
Berlín ci trasporta nello scenario della città di Parigi, dove si svolge l’intera stagione e dove troviamo il nostro primario alle prese con l’organizzazione di un colpo da 44 milioni alla più importante casa d’aste della città, in compagnia di una delle squadre con cui ha lavorato prima del colpo alla Zecca spagnola. Il protagonista, che non ha bisogno di presentazioni, è qui mostrato in veste rinnovata, anche per il ruolo di narratore che ricopre. Ma il suo rinnovamento è dovuto anche al nuovo contesto in cui si trova: l’ambientazione differente, i personaggi che lo circondano, ma soprattutto la cornice temporale e il ruolo di legittimato capobanda che riveste, sono tutti fattori che concorrono in questo senso.
Se sono ancora ben presenti il suo lato folle e le sue capacità manipolatrici, in questo nuovo contesto il celebre ladro viene tratteggiato in una veste molto più spensierata e positiva, e questo si riversa non solo sul suo approccio alla vita ma anche sull’attitudine al piano criminale. Infatti Berlino spiega sin da subito che il suo obiettivo primario non risiede tanto nel compimento del furto quanto nella realizzazione di una rapina scenografica, ricca di illusione e capace di lasciare di stucco anche la polizia. A livello pratico purtroppo manca un po’ questa promessa di spettacolarità e ci dobbiamo accontentare di un’esecuzione non sempre piena di azione. Inoltre, l’ideale del piano perfetto deve ben presto fare i conti con ostacoli che arrivano direttamente dall’interno.

Questa storia d’amore pericolosa fa scattare la dinamica amore-denaro che ci accompagna in tutte le puntate e che rappresenta uno degli elementi centrali della serie. Amore e denaro si alternano in un vortice che non lascia scampo al protagonista, il quale si trova in bilico senza riuscire a dare una reale priorità a uno dei due fattori. Questi si vanno ad accostare a un altro dualismo che procede di pari passo, quello riguardante follia e ragione, per cui si crea un meccanismo in grado di fargli mettere in discussione tutte le sue certezze. In nome dell’attrazione e del proibito Berlino rischia di mettere a repentaglio l’intero colpo, ma pur essendone cosciente non si ferma, spiegando più volte – nei diversi momenti di monologo e riflessione che troviamo nel corso degli episodi – che proprio il rischio e le emozioni forti spingono l’uomo a mettersi alla prova e vivere in modo pieno. Attimi fuggevoli ma intensi: in questo viene racchiusa la visione del personaggio che alla fine non compromette la riuscita del colpo, in parte tramite la capacità di conciliare l’attrazione per Camille con momenti di lucidità che gli fanno compiere mosse vincenti, e in parte grazie alla squadra che fa il resto del lavoro.
Infatti, seppur Berlín contenga meno azione di quanto ci si poteva aspettare, porta comunque a casa il risultato: mette in scena un piano ben orchestrato, una squadra che lo esegue trovandosi davanti a imprevisti in ogni fase – che danno un po’ di movimento e creano quell’elemento suspense necessario -, e presenta tasselli che si legano andando a creare una trama che tutto sommato regge, portando avanti parallelamente i diversi atti della rapina e la narrazione di Berlino e Camille.

Tra i nuovi personaggi spicca sicuramente Damián, che mette in scena esperienza e maturità, portando una prospettiva più saggia allo show, tanto per la capacità di mantenere l’ordine, quanto per il suo modo di affrontare la sua situazione personale, alle prese con la forte delusione della separazione dalla moglie. Lui rappresenta l’elemento di maggior equilibrio del gruppo, anche se non riesce a mantenerlo in tutte le situazioni, ma il suo tratto più distintivo risiede nella sua relazione con Berlino. Infatti, anche se i due attraversano momenti di scontro accesi e persino violenti, forse per la prima volta vediamo qualcuno davvero in grado di tenere testa al capobanda dal carattere così deciso. Viene così portato alla luce un altro tema, quello dell’amicizia tra uomini adulti e formati, che non è molto comune nei prodotti seriali, ma che fa scattare quei meccanismi di stima e comprensione reciproca che vanno oltre i contrasti, portando a una possibilità di riflessione sui legami personali nella vita adulta.
Gli altri compagni di crimine sono meno forti dal punto di vista caratteriale rispetto a Damián; a loro viene affidato un ruolo più funzionale e legato al furto, oltre allo scopo di far emergere diverse tematiche – che spaziano dai traumi familiari al senso di inadeguatezza verso la società – anche se queste non vengono approfondite al punto da poter dare spessore ai temi o ai personaggi stessi. Troviamo poi due figure già presenti nella serie principale, Raquel e Alicia, che si uniscono alla polizia francese nel tentativo di smascherare i banditi; le due hanno un ruolo solo marginale, forse più limitato all’omaggio che alla funzione a livello di trama, anche se fa sempre piacere vedere la bravissima Najwa Nimri.

Berlín con un contesto nuovo, una storia in parte prevedibile e un taglio “rosa” dato dal dualismo amore-denaro, si concretizza in un prodotto godibile e leggero, che ruota intorno al suo primario, ma pecca dal punto di vista dell’adrenalina attesa da larga parte del pubblico. Il rinnovo alla seconda stagione è quasi certo, anche se forse non c’è tutta questa necessità di andare oltre la prima: speriamo soprattutto che il prodotto non subisca la stessa sorte della serie madre, precipitata stagione dopo stagione.
Voto: 6/7
