Se la Marvel continua a consolidare la sua contaminazione al cinema e in tv con l’annuncio di numerosi nuovi progetti in collaborazione con Netflix e ABC, questo non distoglie le attenzioni da Agents Of S.H.IE.L.D. che, sempre di più, sta formando un’identità propria, solida e consapevole.
La premiere di questa terza stagione è stata folgorante e ricca di spunti, emblema del fatto che la serie è maturata ed ha saputo rinnovare se stessa nel corso di questi anni. Tante le trame lanciate, pronte per essere sviluppate nel corso degli episodi, ma le principali sono tre: la ricerca e il reclutamento degli Inumani che si rivelano al mondo, la scomparsa di Simmons e il mistero di cosa si trovi al di là del portale, la rifondazione dell’Hydra da parte di Ward. In questi due episodi si fanno grandi passi avanti in tutte e tre le direzioni, con un ritmo solitamente ben bilanciato che permette di non perdere il filo e di costruire dei personaggi con caratteri in continua evoluzione.
Chi aveva assoluto bisogno di rilancio in questa stagione era Simmons. Il personaggio interpretato da Elizabeth Henstridge non era stato sfruttato bene nell’annata passata, dopo il suo rientro nel team di Coulson: tutto il rapporto con la nuova condizione di Skye/Daisy aveva dato l’idea di essere troppo out of character e, a parte nelle sue interazioni con Fitz, non era rimasto un grande interesse intorno alla scienziata. Il colpo di scena di “S.O.S.”, inaspettato quanto riuscito, ha dato nuova linfa vitale alla sua caratterizzazione, che in questi due episodi, oltre ad essere fondamentale per lo sviluppo della trama, assume profondità e spessore, grazie anche all’interpretazione dell’attrice. Il suo salvataggio attraverso il portale è il punto più alto toccato dalla serie in questo inizio di stagione, nonostante la rapidità di come si arrivi a quel punto: se inizialmente poteva sembrare che gli autori volessero andare in una direzione, “Purpose In The Machine” ci spiazza proponendo un percorso alternativo che si trasforma ulteriormente nel finale di “A Wanted (Inhu)man” con un “have to go back” di Lostiana memoria.
Se c’è una certa sicurezza di giudizio sulla trama di Simmons, lo stesso non si può dire con il filone della rifondazione dell’Hydra da parte di Ward, personaggio sì interessante ma non sfruttato sempre al meglio. Il dubbio principale risiede nella possibilità che questa storyline covi in sé il germe della ripetitività e che, in futuro, possa ripresentarsi una situazione pressochè identica a quella delle prime stagioni: lo scontro con lo S.H.I.E.L.D. e il confronto con il team di Coulson. Tuttavia è ancora presto per trarre conclusioni, e per ora si deve concentrare l’attenzione sul personaggio di Werner Von Strucker, figlio del barone Strucker visto in Avengers: Age Of Ultron, un piacevole innesto che, soprattutto considerato il finale di “Purpose In the Machine”, promette di essere centrale nello svolgimento della vicenda al fianco di Ward.
A condire e rendere più interessante questo filone narrativo ci sono Hunter e May, sulle tracce di Ward per motivi diversi: il primo per conto di Bobbi, la seconda per tornare in azione dopo un lungo periodo di inattività. Quello che rende questa storyline parallela possibilmente esplosiva, tuttavia, non è tanto l’obiettivo quanto l’alchimia tra i due personaggi, che richiama il genere dei buddy movie e che, per la particolarità dei due caratteri, ne potrebbe rivelare una piacevole alternativa. Ming-Na Wen ha sempre fatto un buon lavoro interpretando l’agente May, e in questi episodi non è da meno, riuscendo a trasmettere perfettamente l’animo tormentato della donna che ha bisogno di ritrovare se stessa dopo gli sconvolgimenti della passata stagione.
C’è chi per maturare deve perdere la propria strada e chi addirittura una mano. Coulson non è più lo stesso personaggio della prima stagione: imparando dai propri errori ha capito che un leader deve prendere delle decisioni difficili, e alle volte eticamente dubbie, se vuole uscirne da vincitore senza che a rimetterne siano i membri della sua squadra. Questa presa di coscienza weberiana si concentra nella decisione che chiude “A Wanted (Inhu)man” di collaborare con l’ATCU, la nuova task force governativa che dà la caccia agli Inumani. Una scelta impopolare che proietta interessanti scenari verso il futuro, considerando anche la forza espressiva che Constance Zimmer è riuscita a dare al personaggio di Rosalind Price in questi primi episodi. Il punto dolente di questa storyline risiede nella prevedibilità di alcune scelte e in alcune forzature su cui bisogna chiudere un occhio; questo è fin troppo evidente in alcuni passaggi della fuga di Lincoln e soprattutto nella sua risoluzione.
La caccia all’uomo ottiene risultati migliori sul versante Daisy e sull’inversione di ruoli tra lei e Lincoln rispetto alla seconda stagione. Se prima era Skye ad essere terrorizzata dai suoi nuovi poteri e il ragazzo era stato fondamentale nell’aiutarla a controllarli, adesso è proprio Lincoln a temere di essere un pericolo per le persone che lo circondano. Tocca al personaggio di Chloe Bennet, quello che più di tutti è maturato in Agents Of S.H.I.E.L.D., essere per lui un punto di riferimento che lo aiuti a superare il momento di crisi. Il loro legame è cresciuto a dismisura, tanto da lasciar scaturire un sentimento più profondo tra due persone che si capiscono e che in realtà si sono sempre amate perché portano gli stessi pesanti fardelli.
Pur non avendo la potenza drammatica e il realismo crudo di serie come Daredevil, Agents Of S.H.I.E.L.D. intrattiene egregiamente. È uno show che prende coscienza di ciò che è e non pretende di essere qualcosa di più, ma lavora per migliorare ulteriormente gli aspetti che funzionano: i personaggi in primis, essendo una serie corale, e la trama orizzontale, ormai perfettamente calata nel Marvel Cinematic Universe. “Purpose In The Machine” e “A Wanted (Inhu)man” sono due episodi di buona fattura, con un ritmo interessante e che completano il lavoro di costruzione delle fondamenta della stagione iniziato nella premiere.
Voto 3×02: 7+
Voto 3×03: 7-
Questa stagione promette bene!
Però una cosa la devo dire, va bene che le storie d’amore sono un buon condimento per le serie tv, ma se fossi in Coulson avrei già mandato Skye\Dasy a quel paese, qua si rischia la guerra con gli alieni e lei si mette a sbaciucchiarsi col suo nuovo amico facendosi coinvolgere emotivamente, sarai potente ma se continui a innamorarti di tutti i colleghi under 35 che incontri più che agente dello Shield inumana sarai l’agente dello Shield putt… Da dun tss c’era pure la rima.
Comunque io sono sempre oggettivo quando guardo le cose, quel tipo elettrico ha fatto saltare in aria un gruppo di soldati che stavano facendo il loro lavoro e non gli hanno neanche sparato a vista, cosa che io avrei fatto data la pericolosità dell’obbiettivo, per non parlare dell’autobus, quindi dal mio punto di vista Electro è un soggetto altamente pericoloso e deve essere almeno rinchiuso in qualche cella apposita se non eliminato, altro che porcheggiare con la protagonista