The Witcher – Stagione 3 Volume 1


The Witcher - Stagione 3 Volume 1Il tre è un numero speciale per il mondo di The Witcher: il terzo videogioco dello studio CD Projekt RED ha riportato alla ribalta il Continente e i suoi intrighi, il trio di Ciri, Yennefer e Geralt ha conquistato i cuori di tantissimi appassionati e Il Battesimo di Fuoco, il terzo romanzo del polacco Sapkowski, è uno dei favoriti della Saga di Geralt di Rivia, escludendo le raccolte di racconti.
Purtroppo, l’adattamento di Lauren Hirssch non nuota in acque tranquille all’uscita della terza stagione, malgrado i numeri tutt’altro che negativi. La decisione di Henry Cavill di abbandonare il ruolo del protagonista alla fine della terza annata è stato un duro colpo per i fan, contrariati anche dai notevoli cambiamenti rispetto alla saga letteraria in favore di un approccio volto a uscire dalla lunga ombra dei libri e soprattutto dei videogiochi, per trovare una propria identità. Il passo falso Blood Origin, il prequel con Michelle Yeoh e Lenny Henry uscito poco tempo fa, per esempio, è stato compiuto in direzione ostinata e contraria al materiale di origine, nel bene o nel male.
La seconda stagione aveva messo molta carne al fuoco e la nuova annata riprende le redini di tutte le trame e sottotrame lasciate in sospeso, cercando un raccordo con certi imprescindibili punti nevralgici dei libri, come l’arrivo di Ciri ad Aretuza e il ballo di Thanedd; sarà inoltre divisa in due parti, per creare un “cliffhanger” – la seconda parte uscirà il 27 Luglio – sulla scia degli esperimenti riusciti con Stranger Things, confermando una timida tendenza di Netflix a contrastare il binge-watching.

The Witcher - Stagione 3 Volume 1Sin dal primo episodio, “Shaerrawedd”, si nota una conferma in positivo per The Witcher: i personaggi e le loro dinamiche sono rimasti un pregio dello show, nonostante qualche scivolone rispetto al percorso di Yennefer nella precedente uscita. Ora che Yen, Geralt e Ciri sono di nuovo assieme, le prime scene convincono grazie al rapporto che gli autori costruiscono fra i tre protagonisti legati dal destino.
Le lettere lasciate da Yen a Geralt sono un buon espediente per reintrodurre i personaggi e aggiornarci sulle vicende, così come anche il mettere in scena nella quotidianità di tutti i giorni il dilemma di Ciri fra ciò che desidera essere, cacciando con il Lupo Bianco, e ciò che dovrebbe diventare grazie all’addestramento con la maga di Vengeberg. Questo struggimento della ragazza diventerà via via più forte nel corso degli episodi, quando l’idealismo della piccola leonessa di Cintra si scontrerà più e più volte con il pragmatismo dei suoi genitori putativi; per proteggerla, lo strigo tenta di insegnarle l’importanza del rimanere neutrali per sopravvivere in un mondo dove il conflitto è costante, un atteggiamento che gli costò molto caro nel primissimo episodio della serie, “The End’s Beginning”.

I ritorni, dall’austera Tissaia de Vreis al bardo Jaskier, sono altre conferme per la qualità del lavoro sui personaggi e la bravura dei nomi coinvolti; le interpretazioni offerte, infatti, danno sempre nuova vita ai personaggi dalla pagina allo schermo, con buona pace del fragore mediatico e del fandom che riconducono i pregi della recitazione al solo (seppur bravissimo) Henry Cavill.
I nuovi arrivi, come il principe Radovid (Hugh Skinner, Fleabag) e la maga Philippa Eilhart (Cassie Claire, The Sandman), sono una gradita aggiunta; il principe e la maga rappresentano due visioni diverse dello scacchiere politico che coinvolge il regno di Redania, completandosi con il maestro delle spie Dijkstra e il suo approccio più diretto – alle volte troppo. Tutti questi personaggi hanno sulla carta ottime potenzialità, data la caratterizzazione sempre a metà fra i libri e la reinterpretazione, che tuttavia vengono sprecate in una trama decisamente non all’altezza delle aspirazioni della serie.

