Better Things – 3×01 Chicago 3


Better Things - 3x01 ChicagoÈ passato poco più di un anno dalla fine della seconda stagione, ma chi ha amato ed apprezzato la scatenata famiglia Fox in queste due annate, non potrà fare a meno di notare che la mancanza di Better Things si è fatta sentire. Il merito, ovviamente, va alla cura e alla passione con le quali sono state rappresentate le vite di Sam e delle sue figlie nelle precedenti stagioni, costantemente guidate da un’autenticità capace di trascendere le bizzarrie e i momenti surreali dello show.

Le vicende raccontate dalla serie hanno sempre avuto l’immenso pregio, infatti, di riuscire a cogliere e a sottolineare alcune sensazioni – sperimentate più o meno da chiunque – in modo squisitamente originale, mantenendo, al tempo stesso, ben salde le caratteristiche sopra le righe appartenenti alle personalità delle nostre protagoniste. Ne consegue che una delle sensazioni più comuni in grado di trapelare durante la visione di Better Things, è quella di sentirsi preda di emozioni altisonanti: un attimo prima ci si diverte per qualche gag o situazione comica dello show e, un attimo dopo, una qualunque scena, dialogo o dettaglio sono capaci di investirci emotivamente in modo a dir poco inaspettato.
Questa particolare sensazione, per così dire, agrodolce dello show non manca a farsi sentire anche in questa nuova premiere, che ci catapulta subito nel bel mezzo di una di quelle giornate caotiche e faticose a cui ormai Sam ci ha abituati. Il ritorno in questo tipico mood permette agli spettatori di riconquistare quasi immediatamente la familiarità con la serie, facendo dimenticare ben presto il tempo passato fra una stagione e l’altra e, soprattutto, spazzando via gli ipotetici dubbi riguardo l’assenza, in questa stagione, di Louis C.K., co-creatore dello show e collaboratore alla scrittura fino alla seconda stagione. L’immensa bravura e, soprattutto, la grande versatilità di Pamela Adlon (spesso alle prese con regia, sceneggiatura e recitazione in contemporanea) non hanno fatto perdere a Better Things davvero nulla di ciò che le apparteneva, anzi: sembra che lo stampo autobiografico e la delicatezza con cui la talentuosa interprete ha affrontato questa sfida abbiano arricchito ulteriormente lo show di nuove e diverse sfaccettature.

Better Things - 3x01 ChicagoQuesto avviene perché Pamela Adlon ha sempre colto e dipinto in maniera sottile e originale le numerose tematiche a cui la serie si presta. In questo episodio in particolare, il confronto generazionale messo a fuoco dalle interazioni fra Sam e le sue figlie avvia il suo percorso attraverso la nuova avventura della primogenita Max: la giovane dovrà infatti iniziare il suo percorso al Columbia College di Chicago. Le scene e le foto in bianco e nero che ritraggono Max e Sam in compagnia prima dell’imminente partenza, oltre a brillare per la maestria tecnica con la quale sono state realizzate, colpiscono per il fatto di riuscire a sottolineare – attraverso gli sguardi delle due – ciò che resta, per così dire, sotto la superficie del loro rapporto. Un rapporto che, come abbiamo potuto ben vedere nelle scorse stagioni, è spesso e volentieri conflittuale e ci ha regalato ben poche manifestazioni di affetto spontanee.
Tuttavia, nelle pur brevi interazioni fra le due, si avverte con forza la presenza di un legame che non ha bisogno di troppe parole e che si esprime con semplici e significativi gesti di complicità i quali, alla luce della separazione temporanea fra le due, riescono a far crollare per un po’ la corazza di Max, permettendoci di osservarla sotto una luce nuova, ma forse più veritiera. La giovane, alla soglia di quel mondo di adulti tanto affascinante e spaventoso, è emozionata e fragile a un tempo, incuriosita dal vasto numero di possibilità (positive o negative) che le si stagliano davanti e intimorita dalle responsabilità che la attendono.

