Inside No. 9 – 3×02/03 The Bill & The Riddle of the Sphinx 2


Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxDopo una lunga attesa, riprende la terza stagione di Inside No. 9, che era tornata con uno speciale natalizio di grande impatto e dal quale scaturivano alte aspettative ma anche diversi timori sullo sviluppo della serie.

Che Pemberton e Shearsmith abbiano un talento eccezionale è fuori discussione, ma, come è stato fatto notare proprio nella recensione di “The Devil of Christmas”, la serie ha connaturati nella sua natura sia il motivo del suo successo che il potenziale rischio di fallimento: la struttura relativamente fissa, che prevede una situazione iniziale a cui segue un ribaltamento con plot twist più o meno rilevanti, può facilmente portare ad una stanchezza creativa, o ad un rapido consumo di tutte le possibili varianti in grado di stupire lo spettatore.
Se prendiamo infatti la seconda stagione, la molteplicità di tentativi messi in scena – indipendentemente dalla loro riuscita – evidenziava già la presa d’atto da parte dei due autori di questa problematica: il loro voler impegnarsi in questa direzione, sperimentando strade diverse – ora riuscite, come con “The Twelve Days of Christine”, ora volutamente scontate, come con “La Couchette” – era sintomatico di un lavoro in continuo fermento, che sembra trovare in questa terza stagione uno sviluppo ancora diverso e decisamente interessante.

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxLa premiere di questa stagione, con il suo doppio twist, ha infatti dato quella che sembra una nuova linea su cui lavorare, ossia quella del ribaltamento continuo (potenzialmente infinito) delle situazioni: se con “The Devil of Christmas” il colpo di scena finale ci costringe a riconsiderare l’intera puntata, proprio nel momento in cui avevamo abbassato la guardia, “The Bill” e “The Riddle of the Sphinx” portano all’estremo questo meccanismo, accumulando continui cambi di prospettiva ed alimentando una confusione voluta. I risultati, benché diversi, evidenziano una forte volontà da parte degli autori di continuare a lavorare su questo difficile crinale, incappando anche in errori se necessario ma non smettendo mai di sperimentare con nuove soluzioni, nuovi modi per colpire lo spettatore.

3×02 “The Bill”

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxLa struttura di questa puntata, ancor più claustrofobica del solito poiché quasi interamente ambientata ai quattro lati di un tavolo, getta le basi del discorso dello spaesamento puntando tutto sulla confusione della situazione. Non è solo, infatti, un caos fatto di parole mal comprese, racconti a profusione, piccole fissazioni del taccagno del gruppo e discussioni su chi debba o non debba offrire la cena: è un disorientamento che mette a disagio lo spettatore, il quale fatica a comprendere il senso di quanto sta andando in scena proprio grazie all’altissimo (e intricato) livello delle interazioni tra i personaggi, che – come scopriamo poi – stanno semplicemente recitando, ma fino al minimo dettaglio, per truffare il riccone di turno.

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxPrima di scoprirlo, però, quello a cui si assiste è un continuo suggerimento di soluzioni che si rivelano poi sbagliate: il tema sembra essere ora il tentativo (di uno di loro? Due? Tutti e tre? O forse l’altro?) di farsi offrire la cena usando una sorta di psicologia inversa; ora la malattia di Archie; ora il gioco di potere tra quest’ultimo e Jerry, che culmina in una scena di altissima tensione come quella del coltello. L’attenzione dello spettatore è così spostata in continuazione, da una parte all’altra, fino a che il perfetto gioco dell’accumulo viene distrutto da un dettaglio, l’unico davvero imprevedibile: Craig, camminando sulla mano di Karen, si salva dalla fossa in cui stava finendo e svela l’inganno, che porta tutti i personaggi a rientrare nella loro persona e ad ammettere la truffa in atto. Simbolo di questo cambiamento è proprio il professore, apparentemente il capo dell’operazione, la cui voglia di “abbassarsi” ad un ruolo da timido e impacciato manifesta ancor di più la perversione del piano stesso, che oltre a prevedere il guadagno dei soldi prende in considerazione anche e soprattutto la soddisfazione personale di tutti loro di mettere in scena un teatrino così perfetto.

E tuttavia è sul finale che forse questo episodio perde un po’ di quella tensione così ben accumulata, con un twist di troppo che lascia un po’ di insoddisfazione: l’idea che Craig non venga ucciso ma al contrario assoldato dal gruppo per frodare altre persone è un colpo di scena molto soft, che smorza il lavoro costruito fino a quel momento con una nota non certo stonata, ma di sicuro meno d’impatto rispetto a tutto il resto.

3×03 “The Riddle of the Sphinx”

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxCon il terzo episodio la costruzione si fa ancora più complessa, fino al punto di richiedere – ancor più che per la puntata precedente – una seconda visione, per riosservare tutto dai diversi punti di vista elaborati durante i (mai come in questo caso pochi) trenta minuti di racconto.
Se con “The Bill” la confusione funzionale al twist finale era incarnata fisicamente dai personaggi in gioco e dalla quantità delle parole pronunciate, qui la difficoltà si trova tutta in una prima parte incentrata su indovinelli dalla risoluzione complessa, che rendono le risposte al cruciverba degli autentici enigmi da scoprire solo scavando all’interno di ogni frase, di ogni elemento suggerito nella definizione. Ed è interessante come sia proprio questa la chiave di lettura della parte più importante del racconto: l’enigma, ossia il triplice e intricatissimo piano di cui solo una persona conosce davvero le specifiche e le diramazioni, e di cui gli altri due saranno al corrente solo in parte, ma con l’illusione fino all’ultimo di avere tutto sotto controllo.

