The Morning Show – Stagione 3


The Morning Show – Stagione 3C’era parecchia curiosità intorno a questa terza annata di The Morning Show, in primis perché si trattava della prima stagione da quando AppleTV+ ha lanciato lo show in cui gli autori hanno dovuto fare i conti con l’assenza di uno dei due grandi attori protagonisti – in termini di popolarità e star power perlomeno – ovvero Steve Carell, il cui personaggio è andato incontro ad una tragica fine nel precedente ciclo di episodi; in secondo luogo perché ci si chiedeva come la scrittura – da sempre molto attenta agli eventi della contemporaneità – avrebbe affrontato la fuoriuscita dal periodo più buio della pandemia e si sarebbe occupata di tutti gli eventi importanti che hanno caratterizzato gli ultimi anni dell’umanità e, in particolare, degli Stati Uniti d’America.

Non si può certo dire di essere stati delusi: la stagione prende di petto – come ha sempre fatto – le grandi questioni che riempiono le pagine dei giornali di oggi e affollano il dibattito pubblico e le rielabora in una narrazione in puro stile The Morning Show, intrecciandole con i giochi di potere all’interno – e all’esterno – della UBA e con le vite private dei protagonisti. In particolare in questa terza annata a rubare la scena e ad inserirsi prepotentemente nelle dinamiche del canale troviamo Hyperion, l’azienda privata del miliardario Paul Marks, interpretato da Jon Hamm, una sorta di Elon Musk meno caotico e appariscente, ma altrettanto potente e spaventoso.

The Morning Show – Stagione 3Con l’aggiunta di Jon Hamm al cast lo show sostituisce perfettamente l’uscita di scena di Steve Carell in termini di star power e allo stesso tempo costruisce sin dai primi episodi una sorta di villain che arriva a sconvolgere i già precari equilibri in cui si trovava la UBA. È interessante però come la figura di Paul Marks non sia stata rappresentata dagli autori come “il cattivo della stagione” fin dall’inizio, quello che ha da sempre mirato a distruggere il canale per i suoi fini privati, ma anzi si è scelto di porlo inizialmente come molto reticente nell’accettare l’offerta di Cory, per poi svelarne le carte mano a mano; il turning point che lo porta a riesaminare le sue priorità e a cambiare la sua strategia arriva solo in seguito. Ad un certo punto, infatti, Paul intravede un’opportunità per guadagnare dalla vendita e reinvestire il denaro nella sua azienda in crisi, disinteressandosi ovviamente delle conseguenze sulle vite di centinaia di persone della sua scelta. Il personaggio è chiaramente una critica degli autori nei confronti delle grosse acquisizioni di aziende da parte di miliardari e, in particolare, solleva il dilemma etico che si pone quando queste aziende sono canali di informazione che verrebbero così in qualche modo “controllati” da un potere privato e potrebbero facilmente essere manipolati per ottenere determinati risultati, facendo venire meno il dovere di informazione disinteressata e obiettiva dei giornalisti.

The Morning Show – Stagione 3Questo concetto, per nulla proposto in modo sottile ma, come è sempre stato per The Morning Show, molto esplicito e diretto, trova ulteriore approfondimento nella vicenda che vede protagonista Bradley Jackson. La giornalista si trova di fronte ad una scelta impossibile per chi fa il suo lavoro: proteggere il fratello da un’accusa di aggressione a pubblico ufficiale che potrebbe rovinargli la vita oppure nascondere le prove del reato arrivando addirittura a mentire all’FBI per permettere alla sua famiglia di andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle? Mettendo da parte la tensione narrativa e drammatica che genera questo dilemma, è chiaro come lo show voglia portare a galla questi temi mettendo in luce quanto sia difficile riuscire a fare la cosa giusta – e anche quale sia “la cosa giusta” è tutto da discutere – in una situazione del genere. Questa storyline, inoltre, si intreccia con l’assalto al Campidoglio del 6 Gennaio 2021, per la prima volta messo in scena in una serie TV, riuscendo a trasmettere a chi guarda tutta l’assurda violenza che si è sprigionata dai rivoltosi e a raccontare perfettamente uno dei giorni più bui della democrazia statunitense.

