Once Upon a Time – 2×02 We Are Both 3

Nel passaggio fra prima e seconda stagione, Once Upon a Time ha visto un’accelerazione repentina della storia, che ha apportato profondi mutamenti nella struttura della serie. A regnare ora sovrana a Storybrooke è la confusione: nessuno sa cosa sta succedendo e ancora meno cosa succederà – spettatori compresi.

Broken, nonostante sia stata una premiere molto generosa di rivelazioni e di sconvolgimenti, non ha fornito un quadro molto chiaro del nuovo scenario in cui si trova la cittadina del Maine dopo la rottura della maledizione.
Per questo gli autori, in questo secondo episodio, preferiscono da un lato rispondere ad alcuni quesiti irrisolti emersi nelle scorse puntate e, dall’altro, iniziare a delineare, seppur in maniera accennata, alcuni degli archi narrativi che vedranno protagonisti i vari personaggi in questa stagione.

Uno dei punti oscuri che non erano stati resi noti nella premiere riguardava la possibilità per i cittadini di Storybrooke di lasciare i confini della città dopo che la maledizione è stata infranta. La questione trova subito risposta nella prima scena della puntata quando, attraverso il sacrificio del povero Sneezy, i sette nani scoprono che è impossibile attraversare il limite cittadino se non rinunciando ai ricordi della loro vita precedente.

Una “terrible news” che non fa che gettare nel panico i residenti del posto, ma che coglie di sorpresa anche l’ideatore stesso della maledizione, Gold. Dalla reazione furente di quest’ultimo, possiamo facilmente dedurre che il suo piano era finalizzato, fin dall’inizio, a lasciare la città per poter finalmente partire alla ricerca di suo figlio Bae, trasportato nel “nostro mondo” attraverso un vortice dimensionale nella 1×19 “Return”.

“We are both”

In una condizione di completa incertezza, tutti si rivolgono all’insicuro Charming per capire cosa fare, ma il principe inizialmente, più che a badare ai problemi dei residenti locali, si concentra – giustamente, direi – nella ricerca di un modo per ricongiungersi all’amata Snow White e a sua figlia Emma. Solo quando la situazione volge al brutto, spinto da Ruby, David mette da parte le proprio esitazioni per evitare che gli abitanti di Storybrooke, spaventati da Regina, attraversino i confini della città, perdendo così i loro ricordi.

Il discorso di David/James, improntato sulla doppia natura del sua identità (reale e fiabesca), convince i vari personaggi a tornare in città e a vivere, almeno momentaneamente, ricoprendo le stesse mansioni che esercitavano i loro alter ego. Una situazione che lascia presagire un periodo di relativa calma, molto più simile a quello pre-rottura della maledizione.

“Power is Freedom”

Questo secondo episodio segna anche il ritorno alla struttura classica “alla Lost” con l’alternanza fra scene del presente e i flashback fiabeschi. A ricoprire il ruolo centrale – come era accaduto anche nella 1×02 “The Thing you love most” – è Regina, nella duplice veste di figlia-prigioniera nel passato e di madre-carceriere nel presente.

Nella parte fiabesca vediamo la giovane Regina alle prese con l’oppressione magica di sua madre Cora (che abbiamo avuto modo di conoscere in tutta la sua crudeltà nella 1×18 “The Stable Boy”); una situazione che porterà la futura Evil Queen a chiedere aiuto a Rumpelstiltskin e a sbarazzarsi della malefica strega – da segnalare il parallelo con la 1×02 dove Regina uccide l’altro genitore.

Sarà proprio dall’incontro con Tremotino che la giovane donna comincerà, spinta proprio da quest’ultimo, ad usare sempre di più la magia, scoprendo da lì a poco la sua natura malvagia.

A Storybrooke, Regina, convinta che attraverso la magia potrà conquistare l’affetto del figlio, riesce a riappropriarsi dei suoi poteri grazie al libro di incantesimi di Tremotino. La Mills, però, si rende presto conto che l’unico modo per far sì che Henry si fidi di lei è lasciare da parte la sua indole oscura e trovare un modo per ottenere la redenzione.

Lana Parrilla, con un’altra prova recitativa superlativa, riesce a portare sullo schermo in maniera convincente quest’evoluzione del personaggio di Regina, fattasi largo gradualmente già dai primi episodi della serie e che trova in questo (ma anche nei precedenti) un passaggio fondamentale verso il riscatto nelle file dei “buoni”.

La sequenza finale ci anticipa alcuni degli spunti narrativi che potremo vedere nei prossimi episodi: Geppetto sulle tracce di Pinocchio, i nani che sia avviano alla miniera alla ricerca di polvere di fata, ed, infine, il filone di Emma e Snow White, ambientato nel presente parallelo nella Foresta Incatanta, dove sappiamo adesso esserci anche Cora. Insomma, di carne al fuoco per i prossimi episodi ce n’è in abbondanza.

We are both è, in conclusione, un episodio di assestamento che da una parte fissa le nuove regole del racconto e dall’altra inizia a costruire le basi narrative per le numerose storyline che si articoleranno nel corso della stagione. Le aspettative dopo questo secondo episodio restano alte, vedremo nei prossimi se esse saranno rispettate o meno.

Voto 7

Note

– “Hey, let me ask you something: are the nuns still nuns, or can they, you know, date?” Idee su chi sia Whale?
– “Careful, dearie. These are straight-up spells. Rough on the system” “I don’t care if they turn me green”. Dalle parole di Gold e Regina sembra che il libro degli incantesimi abbia delle contro-indicazioni. Del resto “every magic comes with a price”.
– Jared Gilmore lo trovo semplicemente insopportabile. Davanti alla telecamera è finto e forzato in qualsiasi cosa faccia. Ogni volta che apre bocca in un dialogo con Lana Parrilla è uno vero shock.