Skam Italia – Stagione 4 1


Skam Italia - Stagione 4Parlare di SKAM Italia non è cosa facile. Il primo ed innegabile motivo è la doppietta prodotto italiano/che parla di adolescenti italiani:  tendenzialmente il pubblico, quello abituato ad approdare su piattaforme come Netflix, mette in atto spesso lo scetticismo pregiudizievole che porta ad ignorare una serie del genere. Male, perché mai come in questo caso non c’è cosa più sbagliata.

SKAM nasce come webserie norvegese che ha dato origine ad un franchise che include sette remake, girati in vari paesi del mondo, oltre all’originale; il successo del format è così esteso che ha ispirato anche spettacoli teatrali (in Danimarca, ad esempio) e romanzi. Questo è il secondo motivo per cui non è facile circoscrivere Skam al concetto tradizionale di serie che, per alcuni versi, ricorda l’esperimento di Banana, Cucumber & Tofu di Russel T. Davies che nel 2015 aveva dato vita ad un threesome (come lui stesso lo aveva definito) multi-formato e multi-piattaforma, che andava dalla comedy al documentario, fino alla puntata-video su youtube. Nel caso di Davies però l’idea era di arrotondare in qualche modo il racconto, di inserire altri frammenti di storia attraverso degli approfondimenti, quasi a ritagliare delle storyline laterali (come una sorta di “serie poco fuori dalla serie”). Per Skam invece l’uso della fruizione ibrida, tra web e social, non è solo per mero mezzo da tam tam pubblicitario, ma è in primis la creazione sapiente di un flusso continuo tra la serie che vuole e si pretende reale e la realtà stessa, che spesso pretendiamo di addomesticare dandole i caratteri e le sembianze della finzione – e non è questa la sede per parlare dei cortocircuiti del reale che creano, per dirne una, le stories di Instagram. E, all’interno della serie, i social e il loro utilizzo sono ovviamente il linguaggio dei protagonisti, uno dei sintomi che porta alla totale immedesimazione da parte del pubblico.

Skam Italia - Stagione 4Dopo un’ingiusta cancellazione alla terza stagione, la serie è stata rinnovata per una quarta e, probabilmente, ultima stagione, passando da  TimVision a Netflix come distribuzione. Come accennato, il format italiano rispetta in larga parte quello norvegese, soprattutto per quanto riguarda i personaggi e le loro storie, cercando di calare tutto ovviamente nella nostra quotidianità e cultura. Se la prima e la terza stagione sono state vagamente più convenzionali (ma sempre scritte e dirette con grande intelligenza), è con la seconda stagione che Skam si certifica come imperdibile, riuscendo a raccontare la storia di Martino e i difficilissimi argomenti dell’omosessualità e della malattia mentale come forse non era mai stato fatto in Italia – giusto per giocare in casa. Qui con la quarta stagione e soprattutto con Sana al centro della scena, la serie arriva alla sua prova di maturità finale.

Ci sono moltissimi punti di contatto tra le due stagioni (così come ce ne sono tra la prima e la terza), dati sia dall’amicizia che lega Martino e Sana, sia dalla difficoltà oggettiva dei temi che decidono di mettere in scena. Quando si racconta di una minoranza, qualsiasi essa sia, il pericolo maggiore è rappresentato dall’azzeramento della pluralità.

Skam Italia - Stagione 4La tendenza del pubblico è di cercare cose che conosce, ricondurre tutto allo stereotipo e per questo, quasi inevitabilmente, chi dall’altra parte scrive la storia cade spesso nella trappola della semplificazione e banalizzazione. Se quindi Skam decide di raccontare la storia di una ragazza musulmana o di un ragazzo gay, ci si aspetta da un lato di vedere rappresentata o almeno sintetizzata tutta la comunità musulmana in Italia o la totalità del movimento LGBTQ+ e, dall’altro lato per diffidenza, ci si tara sull’attesa di qualcosa che sia solo copia edulcorata e normalizzata ad uso e consumo del pubblico etero e bianco. La verità è che Skam non cade in questa trappola e, in modo raffinatissimo, riesce a descrivere Sana come una delle tante ragazze musulmane in Italia la cui storia non pretende di esaurire l’argomento. Il vero fine è di svegliarci dal torpore, che non è solo la paura di chiedere o conoscere, non è semplice xenofobia, ma è una malattia ben peggiore: la mancanza di curiosità, la non voglia di problematizzare, banalmente di pensare al di là di quella che è la nostra piccola singolarità. E ad arrivare a questa conclusione non è solo il pubblico o le amiche di Sana che, per un misto di sentimenti oscillanti tra timore e svogliatezza, non avevano mai fatto domande alla loro amica; il grande punto di forza della serie è che mette in risalto anche quello stesso timore misto a svogliatezza di Sana stessa, che a sua volta aveva tentato in tutti i modi di tenere a distanza i suoi mondi, quello familiare/religioso e quello scolastico/amicale. Musulmana o italiana?

