Master of None: Moments in Love – Stagione 3 1


Master of None: Moments in Love - Stagione 3A quattro anni dalla seconda stagione di Master of None, la serie targata Netflix creata da Aziz Ansari torna con un terzo ciclo di episodi, stavolta molto differente e forse anche per questo particolarmente interessante. Ne è passata di acqua sotto i ponti in questo periodo non solo per quanto riguarda l’evoluzione della serialità televisiva ma anche per tutte le cose he sono successe fuori dagli schermi, alcune delle quale proprio al creatore dello show.

Dopo tutto questo tempo ormai si erano un po’ perse le speranze sulla prosecuzione della serie, anche se un po’ di fiducia risiedeva nel fatto che già all’epoca della seconda stagione Ansari disse che si sarebbe voluto prendere una pausa in quanto la serie era arrivata a un suo compimento, quantomeno temporaneo.
Va però detto che quelle frasi oggi vogliono dire davvero pochissimo perché poi la sua persona e la sua immagine pubblica sono state travolte da una vicenda che l’ha visto protagonista e che ne ha compromesso – in parte forse per sempre – la reputazione.
Prima di arrivare al cuore della questione è quindi importante specificare che l’eccezionalità di questa terza stagione di Master of None va inquadrata anche in una cornice in cui è prima di tutto la vita dell’autore statunitense ad essere profondamente cambiata, ribadendo in questo modo l’importanza di non scindere arte e artista, specie in un caso come questo in cui realtà e finzione hanno tanti punti di contatto.

Master of None: Moments in Love - Stagione 3Riavvolgiamo il nastro e spostiamoci nel 2016, quando Ansari è sulla cresta dell’onda e si trasferisce a Modena dove inizia a lavorare in un ristorante con l’obiettivo di conoscere la cultura locale e inserirla in Master of None. E infatti nel 2017 realizza una seconda stagione ambientata in parte in Italia, notevolmente più ambiziosa della prima e impreziosita dal coinvolgimento di Lena Waithe, che firma uno degli episodi più belli, “Thanksgiving”.
Pur aprendo il discorso ad altre prospettive, al centro ci sono sempre Dev (alter ego dell’autore) e la commedia romantica, ovvero la storia d’amore del protagonista e la voglia di Ansari di riflettere sui modi di narrare le relazioni romantiche dei millennial, provando a raccontare cosa significa diventare adulti e che senso ha per la sua generazione questo rito di passaggio.
A inizio 2018 però succede la cosa che in pochi si aspettavano, perché nel periodo più acceso del MeToo dal punto di vista delle denunce una donna racconta in forma anonima un’esperienza avuta con il comico americano, una storia nella quale più che la violenza emerge una cultura non abituata alla ricerca del consenso nelle relazioni.

Master of None: Moments in Love - Stagione 3La vicenda getta una luce estremamente torbida sulla figura di Ansari, soprattutto perché il suo personaggio poggiava proprio su un patto di fiducia molto forte con lo spettatore e con un’identificazione che per esistere aveva la necessità di escludere questo genere di comportamenti.
La sua reazione è inizialmente goffa e difensiva, ma dopo qualche settimana capisce che è bene prendersi del tempo per riflettere e confrontarsi con il discorso pubblico sul consenso che la vicenda che lo ha visto al centro ha acceso, sui giornali come sui social.
Dopo un po’ infatti sono arrivate anche delle scuse vere, di quelle che passano prima attraverso un processo di tipo autocritico, in cui Ansari ha raccontato di essersi infuriato inizialmente per quelle accuse ma di essersi successivamente sforzato di entrare nei panni della donna e di aver capito il punto, ritenendosi fortunato ad aver passato quell’esperienza perché ne è uscito come una persona migliore.
Il tutto poi è stato sistematizzato nel 2019 con uno stand up special uscito su Netflix e intitolato in maniera emblematica Right Now, un’ora molto importante e per certi versi esemplare in cui lui si concentra soprattutto nel raccontare la sua progressiva presa di coscienza sull’accaduto. Da Aziz Ansari era certamente lecito aspettarsi più autocritica di quella di Louis CK (praticamente nessuna), più consapevolezza del proprio tempo e del proprio posto nel mondo (non solo per una questione anagrafica ma anche perché stiamo parlando di una persona non bianca), ma non erano scontati questo coraggio e questa lucidità nel leggere le proprie responsabilità, estendendo il discorso dal suo caso a quello di tanti altri.

