Better Call Saul – 6×10/11 Nippy & Breaking Bad 2


Better Call Saul - 6x10/11 Nippy & Breaking BadCon le precedenti puntate Better Call Saul ci ha guidati con maestria alla visione dei momenti cruciali che hanno permesso al protagonista di immergersi nel personaggio di Saul, portandoci infine a rivederlo sullo schermo così come l’abbiamo conosciuto in Breaking Bad. Ma adesso, alla luce di questo meraviglioso spin-off, la figura vivace e colorata dell’avvocato risveglia in noi un’amarezza che prima non potevamo avvertire, perché ora conosciamo bene la tragicità della sua persona e di tutto ciò che ha contribuito a costruire, pezzo dopo pezzo, Saul Goodman.

L’ultimo e il più decisivo dei passi verso questa direzione è stato, indubbiamente, l’addio di Kim e, di conseguenza, l’addio all’ultimo e unico legame emotivo davvero autentico di Jimmy. Con questa dolorosa separazione ha senso il dirigersi dello show verso la linea temporale di Breaking Bad e, soprattutto, verso l’inevitabile finale della serie. Come ben sappiamo, questo show non è mai stato un semplice corollario della serie madre: Better Call Saul si è distinto immediatamente, mostrando che il suo spessore non è definito solo dall’incredibile livello qualitativo messo in scena, ma anche e soprattutto da come è stato in grado di delineare ogni sfumatura del suo protagonista in questo suo scivolare inesorabile nel baratro di un destino tragico. Un destino che però – e sta qui l’enorme fascinazione di Jimmy/Saul/Gene – non si delinea come il risultato di una serie di avvenimenti che impattano sul personaggio senza che lui possa controllarli, ma come la conseguenza di scelte ben precise, svolte e percorsi del tutto consapevoli.
La tentazione, che ha perseguitato il protagonista fin dai tempi in cui era solo Slippin’ Jimmy, di cedere a quell’euforia che soltanto essere Saul Goodman gli dona, è sempre stata presente e ha modellato l’intera vita del protagonista. È tuttavia indubbio che gli eventi che accadono in Breaking Bad abbiano portato Saul a un punto di non ritorno, costringendolo a cambiare identità e a sotterrare l’animo dell’eccentrico avvocato sotto i panni del semplice Gene Takovic. Il percorso intrapreso dallo show in questi due episodi è allora quello di indagare più a fondo la figura di Gene, accompagnandoci negli eventi successivi a quelli di Breaking Bad, per scoprire che quella tentazione di cui si diceva prima non è affatto sparita.

Better Call Saul - 6x10/11 Nippy & Breaking BadÈ soprattutto in “Nippy” che esploriamo più a fondo la vita di Gene, di cui abbiamo avuto pochi e significativi accenni nel corso dello show. Quello di Gene è un futuro che la regia ha deciso di mostrarci in bianco e nero, probabilmente anche per enfatizzare la forzata quotidianità di questa nuova vita monotona, costellata da movimenti che si ripetono giorno dopo giorno. Quello che a un primo impatto sembra solo un uomo rassegnato e provato dai drammi avvenuti in passato, si dimostra ben presto come una semplice maschera incapace di contenere l’esplosività del fantasma di Saul Goodman.

L’incontro con Jeff che, in teoria, dovrebbe essere per Gene un pericolo, non fa altro che accendere in lui la possibilità di risvegliare Saul. È significativo che la serie mostri il cedere del protagonista alla tentazione di essere di nuovo Saul Goodman in un tempo i cui i fatti di Breaking Bad sono già accaduti, quindi in un tempo in cui Gene sa bene che essere Saul Goodman ha significato perdere davvero tutto. Nonostante quello che gli è successo e tutti i rischi che potrebbe incontrare, Gene non riesce a sopprimere gli istinti di Slippin’ Jimmy, anzi: li accoglie, perché è soltanto nei panni di Saul Goodman che è capace di sentirsi vivo. Nel guardarsi allo specchio, Gene è entusiasmato all’idea di rimettere in scena tutti i suoi trucchetti, dando slancio vitale a questa nuova esistenza noiosa e monotona. Alla luce di questo, Jeff allora non appare più come una minaccia, ma come una ghiotta opportunità che Gene coglie di buon grado, aprendo la strada alle tipiche macchinazioni di Saul e alle bellissime scene che vedono quest’ultimo conquistare la fiducia di Marion (la madre di Jeff interpretata da una brillante Carol Burnett) davanti agli occhi spaventati del figlio e ad organizzare il furto nel centro commerciale, girato oltretutto magistralmente.