Come si diceva, ad attirare il leone all’interno del proprio recinto è stato proprio Cory, la cui storyline in questa stagione mette sempre più in chiaro come il suo percorso sia stato una parabola che si trova adesso in fase discendente. Nella prima stagione la stella del personaggio interpretato magistralmente da Billy Crudup, infatti, era in totale ascesa e il suo approccio distruttivo si era rivelato vincente nello scalare le gerarchie alla UBA; dopo due stagioni il Cory Ellison che ci viene presentato è un uomo senza più idee rivoluzionarie – per esempio viene detto più volte che UBA+ è ormai un progetto fallimentare – e incapace di gestire le novità e i cambiamenti culturali che travolgono l’azienda. Dopo aver ingenuamente cercato a tutti i costi l’acquisizione da parte di Paul Marks e dopo aver scoperto il vero piano del miliardario, la caduta di Cory è completa e nell’ultimo episodio si percepisce chiaramente l’ormai totale impotenza del personaggio nel controllare gli eventi che lo circondano. Fino all’ultimo tenta di trovare una scappatoia e ribaltare la partita contro Marks, ma per quanto si sforzi il suo potere e la sua brillantezza sono ormai svaniti e a salvare la UBA ci pensa il personaggio invece più in ascesa, ovvero Alex Levy.

The Morning Show – Stagione 3Se Jennifer Aniston rimane, a livello di popolarità, uno dei punti fermi di The Morning Show, a maggior ragione in questa annata, lo stesso si può dire per Alex nei confronti della UBA. La seconda stagione si chiudeva con il personaggio che, uscito dalla paura del Covid, offriva un messaggio di speranza e di risolutezza a tutta l’America; questa terza annata la vede come conduttrice di uno dei talk show di maggior successo – “Alex Unfiltered” – e come una figura ambiziosa che punta a veder riconosciuti i propri meriti e ad avere un posto a sedere al tavolo di chi prende le decisioni. Nella sua storyline a essere fondamentali sono le relazioni che intrattiene con gli altri personaggi: con Paul ovviamente si tratta di una relazione amorosa che rischia però di distrarla dai suoi obiettivi, una sorta di potenziale scorciatoia – le propone di ripartire da zero dopo lo smantellamento della UBA – ma attraverso la quale dovrebbe lasciarsi dietro numerosi cadaveri e riuscire a gestire le conseguenze morali della scelta; con Chip è una relazione professionale ma che dal punto di vista di lui vorrebbe essere qualcosa di più, uno squilibrio che porta il loro legame a distruggersi completamente e lascia Alex priva di difese; con Bradley è una relazione di amicizia profonda, costruita attraverso numerose difficoltà affrontate insieme, che però in questa stagione inizia a vacillare, soprattutto a causa dei non detti tra le due, salvo poi ritrovarsi nel finale.

Tra tutti i giochi di potere e i tradimenti che coinvolgono i personaggi “storici” dello show, emergono alcune new entry molto interessanti che trovano uno spazio importante nella stagione, come per esempio Chris Hunter – interpretata da Nicole Beharie –, un’ex atleta che viene assunta come nuova co-conduttrice del Morning Show. La sua trama passa attraverso due momenti di crisi molto importanti della stagione: il primo è l’attacco hacker che sconvolge la sede della UBA e che porta alla luce delle mail tra dirigenti nelle quali emergono chiaramente disparità di trattamenti dei dipendenti in base al colore della pelle; il secondo è la notizia della volontà della Corte Suprema di voler abolire/limitare il diritto delle donne ad abortire, in particolare abolire gli effetti della storica sentenza Roe vs Wade del 1969. In entrambi i casi Chris mette in evidenza come il suo personaggio, che proviene da un mondo esterno al giornalismo, lasci spesso e volentieri che le sue emozioni intervengano in modo esplosivo nella sua vita professionale senza pensare alle conseguenze. Questa emotività si mostra all’improvviso come per esempio con il post su Instagram contro la Corte Suprema, oppure quando affronta in modo diretto e senza filtri Cybil nell’intervista del terzo episodio, creando un personaggio molto peculiare, che assomiglia per certi versi alla Bradley della prima stagione ma che potenzialmente potrebbe avere sviluppi ancora più interessanti.

