Space Force – Stagione 1


Space Force - Stagione 1Nel gennaio dell’anno presente, il ben conosciuto presidente degli USA annunciò la ripresa di un vecchio progetto per una nuova branca dell’esercito americano, la Space Force, che avrebbe dovuto “esportare la democrazia” dove la marina o l’esercito non sarebbero potuti arrivare: oltre la stratosfera. Ancora non si hanno notizie del progetto reale, ma si può intuire l’ilarità con cui fu accolta questa idea e, apposta o per incidenza, cinque mesi dopo ecco giungere un nuovo e ambizioso show Netflix: Space Force, creatura di Greg Daniels, che ha portato con sé da The Office la star Steve Carell, in buona compagnia. Il cast annovera come deuteragonista John Malkovich e come cast di supporto nomi familiari come Ben Schwartz (Parks & Recreations), Lisa Kudrow (Friends) e annovera l’ultima apparizione del comico Fred Willard, venuto recentemente a mancare.

Le aspettative attorno Space Force erano alte sin dal lancio del trailer, e non solo per i nomi coinvolti fra recitazione e scrittura: si prospettava una satira arguta sull’America di Trump, calata nel contesto di una science fiction non troppo lontana dalla realtà. La trama si concentra sulla figura del Generale Mark R. Naiard e affronta le asperità della sua missione, come in parallelo le difficoltà nel coniugarla alla vita privata. Le vicende spaziano dall’eterno contenzioso sulla corsa allo spazio ai rapporti fra il personale della base spaziale. Proprio quest’ultimo elemento è il perno tematico su cui l’intero show si basa: nell’attenzione alle dinamiche fra i personaggi, lo show affronta l’arco narrativo di un protagonista la cui evoluzione è palpabile, anche se forse non sempre convincente.

La narrazione di Space Force corre su due binari diversi: da un lato abbiamo le sfide che la squadra spaziale è chiamata a fronteggiare, dalle pressioni governative alla competizione con altre branche militari, e dall’altro vediamo come queste medesime sfide si riflettano sulle vite dei suoi componenti, dal generale Naird sino agli inservienti improvvisatisi astronauti.
Space Force - Stagione 1La pluralità narrativa e l’umorismo di questa prima annata hanno i loro alti e bassi, data la natura di assestamento narrativo che domina nello svelarsi dei primi dieci episodi. Forse a causa dell’intento di introdurre, più che raccontare, Space Force ha fatto molta fatica a convincere i critici in tutto il mondo, che pur apprezzandone i tentativi hanno considerato la sua comicità blanda e la sua satira poco convincente. Ad uno sguardo più approfondito, non sono tanto la mancanza di satira o di humor a piagare uno show che non è mal creato, ma a cui forse va dato un po’ di tempo e il beneficio del dubbio.

Quando la narrazione mostra il grande gioco delle parti politico, ecco che la comicità prende il sopravvento e la satira emerge, ma non è irriverente. Il contatto con il mondo reale è più vivido e la comicità, le gag sono di immediata fruizione, per quanto paradossali, legate molto bene anche alla coerenza del mondo interno allo show. Un esempio delle potenzialità comiche di Space Force si concentrano nel secondo episodio, uno dei migliori se non il migliore della stagione. In “Save Epsilon 6!” i segmenti comici sono molto riusciti e sanno strappare più di una risata, ma senza sacrificare l’identità dei personaggi. Il discorso di Naird sulla scimmia Theodore è una perfetta parodia del tipico film hollywoodiano a tema spazio e lo smielato finale del medesimo episodio dovrebbe essere una sintesi perfetta delle qualità di Naird; rimane, però, l’ambiguità se Space Force voglia valorizzare la sua figura o infittire la parodia sullo stereotipo del generale di ferro fino all’ottusità, ma dal cuore d’oro.
La parodia è una delle armi nell’arsenale dello show: è chiaro, pur mai nominandolo, che l’ambientazione sia il ritratto dell’America di Trump, che lui ne sia il presidente e Melania la first lady, altro inserto palese nell’episodio “Lunar Habitat”. Andando avanti, sono chiari i riferimenti nei giochi di parole: Tony Scarapiducci è un calco del realmente esistito Anthony Scaramucci, ex- media manager del suddetto, e il prepotente e machista generale rivale di Naird è chiamato Grabaston, un gioco di parole su Grab-Ass, un nome che non è lontano dal clima per cui certi ambienti sono tristemente noti.

Space Force - Stagione 1Ma dove non può la parodia, spesso fallisce la satira. Le occasionali frecciatine a Trump sul negazionismo climatico o sul suo machismo, le caricature delle mancanze più gravi di alcuni aspetti dell’ambiente culturale americano, non vanno oltre il semplice segmento comico. Manca una vera riflessione organica che dall’umorismo conduca alla satira; un esempio è anche la riunione del congresso in “Mark and Mallory Go to Washington”: una sequela di scene che caricaturano la realtà portando all’estremo, ma che non comunicano oltre la caricatura. La scelta di concentrare la narrazione sui personaggi e tralasciare il lato comedy della vicenda si è rivela un’arma doppio taglio: ha avvicinato lo spettatore ai personaggi, ma ha allontanato i personaggi della commedia. La ricerca della spia in “The Spy” non coinvolge e “Lunar Habitat” e “Conjugal visit”, per quanto fondamentali come episodi nell’arco narrativo di Naird, faticano nello strappare le risate come il primo dittico di episodi.