Skam Italia - Stagione 4 Uno dei passaggi più belli della stagione è un dialogo tra Sana e Malik, il ragazzo per cui ha una cotta, mentre di notte di ritorno a casa incontrano una processione cristiana con tanto di crocifisso e fiaccole. Sulle prime i due sono intimoriti, poi invece, complice il buio della notte, uno dei passanti dà a Sana la sua fiaccola scambiandola per una suora. Quella sera i due diciottenni parlano di fede, di cosa significa avere bisogno di credere, delle contraddizioni che si innescano tra la parola di dio e le azioni degli uomini; e nelle loro riflessioni, nelle loro parole non c’è nulla di artificiale o poco credibile. Ed è questa l’altra grande forza della serie: nei teen-drama (che già chiamarli così sembra voler dare un connotato negativo) il problema è spesso che o i personaggi sono poco credibili perché parlano come dei libri stampati e risultano finti, o sono dei perfetti imbecilli, ma così inetti che in modo opposto risultano altrettanto artefatti. Invece in ogni dialogo traspare sia l’ingenuità della loro età ma anche la voglia di andare oltre la superficie, e tutto scorre via con totale naturalezza. Non a caso, per tratteggiare al meglio il personaggio di Sana, la scelta è stata di avvalersi dell’apporto di Sumaya Abdel Qader, sociologa e attivista musulmana, che ha inciso moltissimo sul ritratto della ragazza. Non era un’impresa facile riuscire a far venire fuori così bene cosa significa essere una diciottenne musulmana e italiana, questo sentirsi continuamente fuori contesto, come se la protagonista fosse chiamata ogni giorno a dover decidere di essere o l’una o l’altra cosa, e poi il rapporto con la sessualità, con le regole, con i genitori (il rapporto madre-figlia è una delle parti più belle e commoventi), eppure in questi dieci episodi ogni argomento è perfettamente messo in scena e senza risultare in alcun modo didascalico.

Skam Italia - Stagione 4Sotto le storie di ciascun personaggio, costante fil rouge della serie è sempre stata la costruzione dell’amicizia tra le quattro protagoniste e proprio ora, sul finire della stagione, ci viene rivelato come tutto ebbe inizio: il nucleo primigenio era composto da Sana e Federica, poi ha visto includere Silvia, e infine Eva ed Eleonora. Quello che però non sapevamo è che l’amicizia tra le prime due si fonda sul senso di colpa, infatti Federica rivela a Sana (e a noi) di averle rivolto parola la prima volta perché mente pensante e autrice del meme “Sana Bin-Laden”, e quindi di essere colei che ha innescato il cyber-bullismo di cui è stata vittima sin dai primi anni di liceo.  Dopo il dialogo con Martino, che richiama quello avuto tra il ragazzo e Sana nella seconda stagione, questo è l’altro grande momento-verità che commuove e rende ancora più interessante la serie. È proprio a partire dall’amicizia tra le cinque ragazze, le sfigate, che nel corso delle varie stagioni nascono e si innestano le storie di tutti gli altri, che sembrano dei grandi cerchi concentrici che partono da quel nucleo primigenio; e tutte le loro vite vengono chiuse nel montaggio finale dominato dalla voce di Giovanni che, attraverso le parole scritte per lui da Eva, le stringe l’una all’altra nell’ultima puntata – sia di questa bellissima quarta stagione e forse anche della serie stessa.

Skam Italia è un viaggio imperdibile, da vedere tutto d’un fiato e che ci fa riflettere doppiamente sullo scetticismo citato in apertura: come il timore per il velo portato da ragazze di fede musulmana, il nostro errore più grande è sempre la diffidenza, quando invece non dovremmo mai dimenticare che è la curiosità (e anche un po’ di sano rischio) a muovere il mondo.

Voto stagione: 9

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet


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Un commento su “Skam Italia – Stagione 4

  • Travolta

    Concordo ottima stagione .In generale,fin dalla prima serie , molto meglio anche a livello interpretativo della serie originale.Speriamo in un proseguimento.