Star Trek: Discovery – 2×01 Brother


Star Trek: Discovery - 2x01 Brother Dopo una solida prima annata, Star Trek: Discovery si affaccia alla prova della seconda stagione con una premiere che sembra promettere un legame sempre più stretto con i personaggi storici della saga.

Se lo scorso anno le figure più note e amate della serie sono rimaste giustamente ai margini del racconto, in modo da favorire la crescita delle numerose new entry, Burnham in primis, ora gli autori, forti di ciò che hanno costruito, sembrano pronti ad addentrarsi più a fondo nella mitologia di Star Trek, andando a intrecciare le vicende dell’equipaggio della Discovery con quelle dell’Enterprise, come aveva del resto già fatto intendere il finale.

Questo si traduce innanzitutto nell’introduzione come main character del capitano Christopher Pike (interpretato da Anson Mount), che si trova ad affiancare Saru al comando della nave e Michael nella missione alla ricerca dell’origine dei sette misteriosi segnali che paiono essere il motore dell’arco narrativo stagionale.
È proprio in questo segmento della premiere che si concentra il volto più action dello show, in cui quest’ultima incarnazione di Star Trek mostra il suo debito più evidente nei confronti della trilogia di J. J. Abrams. Complice la regia di Alex Kurtzman (co-creatore della serie e attuale showrunner) e, possiamo ipotizzare, un maggiore sforzo produttivo, le sequenze d’azione risultano ancora più convincenti che in passato. In particolare, la rocambolesca discesa sull’asteroide dove si trova il relitto della USS Hiawatha, oltre a riuscire a tenere lo spettatore con il fiato sospeso nonostante la consapevolezza che le vite di Pike e Burnham non sono davvero in pericolo, fa sfoggio di effetti visivi di ottimo livello che, almeno a giudicare dalla visione sul piccolo schermo, non hanno molto da invidiare a quelli di molti prodotti cinematografici.
La missione è anche l’occasione per introdurre un’altra gradita new entry, l’ingegnere Jet Reno (interpretata da Tig Notaro): nonostante i pochi minuti a disposizione, il suo personaggio si distingue già per un interessante mix di coraggio, ironia e intelligenza, andando ad arricchire un comparto di figure femminili carichi di potenziale.

Star Trek: Discovery - 2x01 BrotherCome viene sottolineato fin dal titolo, il cuore dell’episodio è però rappresentato proprio dal complicato rapporto tra Michael e Spock.
Dopo un primo affondo nell’episodio “Lethe”, interamente dedicato all’approfondimento del legame tra i due fratelli e Sarek, “Brother” torna a concentrarsi sul loro passato, avendo cura di non svelare troppo (non ci è dato ancora di sapere infatti il vero motivo dell’incrinarsi del loro rapporto) e al tempo stesso costruendo un interessante discorso diegetico ed extra-diegetico fondato sui binomi passato/presente, novità/tradizione e umano/non umano, quest’ultimo incentrato proprio sul concetto di empatia, già alla base della scorsa stagione.
La rivelazione finale, che vede Spock, di cui si sono perse le tracce, partito per una missione in solitaria volta a scoprire la natura dei misteriosi segnali e la loro connessione con le terrificanti visioni avute dal vulcaniano fin da bambino, pone senza dubbio delle basi interessanti per il prosieguo del racconto. Questi indizi sembrano infatti puntare verso una trama più incentrata sui rapporti personali e dal taglio più investigativo ed esplorativo, in grado quindi di differenziarsi dalla precedente, in buona parte dedicata all’aspetto bellico e allo scontro con i Klingon, ma è ancora presto per comprendere a pieno il progetto degli autori.

In definitiva, “Brother” si presenta come una premiere equilibrata, in grado di assolvere diligentemente tutti i suoi compiti, anche se forse un minor minutaggio (l’episodio sfiora i 60 minuti) avrebbe giovato al ritmo del racconto. La puntata alterna con sapienza action e introspezione, imposta il racconto rivelando quanto basta per incuriosire lo spettatore e, soprattutto, decide di puntare sulla contaminazione tra vecchio e nuovo.
La speranza è che questa scelta, già di per sé rischiosa per la reazione che potrebbe suscitare nei trekkie più incalliti, vada a costituire un ulteriore arricchimento per lo show e non un limite. Nella prima annata Discovery, nonostante qualche difetto, ha mostrato infatti la decisa volontà di aggiornare la saga, senza però mai snaturarla, introducendo nuovi personaggi, dinamiche e storyline che sono riusciti ad attualizzarla e renderla a suo modo rilevante, seppur all’interno della classica cornice vintage sci-fi: pensiamo al rapporto tra Stamets e Culber o a quello tra Burnham e Georgiou. Il rischio è quindi che l’arrivo di figure storiche come Pike e Spock finiscano per gettare nell’ombra personaggi ricchi di potenziale finora solo in parte messo a frutto come Tilly e Stamets, quando invece è proprio su questo aspetto che gli autori dovrebbero continuare a puntare maggiormente.
Certo, una cosa non esclude necessariamente l’altra, quindi non ci resta che proseguire la visione per scoprire se Kurtzman e i suoi collaboratori saranno in grado di portare avanti in maniera soddisfacente questo sempre più fitto intreccio di tradizione e innovazione.

Voto: 7

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