1994 – Quando la qualità scende in campo


1994 - Quando la qualità scende in campoUn anno che ha cambiato per sempre la politica e probabilmente anche la vita nel nostro Paese, un anno che ha fatto da spartiacque tra il vecchio ormai decrepito e il nuovo che avanzava, tutto mischiato alla cultura machista, al calcio, alla televisione.
Un anno che molto probabilmente, già oggi, si può riassumere con due nomi: Roberto Baggio e soprattutto Silvio Berlusconi.

Della trilogia che si basa sull’ascesa del berlusconismo, 1994 è stata di sicuro la stagione meglio riuscita e non era facile: benché basata su fatti realmente accaduti, è stato comunque complicato trovare un finale degno ai personaggi di finzione, che negli anni si erano intrecciati – a volte bene, altre volte meno – con gli eventi di cronaca.
1994 - Quando la qualità scende in campoEra anche logico che la narrazione entrasse nel vivo, in quel momento in cui Silvio Berlusconi scende in campo per il bene di un Paese dipinto senza troppe remore come arrivista, lussurioso e senza alcuna morale. Forse è questo il vero punto di forza della serie nata da un’idea di Stefano Accorsi, soprattutto in questo 1994: la capacità di rendere bene l’idea di un’Italia che non aveva (non ha?) problemi a calpestare il prossimo suo per i propri interessi personali. Niente di nuovo sotto il sole, è vero, ma finalmente lo si dice e lo si fa vedere per quello che è, senza troppi giudizi o giri di parole, senza una censura preventiva che, quando c’è, fa più danni della “verità”.
1994 dà anche un ampio respiro ai personaggi principali, donando loro tantissimo spazio e amplificando e scavando nei fatti di cronaca che tutti conosciamo, cercando di dare una lettura da “dietro le quinte” spesso intelligente e interessante. Berlusconi, Di Pietro, Bossi e tutti quelli che li circondano sono al centro dell’attenzione, sono i burattini che muovono i fili delle rispettive parti e indirizzano le storie dei personaggi secondari, anche se effettivamente secondari, al fine della storia e della scrittura di questa stagione, non lo sono affatto.

Proprio i personaggi diventano il punto di forza di questa stagione, riuscendo ad affascinare e ammaliare anche chi, da sempre, è a loro ostile per motivi politici o anche solo umani. È impossibile non interessarsi alle loro azioni, a quello che tramano e a come arrivano alle milestone che prima o poi incontreremo, quando la finzione della sceneggiatura si deve per forza scontrare con la realtà.
Infatti vi stiamo consigliando la visione di 1994 perché dà una visione intelligente e curiosa dei fatti: sappiamo già come andranno le elezioni, sappiamo già che fine farà il pool di “Mani Pulite”, ma questa stagione riesce a dare un contorno agli avvenimenti ipnotico e per certi versi avvincente, che riesce a tenerci interessati a quello che succede per tutti gli otto episodi, anche se sappiamo benissimo come andrà a finire.
Gli attori poi fanno la loro parte, con prove spesso al di sopra delle aspettative: al di là di Guido Caprino che forse è il migliore di tutta la triologia, spiccano sicuramente anche Miriam Leone, Antonio Gerardi ma soprattutto Paolo Pierobon che si è dovuto cimentare con un Berlusconi all’inizio della sua carriera politica, fornendo una prova più che convincente. Anche il resto del cast è sicuramente all’altezza, ma una menzione speciale va al reparto del trucco, che è riuscito a rendere alla perfezione molti dei personaggi storici inseriti nella serie, trasformando gli attori e le attrici, rendendo loro delle copie quasi perfette degli originali.

1994 - Quando la qualità scende in campoSecondo noi quindi 1994 è sicuramente uno degli show da recuperare di questo 2019, certamente il prodotto italiano di punta di questa annata, che con una scrittura semplice ma efficace riesce a fare due cose: intrattenere e informare, quasi fosse un documentario, la Storia d’Italia vista attraverso gli occhi di persone che l’hanno vissuta nell’ombra o al fianco dei potenti di quegli anni, una visione che non poteva che avere gli occhi di Leonardo Notte, il vero protagonista di questa trilogia e, purtroppo, summa di quasi tutti gli istinti primordiali dell’uomo, specie di quello italiano.
Questa serie – e questa stagione in particolare – non vi riconcilierà con il mondo, non vi farà andare a dormire più sereni e rilassati, non vi darà un barlume di speranza: tutto il contrario. Ma forse è meglio ed è più giusto così: è giusto conoscere il Paese in cui viviamo, ma soprattutto non fa di certo male conoscerne la Storia, i fatti e i motivi – non troppo lontani da noi – che ci hanno reso quelli che siamo.

 

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Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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