The Witcher – Stagione 3 Volume 2


The Witcher – Stagione 3 Volume 2A poco più di un mese dalla prima parte della terza stagione, The Witcher ritorna su Netflix per i suoi ultimi tre episodi di quest’annata, in una divisione in volumi che si rivela essere, come si immaginava, solamente un’operazione commerciale da parte della piattaforma.

Netflix si sta ormai rendendo conto come il successo del binge watching che aveva fatto di sé la grande novità nel panorama televisivo si sta rivelando sempre meno efficace nel mantenere alta l’attenzione della critica e del pubblico sui propri prodotti. Anche se siamo lontani dalla classica trasmissione settimanale degli episodi, ormai sempre più diffusa anche su Prime o Hulu, Netflix sta optando per una divisione in almeno due blocchi delle nuove stagioni delle proprie serie, soprattutto quelle di maggiore successo, basti pensare recentemente a Stranger Things.

È accaduto ora anche a The Witcher, la serie tratta dai romanzi fantasy di Sapkowski che porta a termine la terza stagione con tre episodi finali. La ragione di questa scelta si lega anche alla situazione unica in cui la serie fantasy si ritrova: alla fine di questa stagione, infatti, il suo protagonista – nonché la star della serie, Henry Cavill – abbandonerà la serie e verrà sostituito nello stesso ruolo da Liam Hemsworth. Non è questo il luogo in cui discutere le ragioni che ci sarebbero dietro questa scelta dell’attore – che siano divergenze di scrittura o altri progetti cinematografici di Cavill –, ma di certo la posizione in cui Lauren Hirsch e gli altri autori si sono ritrovati è tutt’altro che invidiabile dal punto di vista produttivo.

A fronte di una discreta prima stagione e di un’altalenante seconda, questa terza si è gettata ancor più decisa in una trama fatta di intrighi e misteri, alleanze e tradimenti: il tutto culmina negli episodi sei e otto appartenenti a questo trittico.

The Witcher – Stagione 3 Volume 2Diciamolo subito: il sesto episodio, nonché il primo di questo volume, avrebbe potuto – e forse dovuto – essere la conclusione della stagione. Si tratta del capitolo che porta a compimento – e poi all’esasperazione – tutta una serie di trame, che vanno dal tradimento di Vilgefortz all’arrivo degli Scoia’tael ad Aretuza, passando per una serie di ribaltamenti più o meno inaspettati. In quanto puro intrattenimento, l’episodio funziona molto bene perché ci pone davvero in una condizione di temere per la vita di un po’ tutti i personaggi secondari; il problema di fondo, che in parte indebolisce la sua trama, è che c’è tutta una parte di mitologia della serie che non si capisce o quantomeno non la si può apprezzare senza avere una certa conoscenza pregressa, che siano i videogiochi o i libri dell’universo di riferimento. La tendenza delle maghe a cambiare posizione politica o interesse, poi,  sembra quasi più schizofrenia che sete di potere. Il loro legame con Aretuza, luogo di crescita e da cui non riescono a sottrarsi, non è trattato con la giusta intensità, se non tramite il rapporto tra Tessaia e Yennefer.
Lo stesso vale per i numerosi intrighi di potere che si svolgono durante la stagione: non è sempre chiarissimo chi stia con chi, quali siano gli agenti in campo, né tantomeno la geografia stessa di questo continente è così ben delineata, un problema per uno show ambientato in un universo fantasy. Da questo punto di vista, forse anche tramite l’uso didascalico (ma riuscitissimo) della mappa nella propria sigla, Game of Thrones faceva un lavoro decisamente superiore.

Questi ultimi tre episodi sono segnati da grande inconsistenza: da un lato, l’episodio sei chiude i giochi che si erano fatti nelle puntate precedenti, perfetto culmine che – lo diciamo ancora una volta – avrebbe dovuto chiudere la stagione; dall’altro, gli episodi sette e otto ci introducono a quello che sarà, quasi come un esteso trailer o piuttosto un tentativo di ricordarci che la serie non finisce con l’abbandono di Cavill. “Out of the Fire, Into the Frying Pan” e “The Cost of Chaos” infatti, spingono il racconto in nuove direzioni, facendoci presagire quali saranno gli argomenti trattati in futuro senza trasmettere però una conclusione soddisfacente a quello che stiamo vedendo adesso. Se poi si considera che questi rappresentano gli ultimi momenti di Cavill come Geralt di Rivia, allora la delusione diventa totale. Perché si è scelto di concludere la stagione con due episodi così anticlimatici? L’episodio numero sette (il peggiore dei tre) è quasi tutto un lungo focus su Ciri alle prese con il deserto e le conseguenti visioni, una scelta che non brilla affatto per originalità. L’ottavo riguarda invece Geralt alle prese con le conseguenze della sua prima vera sconfitta, sia morale che fisica, e Yennefer che diventa la guida delle poche consorelle ancora in vita. Quello che, altrove, sarebbe stato una porzione ben più breve, o un modo perfetto per iniziare una nuova annata, qui conduce al più anonimo dei finali di stagione.

The Witcher – Stagione 3 Volume 2Si tratta di un’occasione persa anche per un’altra ragione: parlando di sviluppo dei personaggi, infatti, il focus è come sempre la crescita e l’evoluzione del trio di protagonisti. Geralt accetta infine che il suo mantra, la neutralità, non è più accettabile adesso che si è sviluppata una guerra totale nel continente: il suo lamentarsi di continuo e la fuga da ogni scontro è una scelta che non funziona più. Ciri, in modo simile, è decisa ad assumere un ruolo meno passivo nel suo racconto, anche se questo significa avere a che fare davvero con un potere di cui non conosce limiti e caratteristiche. E Yennefer ha sostituito la sua ossessione egoistica di maternità con una posizione da madre/maestra alla guida del suo ordine, portando così a compimento il bel rapporto con la sua maestra Tessaia. Tutto questo ha ragione d’essere, mostra come si sia effettivamente fatto un bel lavoro di scrittura sui personaggi, purtroppo non supportato da una struttura generale che li ha penalizzati e una trama che necessita essere indirizzata verso altri lidi.

Il Volume 2 della terza stagione di The Witcher è perlopiù una delusione. L’epico e riuscito scontro del sesto episodio è bilanciato dalla noia delle due puntate conclusive, che gettano alle ortiche quanto di buono fatto nel resto di questa annata e lasciano con l’amaro in bocca sapendo che Cavill, che ha incarnato Geralt nel migliore dei modi, se ne va un po’ in sordina. Quello che ci aspetta con Liam Hemsworth e la quarta stagione è troppo presto per immaginarlo, ma finora i risultati di questa serie non sono ancora quelli sperati all’inizio.

Voto: 5

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.

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