A tal proposito, “Chicago” sembra voler utilizzare la nuova avventura di Max per giocare su determinati contrasti riguardanti il tempo e, in una visione più generale, riguardanti le fasi della stessa esistenza umana. Attraverso l’utilizzo di situazioni ed eventi surreali – come Sam alle prese con l’atterraggio d’emergenza e, soprattutto, con la bizzarra visione del padre deceduto – la nostra protagonista sembra essere collocata in una sorta di terra di mezzo fra la vita che inizia e la vita che finisce. Non riuscendo a sentirsi più troppo a suo agio né in una dimensione giovanile (da cui si sente sempre più esclusa), né in una dimensione più matura, Sam ormai fatica a sentirsi comoda nei suoi panni, esattamente come quando, a inizio puntata, non riesce più ad indossare i suoi vecchi vestiti a causa di qualche chilo in più.

Better Things - 3x01 ChicagoMa, come sempre accade in Better Things, il confronto/contrasto generazionale appare come causa e soluzione degli stati d’animo di Sam: il legame instaurato con le sue figlie, nonostante gli innumerevoli ostacoli e problemi di cui sono causa, le ha permesso di ricucirsi con cura uno spazio in cui è libera di essere se stessa e in cui, allo stesso tempo, è capace di lasciare un’impronta duratura e positiva nella vita delle sue figlie e, in generale, di coloro che le stanno a cuore. Il temporaneo addio con Max e il ritorno a casa di una Sam esausta ma già pronta ad occuparsi di Frankie, sono solo alcune delle scene che sottolineano le peculiarità di questa dimensione che, pur aderendo alle personali caratteristiche e vicissitudini della protagonista, riesce a farsi capire senza sforzo dagli spettatori. Dopotutto, c’è sempre stato qualcosa in Better Things capace di risultare, per così dire, relatable anche nei confronti di chi vive una vita completamente diversa da quella della famiglia Fox. Il riuscire a toccare l’universalità di determinate sensazioni attingendo da personaggi così ben caratterizzati è uno dei pregi maggiori dello show, e forse è il motivo principale per cui, alla visione di episodi come “Chicago”, si incontrano con facilità quelle emozioni altisonanti sottolineate in precedenza.

Con la cura attraverso cui ha raffigurato un momento così cruciale della vita di Sam e delle sue figlie, per concludere, questa premiere non poteva introdurre la terza stagione in modo migliore. L’accurato e appassionato lavoro di Pamela Adlon ha prodotto un episodio che, attenendosi alla leggerezza e alla delicatezza tipiche di Better Things, ha tutta l’aria di indirizzare la nuova annata verso vette davvero altissime. I nuovi scenari che si presentano in casa Fox aprono la strada a sviluppi dal grande potenziale che, si spera, continueranno a farci divertire ed emozionare.

Voto: 8

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3 commenti su “Better Things – 3×01 Chicago

  • Annalisa Mellino

    Che bella recensione Denise, complimenti! Ancor di più leggerla “un po’” di tempo dopo dalla sua pubblicazione, e vedendo come ci avevi preso per tutta la stagione. Better Things è davvero una serie di cui è difficile parlare – a me sembra tu lo faccia sempre in una maniera precisa, introspettiva – e la tua recensione mi ha dato tantissimo su cui riflettere sia per l’episodio che per l’intera stagione (che ho finito ieri).
    Come hai detto tu, la serie lascia sempre lo spettatore quasi in “bilico”, non accompagna alla visione (intendo che non fornisce rigorosi giudizi morali, anzi) ma riesce a rappresentare benissimo tutti i contrasti della vita odierna e soprattutto dei rapporti familiari. Il primo episodio della terza è veramente speciale, l’uso del bianco e nero lo rende ancora più peculiare. Ancora non ho finito e già mi manca tutto, questo è il problema 😂

     
    • Denise Ursita L'autore dell'articolo

      Grazie mille :’)
      Sono contenta che ti sei trovata con le mie considerazioni anche durante il resto della stagione. Questo episodio in particolare, poi, è stato particolarmente malinconico in quel modo che soltanto la Adlon riesce ad esprimere.
      Goditi il resto delle stagioni perché, a mio parere, non fa che migliorare! Mi manca tanto, infatti 🙁