gen:LOCK – Giovani mecha crescono


gen:LOCK - Giovani mecha cresconoRooster Teeth è una realtà affermata per molti appassionati di animazione e, soprattutto, di videogiochi: la piattaforma online racchiude in sé video di Let’s Play, podcast, live-action di natura comica e, non per ultimo, è stata pioniera nel campo delle webseries animate.
Red vs Blue è stato il primo vero esperimento da parte dei creatori Rooster Teeth. Nato come machinima, è ambientato nella galassia del videogioco Halo e ha presto assunto una vita propria, con dei personaggi e una storia originali, tra cui una protagonista oramai iconica tra gli appassionati; sulla sua trama gravava ancora una scrittura acerba, ma coraggiosa. Red vs Blue detiene inoltre il primato come webseries animata più longeva, con sedici stagioni all’attivo dal 1° aprile del 2003.
Il secondo prodotto più famoso della soprannominata RT è R.W.B.Y., altra webseries tra fantasy e sci-fi che ha reso più audace il modo di raccontare storie, in una crescita che si riflette nella serie stessa, che di stagione in stagione abbandona l’alone di fanmade e approda a lidi più professionali di storytelling e animazione, portando al successo la piattaforma negli U.S.A. e oltre.
Gen:LOCK è il frutto di questa decennale esperienza: il nuovo show targato Rooster Teeth si presenta come un cartone animato sci-fi del genere mecha, creato dalla penna di Gray G. Haddock, e sfoggia un cast di stelle della serialità e del cinema.

Ambientato nel 2068, quello di gen:LOCK è un mondo in guerra: l’alleanza internazionale chiamata The Polity combatte contro l’espansione di una fazione autarchica, sotto il nome di The Union, che minaccia di inglobare nella sua morsa gli Stati Uniti, forte di una nuova arma batteriologica in grado di infettare uomini e macchine.
gen:LOCK - Giovani mecha cresconoPer correre ai ripari, The Polity si affida al progetto gen:LOCK ideato dall’istrionico Dr. Rufus Weller (con la voce di David Tennant Doctor Who, Jessica Jones), che coinvolge giovani menti di individui particolarmente compatibili con un’arma segreta: il pilota americano Julian Chase (Michael B. Jordan), la hacker scozzese Cameron “Cammie” McCloud (con la voce di Maisie Williams, la Arya Stark di Game of Thrones), il ribelle giapponese Kazu Ida (Kōichi Yamadera, storico doppiatore nipponico), la rifugiata Yasamin Madrani (l’attrice Golshifteh Farahani) e la tiratrice scelta, lupa solitaria Val/entina (a cui presta la voce Asia Kate Dillon Billions, Orange is the new Black).

Risulta subito chiaro come gen:LOCK possa vantare un’animazione che raggiunge il successo nell’equilibrio tra realismo e fantasia. La maggior parte della prima stagione si svolge all’interno delle basi militari della Polity, ma questo non si rivela un limite: le ambientazioni sono animate da un lavoro certosino, dal design dei personaggi agli sfondi. L’idea di un mondo vivo e pulsante non abbandona mai lo spettatore e lo immerge nello show, sia che la storia lo porti nel laboratorio del Dr. Weller, sia che lo conduca nei dormitori dei protagonisti o all’interno di scenari urbani ad ampio respiro, come le versioni futuristiche di città quali Chicago e New York. Questo lavoro di fino consente anche di ritrarre al meglio la tecnologia fantascientifica del cartone tramite i mastodontici mecha o le sinistre volute di fumo del virus della Union. Inoltre, gen:LOCK brilla particolarmente nelle adrenaliniche coreografie dei combattimenti tra i giganti di metallo e nelle eteree sequenze all’interno delle menti cibernetiche che uniscono uomo e macchina.
gen:LOCK - Giovani mecha cresconoIl setting dipinto dagli animatori non è diverso da quello di tante classiche storie nel genere fantascientifico più blasonato: un combattimento tra due fazioni opposte, dove i nemici dei protagonisti sono deumanizzati in quella che appare una canonica battaglia tra bene e male. Il worldbuilding risulta appena abbozzato all’infuori della trama, che si concentra più sui volontari del progetto segreto che dà il nome allo show, sviscerando le sue tematiche in un unico senso.

