Si dice spesso che andare nello spazio sia un’esperienza totalizzante e polarizzante: ovviamente lo è per l’esperienza in sé, per quello che il corpo e la mente sperimentano, uscendo letteralmente dal mondo di riferimento a cui sono abituati. Ma c’è anche, spesso, una parte oscura che pochi affrontano: chi torna cambia per sempre. A volte con un’esperienza indescrivibile in più nel curriculum della vita, altre con un fardello difficile da spiegare. Constellation, la nuova serie di AppleTV+, si concentra su quest’altro aspetto: quanta oscurità spaziale ci si porta dietro quando si torna alla vita normale? E soprattutto: è tutto davvero spiegabile o c’è anche qualcosa di sinistramente insondabile?
Jo, astronauta che gravita attorno alla terra con altri astronauti provenienti da altri parti del mondo, ha una splendida famiglia: un marito e una figlia l’aspettano a casa, in Germania, vicino al quartier generale dell’ESA, l’agenzia spaziale europea. A bordo del satellite su cui lavorano ci sono tantissimi aspetti da considerare, soprattutto uno: una ricerca scientifica da parte degli americani della NASA che sembra poter rivoluzionare la vita sulla Terra se portata a termine con successo.
Ed è qui che succede il patatrac: proprio a pochissimi secondi da quella che potrebbe essere una scoperta sensazionale, un impatto fortissimo danneggia in modo grave il centro scientifico nello spazio, costringendo il personale a compiere scelte difficili e soprattutto ad evacuare, lasciando Jo da sola nel tentativo di ripristinare l’unica navetta ancora a disposizione per poter tornare a casa.
Sappiamo fin da subito che ce la farà, visto che la vediamo in macchina con la figlia nel gelo della Svezia settentrionale, ma quello che ci chiediamo immediatamente è: che cosa è successo tra il misterioso schianto e il suo solitario ritorno verso casa? Cosa sono le visioni che Jo ha all’improvviso, le voci che sente, le sensazioni che prova? Ma soprattutto: siamo sicuri che sia la stessa Jo ad essere tornata indietro?
Per la nostra analisi di questi primi tre episodi partiamo dal genere di riferimento: la fantascienza. Proprio AppleTV+ in questi anni ha dato una magnifica prova di forza e qualità con questo genere con le – finora – quattro stagioni di For All Mankind che, nonostante siano passate un po’ in sordina a livello di rumor mediatico, sono un luminosissimo esempio di serie tv di genere portato avanti in maniera eccelsa.
Erano dunque molto alte le aspettative su Constellation, che si presenta fin da subito entrando nel vivo della trama, alla quale aggiunge anche l’elemento mistery/horror alla più classica delle narrazioni fantascientifiche (generi che ovviamente vanno di pari passo da decenni, si pensi ad Alien o al meno conosciuto ma apprezzabile La moglie dell’astronauta). Lo spettatore capisce fin dalle prime battute che la Jo che Constellation mostra in Svezia è profondamente diversa da quella che svolgeva il suo lavoro nello spazio, che il rapporto con la figlia non è per niente simile a quello che vediamo durante l’ultima videochiamata prima del misterioso impatto che dà il via alla storia, che la ricerca americana che sta portando avanti lo scienziato della NASA è fin da subito sospetta, e che è evidente che c’entri qualcosa con lo stato in cui si trova ora la protagonista, e forse anche con quel “qualcosa” che fa un buco enorme nel satellite che li ospita.
Il modo di raccontare la storia è quindi abbastanza tradizionale, almeno per il momento, sia dal punto di vista della parte prettamente fantascientifica (tutte le sequenze nello spazio), sia da quello più mistery e horror: le sequenze sono spesso mostrate con toni cupi e pochissima luce, con l’ambientazione scandinava, sempre più presente ormai nelle serie tv più “dark”, che aiuta poiché la cupezza del Nord Europa in pieno inverno ha oggettivamente pochi rivali – il caso recente più importante è l’ultima stagione di True Detective.
Non ci sono quindi molte sorprese o virtuosismi di sorta, anche perché come si è già detto AppleTV+ ha già dato sfoggio delle proprie abilità a trattare certe ambientazioni: la curiosità la cattura più il non detto, l’apparente assoluta insensatezza di alcune cose che succedono (come quello che trova Jo quando indaga su cosa abbia colpito il satellite) e chiaramente anche la bravura di Noomi Rapace che sostanzialmente interpreta per gran parte del tempo due donne diverse, benché sia la stessa persona (almeno a quanto ne sappiamo noi).
Proprio l’attrice svedese è sicuramente il perno del cast, il volto che dà anche maggior prestigio alla serie, almeno in questa fase iniziale di lancio; ovviamente non possiamo dimenticare Jonathan Banks, l’altro volto altamente riconoscibile dai fan seriali ma che, almeno in queste prime puntate, sembra essere un po’ fuori ruolo. È una sensazione difficile da spiegare quella che abbiamo avuto – e forse è anche influenzata dal fatto che ormai Banks è nell’immaginario collettivo Mike di Breaking Bad e di Better Call Saul – ma ci sembra che il ruolo non gli si addica molto bene. Al momento è solo un’impressione su un volume molto limitato di minutaggio, e speriamo di poterci ricredere con i prossimi episodi.
In definitiva questo esordio di Constellation non fa altro che confermare le aspettative: sembra un buon prodotto di genere, fatto su misura per gli appassionatisci-fi ma che non disdegnano anche una capatina nel mistery e, perché no, anche nell’horror. Si può dire, allora, che ci fidiamo dell’esperienza di AppleTV+ sul tema: siamo di certo di fronte ad un inizio che invoglia a continuare nella visione.
Voto 1×01: 7+
Voto 1×02: 7
Voto 1×03: 7