True Detective: Night Country – Stagione 4 1


True Detective: Night Country – Stagione 4Dopo una prima stagione cult, True Detective, la serie antologica crime di HBO, ha visto un successo di critica e pubblico che nel corso degli anni è stato, a esser buoni, altalenante. Era quindi inevitabile tentare un cambio di rotta, a partire dal rinnovamento del team creativo, che infatti da quest’anno non vede più al suo timone Nic Pizzolatto, bensì Issa López, nella doppia veste di showrunner e regista.


Come vedremo, questo passaggio di testimone ha senza dubbio segnato un deciso
cambiamento dal punto di vista dell’approccio e, soprattutto, dello sguardo, senza però andare a intaccare i meccanismi e i topos ben oliati che abbiamo imparato a conoscere fin dalla prima stagione.
Già dalle prime puntate, i rimandi all’esordio della serie non mancano, tanto da far apparire questa annata come una sorta di soft reboot dello show – non a caso la prima e la quarta stagione sono state definite dalla stessa López complementari: ritroviamo infatti una coppia di detective dal passato oscuro e problematico; un crimine che allude a possibili risvolti soprannaturali (torna il simbolo della spirale) e infine un’ambientazione molto caratterizzata sia dal punto di vista estetico che da quello delle comunità marginali che la abitano.

La prima grande differenza rispetto al passato riguarda, è impossibile negarlo, la massiccia presenza femminile, che segna in questo senso una svolta sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo: precedentemente relegate a ruoli ancillari, oltre che a quello di vittima, in Night Country le donne assumono un ruolo centrale, sia come singoli personaggi che come comunità. Danvers e Navarro sono in tutto e per tutto due “true detective”, a partire dalla loro personale concezione di giustizia fino ad arrivare al modo in cui si evolve la loro relazione, ma, al tempo stesso, il loro sguardo sul mondo non potrebbe essere più diverso da quello di Marty e Rust. Grazie a quello che, all’apparenza, potrebbe sembrare un semplice gender swap, López riesce a rileggere la formula di Pizzolatto in maniera alternativa, ponendo alla base delle loro scelte, anche quelle più eticamente discutibili, una dimensione di genere.

True Detective: Night Country – Stagione 4Legata a doppio filo con questo aspetto è la rappresentazione di Ennis, in cui la marginalità femminile si intreccia con quella indigena. Strettamente dipendente dall’attività della miniera, al tempo stesso fonte di ricchezza e minaccia alla sopravvivenza dei suoi abitanti, la cittadina prende forma attraverso una convivenza di opposti – violenza e integrazione, vivi e morti, natura incontaminata e massiccio intervento antropico – che è dovuta proprio alla sua natura di confine, a cui si somma l’ingombrante assenza della luce solare. Anche in questo caso i punti di contatto si accostano alle divergenze: l’impressione generale è quella di una maggiore attenzione ed empatia nella rappresentazione, che permette ad Ennis e ai suoi abitanti di assumere una dimensione più profonda rispetto a quella di semplice, anche se affascinante, sfondo delle vicende.
Infine, è impossibile non menzionare l’aspetto soprannaturale, centrale come mai prima d’ora nella serie, fino a raggiungere dei picchi horror che, come è già stato notato, l’hanno avvicinata più a serie come Twin Peaks. In maniera in un certo senso più coraggiosa rispetto alla prima stagione, che finiva per ricondurre tutto all’ambito dell’umano, Night Country lascia infatti una porta aperta sulla possibilità dell’esistenza di uno spirito antico e vendicativo che avrebbe agito in sottotraccia rispetto al dipanarsi degli eventi, nonchè sull’interpretazione di Ennis come luogo di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

A fronte di una stagione che ha saputo mantenere un buon equilibrio tra la detection e il progressivo disvelarsi del passato delle protagoniste, il finale, pur essendo in buona parte soddisfacente, non manca purtroppo di difetti.
Partiamo però dai punti di forza: la scelta di portare avanti un doppio binario crime tramite il cold case di Annie K. e la morte degli scienziati, chiaramente collegati tra loro ma presumibilmente dovuti a figure diverse, è stata senza dubbio vincente, in quanto ha permesso di tenere alto il ritmo del racconto lungo tutto il corso della stagione, fino a giungere alla doppia rivelazione del finale. La scoperta del rapporto corrotto tra la base scientifica e la miniera che ha portato all’assassinio di Annie K. dà vita a un interessante corto circuito tra l’importanza della missione scientifica e le concrete e crudeli conseguenze che questa ha avuto sulla donna e sull’intera comunità di Ennis, scatenando una ribellione, tanto mistica quanto reale, delle sue vittime. Se è vero che l’inizio di questo racconto non può che essere ricondotto all’omicidio di Annie, proprio come la prima stagione si apriva con il ritrovamento di un cadavere femminile, la rivelazione finale circa le dinamiche della morte degli scienziati della Tsalal trasforma quella che poteva sembrare l’ennesima “donna nel frigorifero” in una storia di rabbia e vendetta femminile, di cui anche le due detective, non nuove a questo tipo di giustizia alternativa, diventano complici.

True Detective: Night Country – Stagione 4True Detective: Night Country – Stagione 4Nonostante ciò, “Part 6” risulta nel complesso a tratti confuso e sfilacciato, forse complice l’eccessiva lunghezza della puntata. Impegnato a destreggiarsi tra soprannaturale e crime una volta giunto il momento di svelare le proprie carte, l’episodio fatica infatti a comunicare in maniera incisiva la catarsi di Navarro e Danvers, confuse tra litigi, visioni e riappacificamenti, risultando inoltre un po’ maldestro nel modo in cui conduce le protagoniste, e noi con loro, alla scoperta della verità – pensiamo ad esempio all’impronta della mano mutilata dell’operaia. A questo si aggiunge, malgrado l’alto minutaggio, la frettolosità con cui vengono chiusi alcuni archi narrativi, in primis quello dell’agente Peter Prior, che avrebbe senza dubbio meritato più spazio a fronte delle atrocità che è costretto a vivere negli ultimi due episodi. Va detto però che si tratta in ogni caso di difetti che passano in secondo piano rispetto alla pregnanza tematica della risoluzione e ai pregi di scrittura, recitazione e regia che hanno caratterizzato la stagione nel suo complesso.

Recentemente HBO ha dichiarato che Night Country è stata la stagione più seguita della storia della serie, già rinnovata per una quinta annata con la conferma di Issa López come showrunner. Alla luce di quanto visto finora non possiamo che esserne contenti, checché ne dica Pizzolatto.

Voto: 7½ 

 

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Un commento su “True Detective: Night Country – Stagione 4

  • Boba Fett

    Il rito si ripete ad ogni nuovo True Detective: appigliarsi in qualche modo alla prima stagione. Non solo, c’è da mettere in conto anche l’inevitabile confronto, segno evidente dell’anomalia di questo show che invece di crescere, come accade solitamente alle serie firmate HBO e più in generale alle buone idee, regredisce di annata in annata. Per me questo Night Country è il TD meno riuscito, trama debolissima (caratteristica però peculiare di tutte e quattro le stagioni), ma soprattutto una pessima regia che abbrutisce il tutto. Trovo davvero sorprendente la conferma di un quinto, prossimo TD.