Sappiamo bene quanto Saul sia in grado di manipolare le scelte degli altri, e non stupisce dunque vederlo manipolare Jeff con tanta facilità, ma le parole usate per convincere Jeff sono significative: la tentazione e l’euforia di entrare in quel gioco di cui parla il protagonista sono, in realtà, le motivazioni di Gene stesso. È lui a voler rientrare in gioco, spinto dalla mancanza di quello slancio vitale che soltanto essere Saul Goodman riesce a dargli. Il piacere che Gene prova nel rimettere in moto quei meccanismi arrugginiti che si attivano nei panni dell’avvocato è talmente forte da riuscire a mettere da parte il suo buon senso: il brivido del rischio di quel tipo di vita vissuta oltre i limiti della moralità è stato sempre preferito da Jimmy a scapito della sua razionalità e, talvolta, anche della sua incolumità. È questo un elemento del suo carattere che non è mai cambiato e che Chuck aveva già ben individuato in tempi non sospetti, quando credeva che il fratello non avrebbe mai potuto fare a meno di essere Slippin’ Jimmy.

Better Call Saul - 6x10/11 Nippy & Breaking BadQuesta pulsione vitale e distruttiva che continua a plasmare la vita di Gene sembra incrementare sempre di più in “Breaking Bad”, il cui titolo gioca con gli eventi della serie madre, in particolare con quelli dell’ottava puntata della seconda stagione, ovviamente intitolata “Better Call Saul”. Questo episodio si farà indubbiamente ricordare, non solo per l’attesa partecipazione di Bryan Cranston e di Aaron Paul, ma soprattutto per la capacità mostrata dagli autori di destreggiarsi fra la timeline di Gene e quella di Breaking Bad.

È davvero incredibile il lavoro che la sceneggiatura e la regia sono riuscite a compiere qui: tutto ciò che ci viene mostrato, sia nelle scene su Gene, sia in quelle nella timeline di Breaking Bad, aiutano a mettere ancora più a fuoco le ragioni inconsce che si nascondono dietro i comportamenti meno comprensibili di Saul, riuscendo a incrementare ancora di più la complessità e lo spessore del protagonista, anche a soli due episodi dalla fine. Com’era da aspettarsi dal titolo, in “Breaking Bad” assistiamo al punto di maggior fusione fra le due serie, simboleggiato dal ritorno in carne ed ossa di Cranston e di Paul nei panni di Walter White e Jesse Pinkman. La scena relativa al loro peculiare incontro ha poco di davvero impattante sul percorso di Saul/Gene (dopotutto, questo è un’ulteriore segno dell’autonomia di Better Call Saul rispetto alla serie madre) e si configura principalmente come una sorta di tributo ai personaggi più iconici dell’universo di Gilligan ma, anche in questa scena dai toni apparentemente superficiali, possiamo cogliere un elemento significativo che si ricollega al tema affrontato in precedenza.

Nel conoscere Walt e Jesse, Saul è inevitabilmente ammirato dal loro lavoro e anche da quella ingenuità che li caratterizzava nella seconda stagione. In questa ammirazione nei loro confronti si insinua quella stessa pulsione indefinita che ha spinto Saul verso i comportamenti che tutti conosciamo, la stessa attrazione che lo porta a spingersi sempre al di là di ogni limite morale e razionale. Non è un caso, allora, se l’episodio si concentra su due momenti precisi appartenenti a due tempistiche diverse, ma ugualmente determinanti per il futuro di Saul/Gene: il primo ci mostra Saul ignorare i consigli di Mike per dirigersi da Walt di sua spontanea volontà, seguendo il richiamo di quella pulsione e innescando la discesa vertiginosa degli eventi di Breaking Bad; e il secondo, in cui Gene ignora gli avvertimenti di Jeff e del suo amico e decide di portare avanti il suo piano in prima persona per derubare l’uomo conosciuto al bar. Sappiamo bene l’entità delle conseguenze della scelta di Saul in Breaking Bad ed è facile aspettarsi adesso delle conseguenze altrettanto decisive.