The Witcher - Stagione 3 Volume 1Quando si esce dalle dinamiche fra i personaggi, anche i problemi più evidenti della serie trovano una riconferma e la brevità di questa prima parte rischia di acuirli, a causa del suo ritmo sin troppo serrato. I primi cinque episodi sbrigano molte sottotrame che avrebbero avuto bisogno di più tempo anche solo per essere digerite dal pubblico: un esempio sono le morti degli investigatori Codringher e Fenn o dello scoiattolo Gallatin, creato appositamente per la serie e sacrificato in pochi episodi per lo sviluppo del personaggio di Cahir, tra l’altro in un modo che lascia l’amaro in bocca considerato cosa rappresentano gli elfi nel mondo di The Witcher.

La trama principale si dipana fra i regni settentrionali e Nilfgaard, coinvolgendo la Fratellanza dei maghi e mettendo in scena una rete di intrighi politici che  non convince. Per esempio, il tradimento di Yennefer in “What is Lost” nella seconda stagione è quasi privo di conseguenze, se non qualche personaggio arrabbiato con lei, minando la tensione che questi giochi di potere dovrebbero ispirare. Allo stesso modo, la morte della regina di Redania è un colpo di scena gratuito che aggiunge ben poco alla trama: una mossa insensata che fa venire dei dubbi sulla competenza che dovrebbe essere il pregio di personaggi come Dijkstra e Philippa.

La ricerca di Ciri e la scomparsa delle novizie nella scuola di Aretuza si aggiungono a un gran calderone di intrecci sulla carta promettenti, ma la mancanza di conseguenze per le scelte dei personaggi e il già citato ritmo troppo serrato della narrazione spezzano l’immersione in favore dell’incedere di una trama che più che un ragno che tesse una tela sembra un toro che carica. Nell’avere buone idee male assortite, poi, è emblematico l’ultimo episodio, “The Art of Illusion”.
Ci sono tutti gli ingredienti per un mid-season memorabile: un antagonista sfuggente che svia i sospetti sul bigotto Stregobor, lo scoprirsi di vecchie ferite nei rapporti e lo stringersi di nuove alleanze, il tutto in una cornice che va avanti e indietro fra passato e presente. L’intera cornice risulta però vuota perché la storia finora non si è sviluppata a dovere, probabilmente per farci arrivare a questo punto nel minor numero di episodi possibili. Persino il ritornello cantato da Valdo Marx (il rivale di Jaskier) durante il ballo, dapprima un simpatico espediente per lasciar intendere gli intrighi politici in atto, rischia di stancare dopo l’ennesima volta che viene ripetuto.

The Witcher - Stagione 3 Volume 1Paragonare gli adattamenti al materiale di origine dà spesso addito a critiche facili e superficiali, ma il proseguire della storia pone un’importante riflessione sulle tematiche tratte dai libri e la superficialità con cui sono state trasposte,  anche nella perdita di spessore di alcuni personaggi.
Per fare un esempio, Tissaia de Vries e Francesca Findabair sono due donne in posizione di potere, che fra successi e fallimenti portano avanti le loro battaglie per sé stesse e per coloro che vogliono proteggere, e nonostante le evidenti problematicità, la saga di Sapkowski ha sempre avuto come punto di forza personaggi femminili molto sfaccettati. Nello show questo afflato rischia di annacquarsi a causa dell’inedita e sentita relazione amorosa con Vilgefortz per la prima e la perdita di un figlio per la seconda, nonostante le sempre ottime interpretazioni di MyAnna Buring e Mecia Simson. Queste motivazioni non sono un male in sé, ma non dovrebbero essere l’unico motore a muoverle in vista di eventi molto importanti che le coinvolgeranno, salvo scelte diverse in produzione.

Se ci fosse una parola che potrebbe definire questa prima parte della terza annata di The Witcher, sarebbe ‘scialba’. Le premesse lasciano ancora ampio margine di miglioramento e i personaggi reggono ancora debolmente il timone di una storia che però fa fatica a trovare sé stessa.

Voto: 6

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