Tuttavia, essendo la prima annata composta da appena otto episodi, può esserci ancora tanto da mostrare dopo questa stagione introduttiva, dove si è giustamente deciso di mantenere l’attenzione sui personaggi, che sono il vero punto di forza dello show.
Oltre al doppiaggio che coinvolge un cast di altissimo livello, gen:LOCK vanta una caratterizzazione di tutto rispetto dei protagonisti come dei comprimari, che non rivestono il mero ruolo di gregari nella narrazione, ma spesso assumono il ruolo di maestri e mentori, nelle vesti più disparate.
La cura di cui ha goduto l’animazione si ritrova anche nei personaggi a cui dà vita: nell’arco di poche puntate, ogni volto che popola questo mondo distopico diventa perfettamente riconoscibile, a prescindere dal suo ruolo nella storia. Un esempio è Miranda Worth (doppiata da un’altra stella, Dakota Fanning – The Alienist), che non è semplicemente un love interest di Julian Chase: la sua personalità viene infatti esplorata nel loro rapporto, che entra in crisi per cause di forza maggiore, in un confronto che nulla ha a che vedere con un canonico romance. Gli autori non si sono risparmiati nel presentare tematiche che lo sci-fi alle volte ha tralasciato nella sua lunga storia e questa ricerca si riflette nella giovane squadra di protagonisti. Anche qui, gen:LOCK promette un importante equilibrio tra le personalità dei suddetti protagonisti e i nuovi temi da affrontare.
La squadra del progetto gen:LOCK è eterogenea, ma non solo per la differenza di caratteri così ben delineati e in opposizione tra loro (come ad esempio l’estroversa Cammie e l’intransigente Madrani, oppure la quieta lascivia di Val/entina e l’ingenuità di Kazu Ida): le differenze giocano un ruolo fondamentale nel loro sviluppo e toccano temi importanti come l’identità di genere, la disabilità e il rapporto tra culture diverse. Questi ragazzi non trovano discordie in tali diversità ma unione, supportandosi a vicenda nei momenti più critici della guerra in cui si ritrovano coinvolti.

gen:LOCK - Giovani mecha cresconoUn altro grande tema in gen:LOCK è la tecnologia, che non pende né verso il male né verso il bene, ma che piuttosto mette in evidenza l’uso che ne facciamo. Sulla grande scala, vediamo il progresso tecnologico applicato all’uso militare, tra robot giganti, camminatori da battaglia e armi batteriologiche; tuttavia, sempre attraverso i protagonisti, assistiamo ad un uso più intimo, più savio della tecnologia, che è uno dei mezzi con cui i ragazzi al centro della narrazione abbattono le barriere architettoniche, di genere, della diversità culturale e imparano a conoscersi meglio, così come a conoscere meglio loro stessi, anche tramite il mecha che pilotano.
Il costrutto tecnologico che i protagonisti guidano con il pensiero non è una mera arma. Numerose sono le sequenze in cui si sovrappongono le coinvolgenti battaglie, marchio di fabbrica di ogni show targato Rooster Teeth, con le scene all’interno del “centro di controllo” dei costrutti, che coincide con la mente dei loro piloti. L’uomo diventa quindi l’Intelligenza Artificiale, anziché rapportarsi con essa, tracciando la strada per promettenti percorsi narrativi sull’identità dei personaggi. Anche qui, l’animazione gioca un ruolo fondamentale: la fisicità dei piloti si riflette nei titanici corpi di metallo rispecchiando i loro atteggiamenti e le loro movenze, poiché vengono mossi dalla mente come accadrebbe con dei corpi in carne e ossa.

Il paragone con le serie nipponiche o anche con le più recenti produzioni animate occidentali di stampo sci-fi viene naturale alla visione di gen:LOCK, che si inserisce in un largo palco di produzioni oramai di culto o con una diffusione ben più mainstream, attraverso la televisione o piattaforme di streaming meno di nicchia. Eppure, lo show di RT ha molte frecce nel suo arco – alcune inedite –, un’estetica e un’animazione ben curate e coinvolgenti, che parlano allo spettatore, mettendolo in contatto con la storia che va delineandosi. In definitiva, gen:LOCK può dare tanto, avvalendosi di una personalità riconoscibile, un cast di attori famosi e una pletora di personaggi che è davvero arduo non amare, perché riescono, con la loro umanità, a renderci parte della loro squadra.

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