The Morning Show – Stagione 3Un personaggio che avevamo già visto nella scorsa annata ma che ha ora molto più spazio e screentime è Stella Bak, interpretata da Greta Lee. Stella mostra in questa stagione tutte le sue forze ma anche tutte le sue debolezze, sia dal punto di vista professionale che umano: il colpo di scena che riguarda il suo passato all’Hyperion e la rivelazione di quello che Paul Marks le ha fatto quando lavoravano insieme è il motore che porta la donna a combattere con tutte le sue forze contro il potere pervasivo del miliardario e ne provoca la sconfitta. Di Stella viene anche messa bene in mostra la sua empatia e la sua capacità di relazione verso gli altri, mostrando quanto la donna non sia una dirigente senza scrupoli che si disinteressa delle altre persone: lo vediamo ad esempio quando una povera cameriera viene vessata da due bianchi ricchi per puro divertimento e lei vorrebbe reagire, a costo di far saltare un accordo di centinaia di migliaia di dollari. Questo la rende una versione migliore di un Cory qualunque che pensa solo ai propri interessi e per il quale le persone sono dei semplici numeri.

Liberatasi dalle conseguenze dirette degli eventi della prima stagione e non dovendo far fronte a scadenze e riscritture – come era stato per la seconda annata –, la terza stagione di The Morning Show trova più respiro e maggior libertà creativa dal punto di vista narrativo, riuscendo a far convivere tutte le sue sottotrame e a incastrarle l’una all’altra nello stile un po’ prestige drama e un po’ soap che ha fatto la sua fortuna. In particolare l’idea di critica contro i super-ricchi che si sviluppa maggiormente in questo ciclo di episodi è vincente, perché si inscrive in un filone ormai consolidato di prodotti culturali che interpretano bene lo spirito del tempo: certo, siamo ben lontani dai livelli di perfezione stilistica e narrativa di Succession, ma è chiaro che il grande successo della serie HBO influisce dal punto di vista delle tematiche a cascata su tutte le grandi produzioni successive.

The Morning Show – Stagione 3Di contro non è sempre facile mantenere la tensione narrativa elevata e gli autori di The Morning Show hanno fatto decisamente più fatica nell’incastrare un po’ forzatamente la storyline di Mia per esempio – tra l’altro l’unica ad essere in qualche modo collegata all’invasione dell’Ucraina, che mancava al novero dei grandi eventi della contemporaneità –, che risulta quasi un intermezzo fastidioso all’interno della trama principale per quanto sia poco approfondita. Anche la relazione tra Bradley e Laura non è sempre gestita in modo perfetto e le scene che le riguardano risentono di alcuni momenti inefficaci dal punto di vista narrativo, nei quali sembra che gli autori vogliano solo allungare il brodo senza avere un obiettivo ben preciso. In particolare – ma questo riguarda tutta la serie – bisogna sospendere parecchio l’incredulità per sostenere alcuni passaggi della trama che risultano decisamente forzati o semplicemente impossibili, come per esempio Laura che di punto in bianco va a leggersi la mail leak di Bradley, oppure Alex che scopre di essere sorvegliata da Paul perché riesce a fargli dire in una conversazione l’unica cosa che poteva tradirlo. Insomma, The Morning Show è una serie corale e piena di elementi, così ricca di cose che impone a chi guarda di evitare di mettersi a recriminare ogni passaggio narrativo perché il suo obiettivo principale non è quello di essere realistica ma di intrattenere attraverso l’esplorazione di tematiche sempre attuali.

In definitiva questa terza annata di The Morning Show non può essere definita sorprendente, in quanto non ha mostrato nulla di davvero diverso rispetto alla formula che ne ha consolidato il successo. Allo stesso tempo possiamo ritenerci soddisfatti del roller coaster di emozioni e di momenti intensi che ogni stagione della serie AppleTV+ riesce a regalare, e in particolare di come riesce sempre ad essere sul pezzo e a trattare tematiche attuali e importanti mentre lo fa. La serie è stata già rinnovata per una quarta stagione e, al netto di tutto quello che è stato detto, non possiamo che esserne felici.

Voto: 7

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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