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxUna farsa che muta in tragedia: sin dal titolo il richiamo all’epica e al mito greco sono così presenti da diventare un sottotesto fondamentale, comprensibile però solo alla fine, quando all’evidenza del parallelo tra la Sfinge e il professor Nigel (che come la prima sottopone indovinelli, ma che sempre per il medesimo parallelo si troverà suo malgrado a mangiare la sua vittima), si somma quello con Edipo (il “Rex” come soprannome del giovane Simon, ma anche – in un ribaltamento di ruoli – quell’approccio sessuale inconsapevole del padre nei confronti della figlia). E volendo troviamo persino un altro riferimento classico, benché non pronunciato, come quello di Medea, la donna che pur di vendicarsi uccide la prole, esattamente come Jacob sacrifica quella che non è sua figlia ma che ha certo cresciuto come tale.

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxIl lavoro sul twist incessante continua; ma se nella premiere era un semplice raddoppio, e se in “The Bill” era utilizzato come manovra diversiva e come accumulo, qui è usato in un modo che sorprende spettatori e personaggi stessi. Infatti il piano a lunghissimo termine di Jacob si dirama in tante piccole varianti, così che le versioni delle storie diventano innumerevoli, le colpe si distribuiscono, le vittime e i carnefici cambiano in continuazione, in un crescendo che trova nella scena della cottura e della masticazione di un pezzo di carne umana quello che sembra il punto più alto e più basso al tempo stesso.
E invece non basta, ed ecco che il colpo finale consegna al diabolico piano una rilettura ancor più folle, che pesca a piene mani dai classici – coloro a cui dobbiamo le più grandi riflessioni su tabù e timori ancestrali – e ci rivela la verità più sconcertante: Nigel ha mangiato sua figlia, che oltretutto muore per un motivo caro all’epica – le colpe dei padri ricadono sempre sui figli. All’uomo rimangono solo vergogna e dolore, e questi non possono che portarlo alla morte, come in una perfetta tragedia classica. Ma non sarebbe stata una vera messinscena, quella di Jacob, se non avesse dimostrato il suo ruolo di burattinaio fino in fondo, l’unico e il solo a condurre i giochi fino alla fine: il proiettile da lui portato farà assolvere alla pistola di Čechov il suo ruolo prestabilito, con buona pace del teatro classico e moderno.

Se la scrittura di tutte queste versioni e il loro intreccio rappresentano di certo la punta di diamante dell’episodio, spiace tuttavia che un’eccessiva rapidità di questi ultimi passaggi rischi di inficiare il risultato finale, che avrebbe forse beneficiato di qualche minuto in più. Si tratta quindi di una puntata per nulla semplice, che, se ad un primo impatto produce tensione mista a spaesamento, richiede, come si diceva, una seconda visione per far apprezzare davvero la costruzione e l’attenzione a ogni singolo dettaglio.

Inside No. 9 - 3x02/03 The Bill & The Riddle of the SphinxSembra quindi che il percorso compiuto da Shearsmith e Pemberton sia quello di una nuova e più complessa rielaborazione del plot twist, che, pur adattandosi a generi totalmente diversi, pare essere alla continua ricerca di una nuova dimensione, necessaria davanti ad un pubblico sempre più attento e sempre più abituato alla fruizione (non solo con Inside No.9) di colpi di scena particolari e intricati. I due autori ne sono consapevoli, e il loro lavoro – come da loro stessa dichiarazione in passato – si basa proprio sul cercare di capire le aspettative del pubblico e di andare nella direzione opposta. Questo non sempre può funzionare, ma è solo grazie alla sperimentazione e agli inevitabili errori che ne possono scaturire che arrivano il progresso e l’evoluzione artistica.

La sensazione quindi, con questa prima metà di stagione, è che ancor più che in altre occasioni Pemberton e Shearsmith si stiano sottoponendo ad un lavoro che unisce spettacolo a ricerca, e che sposta i confini della narrazione costantemente, autolimitandosi al contempo con il luogo (sempre al chiuso) e con delle durate (trenta minuti al massimo) che rendono ancor più difficoltoso lo sviluppo delle vicende.
Il fatto che questi episodi rappresentino, pur con qualche piccolo difetto, delle sorprendenti novità in quest’ambito conferma le qualità degli autori e della serie da loro creata.

Voto 3×02: 7½
Voto 3×03: 8½

Note:
– Il cruciverba mostrato nella 3×03 è comparso sul The Guardian nel giorno di trasmissione della puntata, come potete vedere qui, con delle istruzioni speciali: “Having solved this puzzle, tonight’s episode of ‘Inside No 9’ on BBC2 at 10pm would interest you”. Come si è scoperto successivamente, è stato elaborato dallo stesso Pemberton.
– La scritta finale (RIP NHS) pare essere apparsa per caso durante l’elaborazione del cruciverba, motivo che avrebbe richiesto quell’aggiunta della battuta sul secondo nome di Nigel. Secondo alcuni spettatori, invece, sarebbe un messaggio politico molto chiaro (NHS è l’acronimo di National Health Service, il sistema sanitario nazionale inglese).

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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