Castle Rock – Episodi 2×01/02/03


Castle Rock - Episodi 2x01/02/03There is nothing to worry about. I am your number one fan”

Chissà se Sam Shaw e Dustin Thomason avranno utilizzato la celebre citazione di Misery per convincere Stephen King della bontà del loro progetto Castle Rock.  Certo è che la serie tv di Hulu si è sorprendentemente affermata come una delle novità più positive dello scorso anno, a tal punto da convincere i vertici del network a rinnovarla per una seconda stagione.

Se, però, nella sua prima annata la serie aveva tentato di costruire un racconto “originale” (seppur con riferimenti a luoghi, racconti e personaggi di King), questa volta i due autori decidono di entrare in maniera più diretta nell’universo narrativo kingiano, costruendo quella che, a tutti gli effetti, sembra essere l’origin story del celebre e iconico personaggio di Annie Wilkes.

Ad interpretarlo, una Lizzy Caplan alle prese con l’arduo compito di smentire lo scetticismo generale, tipico di questi tempi  quando si tenta di ripetere un personaggio che ha già avuto una sua interpretazione leggendaria, in questo caso quella che regalò l’Oscar, il successo e la consacrazione a Kathy Bates (sebbene l’attrice ami ricordare che fu un altro personaggio kingiano, Dolores Claiburne, a regalarle il ruolo più bello della sua carriera). Caplan, già nominata agli Emmy Awards per il suo ruolo di Virginia Johnson in Masters of Sex, compie qui un lavoro di studio che sfiora i confini dell’imitazione, senza però mai caderci dentro, aggiungendoci anzi un tocco personale che emerge lentamente fino a regalarci le scene migliori nel terzo episodio.

Fin dalle prime scene, in realtà, fa quasi impressione come Caplan abbia saputo riprendere non solo camminata e movenze del personaggio, ma anche l’accento e la voce di Annie, evidente specialmente nei suoi piccoli monologhi caratterizzati  da un’intonazione crescente che va di pari passo alla sua progressiva  perdita di lucidità. Il leggero ciondolio della testa e dei capelli quando perde la pazienza, lo sguardo dritto nel vuoto nei momenti di silenzio, pieno di follia ma allo stesso tempo di paura e fragilità, sono tutti restituiti in splendido modo e grande equilibrio dall’attrice. Giunti alla fine del primo trittico di episodi che Hulu ha deciso di far uscire insieme, si ha la sensazione che sia proprio lei, per adesso, a sorreggere una storia che stenta ancora un po’ a decollare.

Castle Rock - Episodi 2x01/02/03La narrazione sembra per ora attingere principalmente da due opere letterarie, Le notti di Salem  e Il Corpo, racconto forse ormai meglio conosciuto ai più come Stand By Me, ovvero il film ad esso ispirato e diretto da Rob Reiner (non a caso lo stesso regista di Misery). Manca però un senso di coesione tra le varie storyline, forse proprio offuscate dal gigantismo della linea narrativa dedicata a Annie Wilkes. C’è da dire che né i personaggi né il cast per ora sembrano bucare lo schermo come l’anno scorso aveva fatto il gruppo formato da Andrée Holland, Melanie Linskey e Bill Skarsgård. Nemmeno l’attore più navigato del cast di quest’anno, Tim Robbins (altra star kingiana, direttamente da Le Ali della Libertà), riesce per ora nell’impresa di trascinare il pubblico (così come invece fece l’anno scorso Sissy Spacek), frenato da un’interpretazione stanca e sorniona del patriarca del clan Merrill di Castle Rock.

In generale, è proprio il senso di coralità e, soprattutto, di comunità (alla base di quasi tutte le opere di King), così ben rappresentato nella prima stagione della serie, a mancare. Sebbene per ora la maggior parte degli eventi avvengano nella vicina Jerusalem’s Lot (sempre parte del Castle County), se non fosse per qualche inquadratura di esterni, difficilmente riconosceremmo l’ambientazione di Castle Rock, elemento che non gioca a favore di una serie che invece come idea di base vorrebbe proprio esprimere quel senso di coesione di tutto l’universo narrativo di King. Certo, non aiuta il fatto che questi tre episodi siano totalmente privi di  connessione ad alcuni dei personaggi della precedente annata, non giovando a quel senso di continuità tra le storie, che invece dovrebbe essere la base del progetto.

Escluso il momento estremamente pulp che chiude il primo episodio (e che potrebbe ricordare per violenza quella di Misery delle “caviglie”, scena per la quale Kathy Bates dovette persino scusarsi nel suo discorso agli Oscar del 1991), e le sequenze di introduzione della celebre Marsten House (che introducono l’elemento più esoterico e soprannaturale di questa storia), i primi due episodi non regalano molti sussulti. Ci deve pensare il terzo a lanciare definitivamente la storia, confermando la strana e non riuscitissima tendenza di Hulu (vedi The Handmaid’s Tale) a lanciare insieme le prime tre puntate come fossero un unico pilot della storia.

Castle Rock - Episodi 2x01/02/03Il terzo episodio, diretto dal talento della quasi emergente norvegese Anne Sewitsky, è quello che osa un po’ di più dietro la macchina da presa, andando più a fondo nella follia di Annie Wilkes e nel suo rapporto con la figlia Joy (interpretata da una bravissima Elsie Fisher, che già a 16 anni vanta una nomination ai Golden Globe per il film Eight Grade). La regista ci regala venti minuti finali disturbanti, violenti e di profonda tensione, figli di un crescendo che rende sempre più problematico quel rapporto figlia/madre che nelle precedenti due puntate sembrava ricalcare (un po’ troppo) le dinamiche già viste per esempio in Bates Motel tra Vera Farmiga e Freddie Highmore.

In più, grazie alla scrittura di Scott Brown (Sharp Objects), il terzo è l’episodio che più sa bilanciare racconto originale e divertito citazionismo, come dimostrano le scelte narrative che vedono molti personaggi subire una sorta di legge del contrappasso: Annie Wilkes, che in Misery legava e torturava la sua vittima, è qui quella legata e “torturata”, mentre Ace Merrill, che ne Il corpo era il bullo che dava la caccia al gruppo di bambini alla ricerca di un cadavere, è qui il cadavere stesso di cui gli adolescenti vanno alla ricerca.

Proprio da questo, la serie deve ripartire per ritrovare la freschezza dell’anno precedente, senza dimenticare quel senso di coralità imprescindibile se si vogliono mettere insieme le diverse suggestioni di un autore che ha riscritto completamente la geografia del Maine per piegarla alle sue paure e ai propri demoni.

Episodio 1: 6,5
Episodio 2: 6
Episodio 3: 7,5

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