglio. Sydney invece delude un po’: affidare alla Gellar l’ennesimo ruolo da bionda “un po’ stupida un po’ no” banalizza il suo lavoro, riportandola a vecchi ruoli che devono restare tali: se in Buffy la cacciatrice era una teenager e poteva permettersi di unire mosse d’arti marziali ad una dose di ingenuità tipica dell’età, e se in Ringer il ruolo di furba scema era divertente e coerente con la trama surreale, in The Crazy Ones ci si aspettava un ruolo più maturo e consono all’età. In questo caso il suo personaggio non è propriamente stupido ed ingenuo, ma comunque lascia trasparire questa idea. Kelly ci fa intuire velatamente queste caratteristiche, che mal si sposano con il ruolo di socio di un’importante agenzia pubblicitaria.
Il vero punto forte di questa comedy è senza dubbio la presenza di Robin Williams che riesce a spazzare via ogni altro personaggio della serie. Tornato in tv con un ruolo da protagonista dopo quello nella sitcom Mork & Mindy del 1978, Williams risulta perfetto sin dalle prime scene. Battute scritte su misura, unite alla sua naturale capacità di far ridere anche con uno sguardo, rendono il personaggio di Simon Roberts il migliore. È ancora presto per commentarlo da un lato più profondo, visto che nei diciannove minuti della puntata abbiamo avuto ancora poco tempo per conoscere il lato umano dei personaggi, ma è da scommetterci che nelle prossime puntate verrà fuori sempre di più anche la sua parte più intima e meno comica. Ciò non toglie che sia lui a reggere per tre quarti il peso dello show, unico elemento che alla lunga potrebbe sovraesporre il suo personaggio consumandolo prima del tempo.
Anche il pubblico americano si è accorto dei molti pregi di questa comedy, tanto da premiarla con dei grandissimi ascolti: sono stati più di quindici milioni gli spettatori che hanno seguito la premiere e che hanno portato la CBS ad essere la rete più vista, anche grazie a The Big Bang Theory, Two and a Half Men e Elementary che hanno mantenuto una media di quindici milioni di spettatori nella serata del giovedì.
Di fronte a questi numeri una domanda è d’obbligo: tutta fortuna o buoni programmi portano buoni ascolti? Verosimilmente la seconda è l’opzione più veritiera e se lo capissero anche i network a stelle e strisce avremmo sempre meno flop e più qualità in tv.
Voto: 8,5
Realmente sorpreso da questo pilot… Robbin Williams è a casa propria, si vede che gli hanno cucito addosso un vestito perfetto e ciò non può che giovare al lato comico della serie. Quoto praticamente tutto della recensione (cosa non è stata la scena al ristorante con Kelly Clarkson???), anche io ho trovato la Gellar un pochino statica ed un pò fuori ruolo, addirittura quella più fuori contesto di tutto il cast, ma forse è un effetto voluto ed è presto per giudicarla… Ho trovato debole (ed ho paura che sarà un canovaccio della serie) la parte finale dei buoni sentimentalismi alla Scrubs; se quel mischione di tragedia e commedia in Scrubs aveva avuto un effetto sorpresa che l’aveva trasformato nel telefilm che noi tutti oggi abbiamo adorato, qui sembra un qualcosa di già visto. Concordo che per dare una continuità ad una series è giusto aumentare il livello di profondità dei personaggi, ma proprio perché si tratta di un pilot credo che non sia una cosa necessaria FIN DALL’INIZIO, ed ho trovato l’ultima scena un pò fuori luogo.
Concordo con buona parte della recensione, ma trovo che 8 e mezzo si un voto eccessivamente alto. Io sono più sul 7,5. Divertente ma non l’ho trovato eccelso. Williams sicuramente fa la differenza e la scena del ristorante dove improvvisa la canzone è certamente la migliore di tutto l’episodio.
Questione ascolti, direi che è presto per dire che gli ascolti hanno premiato la qualità, credo per il momento la differenza l’abbia fatta avere The Big Banf Theory come traino (e che traino) e il nome di Robin Williams che sa sicuramente catalizzare l’attenzione.