Made For Love – Stagione 1 Episodi 1-3


Made For Love - Stagione 1 Episodi 1-3Appena approdata sulla piattaforma streaming di HBO (HBO Max), Made For Love sembra la dark-comedy tipica del periodo, che riprende la vecchia formula alla Black Mirror, la mischia con una versione decisamente più moderna che ricorda prodotti come Soulmates o Maniac e la serve con tanto di situazioni grottesche (ma meno tragiche) alla Ex Machina. Eppure Made For Love, pur ricordando molte cose, in questi primi episodi diverte e lo fa molto bene.

Molte delle serie o dei film citati hanno più di un elemento in comune con la nuova serie di HBO Max, non solo a livello di scrittura o di atmosfere portate in scena. Protagonista della serie è infatti Cristin Milioti, volto diventato noto al grande pubblico grazie al personaggio della “Madre” in How I Met Your Mother; l’attrice ha poi proseguito la sua carriera interpretando altri personaggi iconici come Betsy Solverson nella seconda stagione di Fargo, è stata la protagonista di “USS Callister“, primo episodio della quarta stagione di Black Mirror e, tra gli ultimi lavori, ha interpretato la protagonista del film Palm Springs presentato al Sundance Festival dello scorso anno.

La carriera della Milioti sembrava quindi già andare verso questa direzione: in un certo senso Made For Love sembra l’approdo naturale e anche la tipologia narrativa che più le si addice, immersa in storie costantemente sospese tra il grottesco, il fantastico, a tratti anche esageratamente caricaturali, che tentano di raccontare paradossi del presente con metafore volontariamente grossolane. La trama è abbastanza semplice e racconta il rapporto di Hazel e Byron Gogol, chiusi da più di dieci anni nel cosiddetto “Hub”, un nucleo tecnologico che non è semplicemente una casa, ma è soprattutto un laboratorio in cui sperimentarsi come cavie della più grande scoperta a cui tende la società di Byron, la “Gogol Tech” appunto. Anche solo per il numero di facili associazioni che vengono in mente, quale sia l’intento della serie e in quale solco “della tradizione” si voglia inserire è facilmente intuibile e sicuramente gran parte dell’attrattiva iniziale viene proprio da tutti questi riferimenti.

Made For Love - Stagione 1 Episodi 1-3 La serie è tratta dal libro omonimo di Alissa Nutting, autrice del controverso “Tampa“, suo romanzo di esordio basato sulla storia tra un’insegnante liceale di ventisei anni e un suo studente di quattordici, e che ha incontrato diverse censure dopo la sua pubblicazione. “Made For Love” è invece uscito nel 2017 e ha raccolto ottime critiche; la sua trasposizione su schermo è stata affidata alla Nutting stessa che compare sia come showrunner che produttrice e, assieme a lei, anche Christina Lee (Search Party), Patrick Somerville (Maniac), lo scrittore Dean Bakopoulos, marito di Alissa Nutting, e Sarah Solemani. Una squadra di autori/produttori che sanno muoversi all’interno del genere e infatti sia come format, che come scrittura e soprattutto come cast, la serie funziona da subito e promette di essere sicuramente molto divertente, forse poco innovativa, ma prende il meglio di quello che “rimane” dei racconti tipicamente a soggetto e ambientazione distopici. Tolti esempi eccellenti come Years and Years o il già citato Ex Machina, pochissime altre cose sono riuscite negli ultimi anni ad essere davvero innovative in questa tipologia di racconti, soprattutto perché quello che veniva immaginato come futuro e oggi viene annullato quotidianamente dalla realtà di tutti giorni, che continua a battere qualsiasi invenzione (o bugia) la letteratura, il cinema o la televisione possano ideare perdendo quindi l’elemento che creava il cortocircuito di inquietudine che doveva scagliarsi sullo spettatore. Sarà anche per questo motivo che il genere vira ogni volta di più verso il grottesco, che usa l’iperbole e l’esagerazione per aumentare la realtà, finendo paradossalmente per raccontarla al meglio.

Made For Love - Stagione 1 Episodi 1-3La visione dei primi tre episodi conferma e smentisce allo stesso tempo le premesse iniziali e lo fa in entrambi i casi in maniera assolutamente positiva, nel senso che in questa ora e mezza i motivi per iniziare la visione rimangono invariati e contemporaneamente cambiano quelli per continuarla. Sin dalla sigla del primo episodio, “You’re User One”, che scimmiotta la tipica pubblicità alla maniera di Google/Apple/etc., sembra davvero di essere all’inizio di una puntata di Black Mirror , ma subito dopo con Hazel che esce da un tombino in mezzo al deserto in un vestito di paillettes verde, la direzione e il registro cambiano. Da questo momento in poi inizieremo a seguire passo dopo passo Hazel mentre cerca di mettere (inutilmente) distanza tra lei e il marito, il ritorno alla sua cittadina natale e soprattutto l’incontro con il padre dopo ben dieci anni di assenza. La struttura del racconto è volontariamente un continuo salto tra passato e presente, cercando ricostruire la vita di Hazel, il suo rapporto con i genitori e come ad un certo punto abbia incontrato Byron e la sua vita sia completamente cambiata.

A guardar bene e analizzando soprattutto gli altri due episodi, “I Want a Divorce” e “I Want This Thing Out of My Head”, quelle che appunto sembravano delle premesse tipiche, si evolvono una dopo l’altra. Byron Gogol è interpretato da Billy Magnussen, volto perfetto per interpretare il ricco magnate hi-tech parvenu, apparentemente innocente ma con un senso di egoismo e megalomania senza eguali, tanto da ingannare tranquillamente la sua compagna senza farsi il minimo scrupolo. Il nome stesso scelto per il personaggio è una sorta di strana combinazione letteraria, che mette insieme uno dei poeti romantici inglesi più famosi della letteratura, e Gogol’, autore russo, considerato tra i più importanti romanzieri (e non solo) del realismo ottocentesco. Tra i racconti più importanti e iconici di Gogol’ c’è “Il Naso“, contenuto nei “Racconti di Pietroburgo”, che mette in scena la storia di un uomo che perde il suo naso, il quale a sua volta diventa un personaggio a se stante, che vaga per la città, si muove in carrozza e porta avanti la sua vita. L’olfatto nella serie è un elemento che si configura soprattutto nel terzo episodio come fondamentale, uno di quei tratti di grottesco realismo da letteralmente seguire. Ultimo ma non meno importante, è d’obbligo menzionare Ray Romano come attore che dà le sembianze al padre di Hazel, impegnato a sua volta in una relazione molto bizzarra, che fa da contraltare a quella della figlia.

Terminati gli episodi è comprensibile che il canale abbia voluto rilasciare i tre episodi (di otto) contemporaneamente, perché solo con i primi trenta minuti non si sarebbero sicuramente colti i tratti migliori di Made For Love che, nonostante i riferimenti eccellenti e i rimandi a cui non riesce a non fare più di un occhiolino, si configura davvero come un prodotto molto interessante.

Voto episodio 1×01 “You’re User One”: 8
Voto episodio 1×02 “I Want a Divorce”: 7/8
Voto episodio 1×03 “I Want This Thing Out of My Head”: 8

 

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet

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