I proclami minacciosi in vista di guerre senza senso, l’invadenza del soprannominato Fuck Tony con le sue strampalate idee social, il corporativismo esasperato e certi aspetti marci di una società profondamente individualista e opportunista non vanno oltre dimostrazioni di consapevolezza, attraverso sin troppo bonarie prese in giro ridotte ad uno o due battute salienti, coadiuvate da qualche punta di black humour inabile nel colpire davvero e raramente in grado di raggiunge la profondità auspicata dalla satira. Anche le esilaranti scene dello stato maggiore alle volte stentano in questo senso, nonostante le ottime interpretazioni che vanno dal Patrick Warburton di A series of Unfortunate Events alla Jane Lynch di The Marvelous Mrs. Maisel.

Quando lo show rallenta il suo ritmo in un adagio più meditativo, la verve comica si affievolisce, ma qualcos’altro affiora durante la narrazione, un volto più nascosto, che si spera pianti preziosi semi che possano essere ricordati. La satira ne risente, il lato più scanzonato si nasconde dietro la fragilità dei suoi protagonisti e la narrazione sposta l’occhio per esperire la profondità di certi personaggi, tanto da non renderli semplici contenitori per l’umorismo della serie, ma dando loro una storia, un carattere delineato non solo dal loro ruolo in una commedia.
Space Force - Stagione 1I personaggi di Space Force sanno davvero brillare. Steve Carrell e John Malkovich offrono due prove convincenti, dimostrando un’ottima alchimia come attori e come personaggi. Le rispettive interpretazioni, con tutte le tipiche eccentricità del caso, si fondono nonostante le dinamiche che li legano subiscano scossoni a causa degli alti e bassi della narrazione e non raggiungano picchi di originalità. In ogni caso il loro rapporto funziona, tanto nei momenti di vicinanza quanto nelle difficoltà.

Attorno all’adorabile e ridicolo Generale Mark orbitano gran parte dei personaggi, dai suoi sottoposti alla sua famiglia. Guardare il mondo dal punto di vista del protagonista rende lo spettatore partecipe della sua evoluzione dal primo all’ultimo episodio: i discorsi bislacchi di Naird all’inizio dello show trovano un parallelo nella breve riflessione dalla medesima voce in “Proportionate Response”, quando Naird viene chiamato a prendere misure estreme a cui non desidera più ricorrere. È la realizzazione di un percorso fatto di alti e bassi, di ambiguità fra caricatura e spunti di dramedy, ma proprio questo potrà rendere il personaggio degno d’esser ricordato, nel bene e nel male.
Il Dottor Mallory espleta alla funzione di creare conflitto attorno e dentro il generale della Space Force e la personalità che potrebbe mancare nella scrittura del personaggio viene aggiunta dalla prova di Malkovich. Affiora un personaggio eccentrico e carismatico, pur cavalcando qualche stereotipo caratteriale di troppo. Il suo compito è sovente tirar fuori dagli impicci Naird, spesso perdendo la calma nel mentre, spesso sacrificando un po’ di sé stesso per la “grande causa” dell’arco narrativo di Naird, relegando anche Mallory a figura sul ciglio del Viaggio di Naird. Anche in questo caso, aleggia un’ombra di ambiguità: anche l’aiutante dissuaso dal buon cuore del generale è una parodia o il racconto di Greg Daniels vorrebbe, in qualche modo, una validazione per la figura di Naird?

Space Force - Stagione 1Il resto del cast si fa valere, nonostante l’ingombrante presenza del personaggio di Carrell. La famiglia del generale ha un ruolo di rilievo, sebbene sia la figura della madre che della figlia non siano mai davvero sfruttate del tutto. Maggie Naird è un personaggio complesso, che avrà di certo bisogno di più di una stagione per sbocciare davvero ed essere compreso; gli spunti in “Conjugal Visit” sono estremamente interessanti, per le riflessioni sulla monogamia affiorate e per ciò che la loro scelta vorrà dire per entrambi i coniugi, nella speranza che tali idee non scadano nel banale.
Invece, Erin Naird, la figlia ribelle e negletta del generale, rimane un po’ troppo sullo sfondo nonostante le premesse per il suo personaggio siano interessanti. Per Erin erano presenti tutti gli elementi in modo da creare un’evoluzione che la portasse ad interagire con un luogo in cui lei non ha interesse ad integrarsi ma è costretta a vivere. Il rapporto con la guardia Duncan e con il capitano Ali sono abbozzi di ciò che poteva essere e che avrebbe potuto migliorare il suo finale di stagione in “Proportional Response”.
Una piacevole sorpresa è la sottotrama romantica fra il dottor Chang e il capitano Ali anche merito delle ottime interpretazioni del comico Jimmy O. Yang e della cantante Tawny Newsome. Le trame hanno seguito i loro incontri più e più volte e hanno saputo raccontarne il rapporto tanto quanto dar spessore ai loro personaggi; il loro rapporto si costruisce attorno allo sforzo di Angela per diventare astronauta; sforzo che si corona con il suo arrivo sulla luna.

I momenti e i personaggi importanti non mancano, così come non mancano le idee e gli spunti; quello che aleggia su Space Force è la sensazione che nulla di tutto ciò ingrani realmente per i primi dieci episodi, ma come molti hanno già fatto notare, una peculiarità degli show di Greg Daniels è iniziare con una stagione introduttiva e poi decollare già dalla seconda o dalla terza.
Space Force è, ma non come avrebbe potuto essere. Si auspica possa avvenire lo stesso con questa sua nuova creazione, dato che le premesse ci sono tutte. Con un cast così e potenzialità tali sarebbe un peccato non prendere il decollo.

Voto:  6 ½

 

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