Brave New World – 1×01 Pilot 1


Brave New World - 1x01 PilotQuando un progetto rimbalza da un network ad un altro, non è mai un buon segno, specialmente quando diverse voci e idee iniziano a sovrapporsi. Ancor più, poi, se al centro di tutto c’è l’adattamento di uno dei romanzi più importanti del ventesimo secolo, quello che ha ispirato generazioni di autori nei decenni a seguire.

Rimbalzato da Syfy a Usa Network, per poi finire nella mani della NBC, Brave New World arriva come il progetto più ambizioso nel lancio della nuova piattaforma streaming Peacock. La distopia immaginata da Aldous Huxley nel 1932, quella di un mondo in cui l’umanità viene creata artificialmente e divisa in classe sociali predeterminate, e in cui la felicità è garantita dall’appartenza ad un unico “corpo” sociale determinato da tre semplici regole (No privacy, no family, no monogamy), è stata infatta la base per la creazione di molti altri universi futuristici concepiti negli anni successivi (compreso 1984 di Orwell). Si capisce perché questo adattamento si trova davanti all’enorme sfida (se ci si pensa, paradossale) di non dover risultare come qualcosa di già visto e rielaborato più volte, e di discostarsi da quei prodotti di cui è stato proprio fonte e ispirazione.

La sfida, purtroppo, risulta vinta solo parzialmente, perché la serie non osa e gioca su territori più sicuri, nonostante lo script di David Wiener (Homecoming) ce la metta tutta nel rendere la confezione il più intrigante possibile (riuscendoci molto bene in svariati momenti). Il primo ostacolo lo si trova a livello visivo: lo sforzo creativo di rielaborazione di questo mondo distopico risulta in molte scene particolarmente pigro, regalandoci sfondi futuristici la cui estetica lucida e patinata sembra più adatta ad un videoclip o ad una pubblicità, piuttosto che ad una serie matura come ci si aspetterebbe dal confronto con una pietra miliare quale è il romanzo. Questo rende tutto l’universo sicuramente più accessibile ad un pubblico vasto, ma dimostra scarso impegno nel saper dare una vera identità a luoghi che nel libro hanno importanza tanto quanto i personaggi.

Brave New World - 1x01 PilotIl secondo elemento più importante è proprio l’approccio: invece che distaccarsi da illustri predecessori, la serie sembra strizzare troppo l’occhio a serie e film di recente successo, da Black Mirror al meno riusciuto Altered Carbon. Esemplare, è il modo con cui sono state rielaborate le Terre Selvagge: da riserva (sul modello di quelle indiane) in cui la “vecchia” umanità era stata relegata, la serie le trasforma in un parco giochi in cui gli umani vengono usati per il divertimento degli abitanti del nuovo mondo. Nella sua ambientazione che strizza l’occhio al western, non è difficile individuare echi abbastanza forti di Westworld. Persino nella trama della rivoluzione, che sembra centrale nella serie, quando invece il romanzo seguiva una narrazione di carattere meno action e più esistenziale (forse proprio sullo stesso modello della prima stagione di Westworld), la serie dimostra di non saper prendersi dei propri rischi, preferendo confezionare un pacchetto che sia di più facile accesso possibile al grande pubblico.

E proprio questo problema ci porta al terzo grande punto di confronto: l’uso del sesso. Il romanzo di Huxley aveva una componente satirica che spezzava il carattere cupo della storia, ma allo stesso tempo la rendeva ancora più disturbante nella rappresentazione di una società libertina che non può concedersi un’intimità privata, ma in cui il “corpo” individuale appartiene al corpo collettivo. Questo ovviamente portava alla rappresentazione del sesso come pratica sociale di gruppo che era uno degli elementi più alienanti del romanzo. Questo aspetto è portato nella serie con un grande numero di scene di nudi e sesso, ma la cui carica disturbante è stemperata di nuovo da un’estetica da videoclip che ne inficia terribilmente sensualità, dirompenza e perturbanza.

Brave New World - 1x01 PilotPer tutti questi motivi, questo adattamento assomiglia più ad un’occasione sprecata a causa di poco coraggio, sebbene sia giusto dire che la scrittura ritmata e di mestiere di Wiener riesca a elevare il prodotto perlomeno sul piano dell’intrattenimento. Lo aiutano delle scelte di casting che, bisogna ammettere, sono pressoché perfette, specialmente nel trio di protagonisti: Harry Lloyd (il Vyseris di Game of Thrones), Alden Ehnrenreich (il giovane Han di  Solo: A Star Wars Story), e Jessica Brown Findlay (Downton Abbey) sono semplicemente perfetti nei ruoli, e rendono in maniera perfetta le crepe che lentamente si affacciano sui volti dei personaggi mano a mano che iniziano a percepire i problemi del mondo in cui vivono.

Viste tutte le vicisittudini del progetto, Brave New World non può definirsi una serie del tutto sbagliata, ma a vederla non se ne intravede l’importanza, né il peso e l’onore di portare sullo schermo uno dei capisaldi della letteratura moderna. Soprattutto in un momento in cui le varie piattaforme offrono serie e film di carattere distopico (aiutati da una CGI non sempre all’altezza, ma diventata ormai sempre più accessibile anche a piccoli progetti), serviva qualcosa che spiccasse di più nel mare di queste produzioni, e che orgogliosamente rivendicasse il ruolo di ispirazione per tutti gli altri. Il risultato, invece, è di basso profilo e cade nel paradosso di sembrare, al contrario, una scopiazzatura di tante serie e film di successo degli ultimi anni, e quindi una serie con poco carattere e difficilmente indimenticabile.

Voto: 6-

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Un commento su “Brave New World – 1×01 Pilot

  • Crudelio

    Perfettamente d’accordo con la recensione. Con quest’estetica e atmosfera sembra uno di quei film in cui c’è il/la protagonista che si dà ai bagordi giovanilistici per poi trovare la “persona giusta per me” e mettere la testa a posto. L’inquietudine della distopia per ora non pervenuta, vediamo nelle prossime puntate…