Master of None: Moments in Love - Stagione 3Questo contesto è fondamentale per capire la terza stagione di Master of None, diversissima dal passato (e questo forse era in parte già nei piani dell’autore) ma anche orientata a raccontare una storia molto precisa, che per tanti motivi è in dialogo con quello che è successo in questi anni.
Dalle inquadrature scelte, dai personaggi raccontati e dai dialoghi è chiaro che questa terza stagione è il frutto naturale del percorso umano prima ancora che professionale di Ansari, perché quest’ultimo sa perfettamente che Master of None non può più vivere su Dev, il quale non è più spendibile come prima. Alla luce di ciò decide di rivoluzionare la sua creatura mettendo al centro la storia di Denise e Alicia, esplicitando la volontà di passare il microfono non solo per quanto riguarda gli aspetti diegetici, ma anche rispetto alla scrittura delle sceneggiature (Lena Waithe è sempre presente come scrittrice).
Quello che era il centro gravitazionale principale dello show, ovvero il personaggio di Dev, è qui relegato a presenza accessoria, quasi un cameo. Una scelta ancora più significativa rispetto al non mostrarlo proprio perché in questo modo certifica l’esistenza del personaggio all’interno del racconto ma ne marginalizza in maniera radicale il ruolo (che tra l’altro Ansari gestisce alla perfezione sia in chiave brillante con un monologo molto divertente sia in chiave drammatica grazie a una scena di dialogo che parla tantissimo di lui).

Master of None: Moments in Love - Stagione 3Alla luce di tutto ciò si fa quasi fatica a identificare in questo ciclo di episodi una vera e propria terza stagione della serie e non è un caso che non venga presentato in questo modo bensì come una sorta di miniserie intitolata “Moments in Love” presentata da Master of None, come se la serie si fosse trasformata quasi in un brand.
Il tutto è sviluppato attraverso una forma breve dal punto di vista degli episodi ed estremamente flessibile per quanto riguarda la natura degli stessi: si tratta di cinque tasselli narrativi legati da una continuity abbastanza debole e da una forte autosufficienza, cinque scampoli di vita amorosa che raccontano le vicende di Alica e Denise in maniera non lineare, caotica come la vita e ciascuno recalcitrante alla rigidità perché della durata necessaria a raccontare la propria storia specifica.
Difficile dire se Master of None con questa terza stagione ci abbia più guadagnato o perso, perché la purezza e la completezza delle prime due annate sono davvero lontane, ma d’altra parte ripetersi sarebbe stata una cosa ancor meno interessante e sotto questo punto di vista non si può dire che ad Ansari manchi il coraggio. Rifugiandosi nel ruolo di regista, l’autore sceglie la strada del film indipendente e in particolare si muove dalle parti del mumblecore, dove la vita si fa spesso più importante della storia e il quotidiano per quanto spesso banale diventa l’oggetto principale del racconto.

In questo senso Master of None sembra quasi essersi fusa con Easy e pertanto la visione può risultare stimolante (effettivamente la serie si allontana dal passato per battere altre strade) o frustrante, perché dal punto di vita narrativo succede ben poco, la narrazione è dilatata in un modo spesso esasperante e alla fine si rimane con la sensazione di aver visto qualcosa che ha più senso come progetto che come prodotto in sé.

Voto: 7-

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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Un commento su “Master of None: Moments in Love – Stagione 3

  • Writer

    Trovo sgradevole questo tuo continuo sindacare sulla vita privata degli artisti, come se per produrre o interpretare una fiction dovessero prima superare i requisiti fissati dal “me too”. Considero questo tuo atteggiamento .ideologico e limitante. In questa recensione quasi non affronti i temi narrati (che pure sono rilevanti e che attestano che le dinamiche di potere e di prevaricazione esistono anche all’interno delle coppie gay) e ti limiti a osservazioni di contorno, La bellezza e la peculiarità di questi primi episodi della terza stagione vengono scotomizzate. E non è neanche la prima volta che lo fai.