Better Call Saul - 6x10/11 Nippy & Breaking BadIl fatto che anche l’uomo conosciuto al bar abbia il cancro è un dettaglio senza dubbio importante, ma è impossibile considerare questa svolta ancora più spericolata di Gene senza pensare alla scena più significativa dell’episodio, e cioè quella telefonata con Kim di cui non abbiamo potuto udire nulla, ma di cui abbiamo potuto osservare la reazione spropositata di Gene, la cui intensità è stata solo l’ennesima dimostrazione della bravura immensa di Bob Odenkirk.

Dopotutto, anche se conosciamo le modalità con cui i due si sono separati, non sappiamo ancora nulla del destino di Kim. Non possiamo neanche essere sicuri che Gene stesse effettivamente parlando con lei; è possibile che quella rabbia sia dovuta alla frustrazione per non essere riuscito a parlarle, oppure per una qualche notizia ricevuta da terze parti. Insomma, le possibilità sono tante, ma l’unica cosa certa è che il contenuto di quella telefonata ha sconvolto Gene oltre ogni misura, portandolo non solo a ricadere nei trucchetti di Saul, ma anche a diventare totalmente incurante del pericolo in un modo in cui non l’abbiamo mai visto prima. La differenza, in questo senso, rispetto a “Nippy” non può essere più netta: se lì abbiamo visto Gene andare in panico e prendersi dei secondi per riprendere fiato dopo il rischio di essere scoperto, qui invece abbiamo una sconsideratezza del tutto nuova che porta Gene a irrompere della casa della sua vittima senza neanche preoccuparsi di nascondere le sue tracce, quasi come se volesse essere scoperto.

Per concludere, questi due episodi confermano l’incredibile qualità della serie, donandoci nuove prospettive e dettagli che ci hanno permesso di aggiungere elementi nuovi alla complessa personalità di Saul. Se “Nippy” ha delineato con più chiarezza il futuro scolorito della quotidianità di Gene, “Breaking Bad” ha portato Better Call Saul al punto di vicinanza massimo con la serie madre, mettendo in scena un episodio i cui innesti tra un universo e l’altro sono stati gestiti con una maestria incredibile, e in cui tutto è stato preparato al meglio per gli episodi finali. Ci troviamo ormai davvero agli sgoccioli di uno show che ci ha sempre stupiti per la capacità di superarsi in continuazione, anche quando pensavamo che non potesse essere possibile. Non ci resta che tenerci forti per i suoi ultimissimi episodi: le aspettative sono alle stelle.

Voto 6×10: 8½
Voto 6×11: 9½

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2 commenti su “Better Call Saul – 6×10/11 Nippy & Breaking Bad

  • Simo

    Secondo me in ‘Nippy’, il furto nel centro commerciale Gene lo organizza solo per potere vincolare al silenzio Jeff, che per lui costituisce una minaccia, avendolo riconosciuto e potendolo denunciare. Infatti, una volta terminato il colpo con successo glielo spiega a chiare lettere: “dimenticati di me, se mi incontri cambia strada”, chiedendogli che ormai sono complici di diversi reati per i quali si rischiano decine di anni di galera. Jeff non può segnalarlo alla polizia senza essere coinvolto in prima persona e condannato. Tutta l’organizzazione di quel furto a me sembra avere solo questa motivazione. In ‘breaking bad’ invece Gene si ritrova senza soldi, quando la sua ex segretaria lo informa che anche i suoi conti cifrati all’estero sono stati da lei stessa consegnati all’autorita’. Gene allora riallaccia i rapporti con Jeff, ed organizza furti a danno di sconosciuti per rifarsi una scorta di denaro. Io l’ho letta così.

     
    • Dolly

      Ma non è senza soldi. Francesca stessa dice che lui ha con sé “solo” i soldi che ha portato fisicamente, ma che lei stessa dice non essere pochi (e qualche puntata fa, si vedeva quando riempiva le valige di contanti mentre Francesca distruggeva dei documenti.
      Inoltre, all’inizio della 5a stagione, quando sta pensando di richiamare l’uomo dell’aspirapolvere, Gene prende dal nascondiglio a casa sua la scarolina di Band Aid piena di diamanti (che poi non li usa, dato che non utilizza i servizi dell’uomo dell’aspirapolvere.
      Perciò le motivazioni per le truffe dell’ultimo episodio sono altre e non i soldi.
      Per quella del centro commerciale sono d’accordo, era per avere “in mano” Jeff.