Rick And Morty – 4×01/02 Edge of Tomorty: Rick Die Rickpeat & The Old Man And The Seat


Rick And Morty - 4x01/02 Edge of Tomorty: Rick Die Rickpeat & The Old Man And The SeatNella nuova era di rinascita delle serie animate in questi ultimi anni Rick and Morty rappresenta un unicum: da serie potenzialmente di nicchia, geniale e caustica come i suoi creatori Dan Harmon e Justin Roiland, si è lentamente guadagnata un pubblico molto ampio e ha allargato i suoi orizzonti non solo in termini narrativi ma anche economici, con un rinnovo multi-annuale e la conseguente stabilità e sicurezza che non possono che agevolare il compito dei già bravissimi autori che ci lavorano.

La terza stagione è unanimemente riconosciuta come la migliore – ad oggi – dello show, avendo superato le indubbie qualità dell’ottima seconda annata. È stato il momento in cui la serie di Adult Swim ha fatto il salto definitivo, concentrandosi in modo particolare sull’interiorità dei suoi disfunzionali protagonisti e facendo convivere orizzontalità e verticalità nelle trame dei singoli episodi nel modo in cui solo Rick and Morty sa fare. Una stagione eccezionale che, tra gli altri, ha regalato episodi del calibro di “Pickle Rick” e “The Ricklantis Mixup”, il primo una profondissima riflessione sul personaggio di Rick e il rapporto con la sua famiglia che parte da premesse decisamente improbabili, il secondo un brillante standalone che ragiona su temi politici molto complessi.

Rick And Morty - 4x01/02 Edge of Tomorty: Rick Die Rickpeat & The Old Man And The SeatPartendo da queste premesse, è quasi superfluo dire che dalla quarta stagione ci si aspetta quantomeno la stessa profondità e la stessa attenzione per l’evoluzione dei personaggi, cominciando a costruire dal punto di relativa stabilità e tranquillità che i Sanchez pare abbiano raggiunto alla fine della scorsa annata, con il ricongiungimento dei coniugi Smith e il compromesso raggiunto con Rick, divenuto sempre più incontrollabile e tossico per la famiglia. Sebbene l’apparenza sia idilliaca, rimangono, tuttavia, crepe non indifferenti che possono, da un momento all’altro, far sprofondare questa parvenza di normalità: dal disagio esistenziale che attanaglia Beth, convinta di essere un clone di sé stessa, all’eterno complesso di inferiorità di Jerry nei confronti di Rick, passando per la presa di coscienza sempre maggiore di Morty e del suo ruolo nel rapporto con il nonno. Insomma, tantissima carne al fuoco che, se maneggiata con cura dagli autori, può dar vita ad un’altra stagione eccezionale; nel frattempo cerchiamo di capire se questi primi due episodi non tradiscono le altissime aspettative.

Il tema intorno al quale gira la premiere della quarta annata di Rick and Morty è ovviamente la morte, anche se declinato in modo diverso a seconda che lo si osservi dal punto di vista di Rick o di Morty. Per il primo non si tratta che di una possibilità, un piccolo inconveniente che può accidentalmente capitargli e che non pone fine all’esistenza, ma ne genera una nuova in un nuovo universo. Lo scienziato è rappresentato sempre più come un essere onnipotente, immortale e biologicamente infallibile ma, proprio per questo, totalmente disastroso e depresso dal punto di vista delle relazioni umane, come si evince ancora meglio dal secondo episodio. Per Morty, invece, tutto gira intorno al concetto di morte come fine ultimo che determina la propria vita: attraverso un minerale, infatti, il ragazzo è capace di vedere come cambia il suo destino in base alle scelte che compie, trasformandolo in un essere apatico e amorale che vive solo in funzione di come vorrebbe morire. Un punto di vista, quest’ultimo, decisamente più umano e comprensibile, attraverso il quale lo show si riferisce alla atavica paura della morte ben radicata nell’animo umano.

Rick And Morty - 4x01/02 Edge of Tomorty: Rick Die Rickpeat & The Old Man And The SeatIl senso che vuole restituire Mike McMahan – già sceneggiatore di “The Rickshank Rickdemption” e “The ABC’s of Beth” – è chiaramente legato al fatto che vivere in vista della propria morte non fa apprezzare la vita e porta ad un’esistenza misera, priva di affetti e solitaria. Una morale forse meno pungente e provocatoria di altre a cui la serie ha abituato – solo perché meno originale e già esplorata – ma sviluppata con i soliti geniali spunti narrativi che caratterizzano la scrittura illuminata di Rick and Morty, dall’escamotage delle pietre alla trasformazione di Morty in un “Akira”, con più di un riferimento alla celebre opera di Katsuhiro Ōtomo. Allo stesso modo la totale mancanza di significato della morte per Rick è resa attraverso un divertissement che lo trascina in molteplici universi – questo un leitmotiv della serie – nella maggior parte dei quali riemergono movimenti di stampo fascista – qui invece un triste riferimento alla nostra attualità.

Il secondo episodio della stagione torna a concentrarsi nuovamente sull’animo tormentato di Rick Sanchez e sulla sua difficoltà a relazionarsi con altri individui a causa della sua presunta superiorità morale e intellettuale; è lui il vecchio del titolo mentre il “seat” non è altro che il gabinetto che si è costruito su una sorta di pianeta paradisiaco per poter andare di corpo in tranquillità. La disputa con Tony, oltre ad essere molto divertente, è simbolica in quanto mostra quello che Rick è disposto a fare per mantenere il controllo su tutto ciò che lo circonda – persino la sua privacy – e di come provi gusto a farlo prevaricando sugli altri; visto che non c’è mai nessuno che osi sfidarlo – o che perlomeno possa dargli filo da torcere – è naturale che la breve relazione con il suo nemico si trasformi in quanto di più vicino ad un rapporto di amicizia lui possa mai avere.

La storyline del resto della famiglia Smith è, invece, un buon filler che riflette sulla sudditanza tecnologica e propone qualche piccolo spunto di riflessione riguardo la caducità delle relazioni affettive e di quanto queste possano essere condizionate da elementi esterni. Non c’è molto altro di rilevante nella vicenda, se non un rafforzamento del rapporto quasi inesistente tra Morty e Jerry, quest’ultimo sempre meno considerato dal figlio che deve riparare i suoi atti disastrosi, compiuti tuttavia in buona fede e nel tentativo di modificare l’opinione fallimentare che la sua famiglia ha di lui. Da segnalare, tuttavia, una valanga di guest star nel doppiaggio dell’episodio: da Taika Waititi – regista di Thor: Ragnarok – nei panni dell’alieno stagista Glootie, con il quale assolutamente non bisogna sviluppare un’applicazione, a Kathleen Turner (Peggy Sue Got Married, The War of the Roses), Sam Neill (Jurassic Park) e Jeffrey Wright (Westworld).

In definitiva, i primi episodi della quarta stagione di Rick e Morty proseguono l’ottimo percorso della serie; sebbene non risultino tra i migliori, rimangono su livelli di qualità altissimi e fanno ancora una volta ben sperare per un’annata dalla quale ci si aspettano grandi cose.

Voto episodio 1: 8
Voto episodio 2: 7 ½

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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