Skins: il racconto di una generazione che lotta 1


Skins: il racconto di una generazione che lottaFin dal lancio sui teleschermi della prima serie nel 2007, il progetto del telefilm Skins si sviluppa attraverso un filo conduttore che lega le varie stagioni e i differenti personaggi: il disagio di un gruppo di adolescenti che cerca selvaggiamente, ciecamente e follemente la propria strada, attraverso una quotidianità che richiede di crescere in fretta, di imparare a decidere prima di essere travolti dall’inarrestabile moto degli eventi.

E così, mentre i protagonisti cercano una risposta alle proprie domande nel consumo di stupefacenti e alcool, le loro storie si intrecciano formando una trama a volte quasi claustrofobica, che alterna piccoli grandi drammi quotidiani a momenti di sublime redenzione.

Senza fronzoli, giudizi o moralismi, le loro vite scorrono sullo schermo all’insegna della ricerca della libertà, passando attraverso ostacoli, incomprensioni, errori, delusioni, sbagli e tradimenti. Lo spettatore si ritrova catapultato nelle loro storie, vive il malessere sociale, segue l’alternarsi di stasi ed azione proiettandosi nelle vite dei protagonisti, percependo vuoti di memoria, paranoie, entusiasmi e tutti i contrastanti sentimenti che animano una gioventù in perenne mutamento, e talvolta inevitabilmente incuriosita dal provare nuove sensazioni, come quelle derivanti ad esempio dal consumo delle diverse varietà di marijuana; curiosità, quest’ultima, che accomuna quasi tutte le generazioni di giovani, e che rende la serie molto attuale, anche alla luce del dibattito politico e legislativo che sta avendo luogo in questi ultimi mesi in Italia e in diversi Paesi stranieri riguardo alla possibile legalizzazione delle droghe leggere.

I protagonisti di Skins cambiano spesso; la serie, arrivata alla sesta stagione, rinnova infatti quasi completamente il cast ogni due anni, in quanto sono narrati appunto gli ultimi due anni del percorso della scuola superiore. Inoltre, Skins ha il pregio di utilizzare molti attori esordienti, che la rendono così ancor più realista. Tra gli attori più conosciuti il cast annovera: Nicholas Hoult, il protagonista della prima generazione, divenuto famoso per aver poi girato X-Men – L’inizio; Dakota Blue Richards, la Franky Fitzgerald della quinta e sesta generazione, già famosa per aver interpretato Lyra Belacqua nel film La bussola d’oro del 2007.

Cambiano quindi i protagonisti, ma le loro avventure continuano ad incrociarsi; storie d’amore e di odio, di divertimento spinto agli eccessi e di depressione profonda, di lotta contro l’autorità e i preconcetti, di disagi psicologici e disordini della personalità; la voglia di provare sensazioni forti va ricercata nella volontà di strapparsi al mondo con i suoi problemi, per provare a volare alto, sfuggendo ai disagi e alle briglie imposte dalla società. Una società, la nostra – in questo caso ci riferiamo a quella vera – che sta valutando l’opportunità di permettere la coltivazione delle diverse qualità di semi di canapa, regolamentando però il commercio della cannabis e delle droghe leggere in maniera ben definita, consentendo da una parte una maggiore libertà, e dall’altra cercando di evitare gli effetti deleteri di tali provvedimenti (eventuali, per ora, per alcuni Paesi, già effettivi per altri, come ad esempio gli Usa o l’Uruguay).

I ragazzi di Skins, ad ogni modo, si librano in aria per non soffrire, per riscoprirsi più forti dopo ogni colpo subito, per rialzarsi, seppur a fatica, continuando a camminare a testa alta.

In Gran Bretagna la sesta stagione è già stata trasmessa, e a dir la verità il pubblico, all’inizio, è rimasto un po’ perplesso: infatti, la prima puntata ha più che altro mostrato feste, spiagge e ragazze in bikini, praticamente un’ambiente più da The O.C. (la famosa serie statunitense). Ad ogni modo, subito dopo ci si è catapultati di nuovo nella grigia e opaca Bristol, per vedere cosa accadrà tra Franky e Matty e agli altri personaggi di questa serie molto discussa.

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Un commento su “Skins: il racconto di una generazione che lotta

  • MarkMay

    Credo che Skins sia una delle migliori serie televisive che siano mai state concepite sui ragazzi… Io ho trovato fantastiche tutte e 3 le generazioni,e nonostante la necessità di trovare personalità nuove ed il rischio di ripetersi con altre devo dire che la favolosa scrittura ha permesso, almeno da parte mia, di adorare ogni singolo frame di questo episodio. Inutile negarlo,l’argomento sulla quale si basa questo telefilm è la ricerca della felicità,la descrizione di quello stato d’animo di perenne insoddisfazione (nonostante non si senta il bisogno concreto di qualcosa o di qualcuno) che si ha solo a quell’età. La rappresentazione della droga come sfogo e strumento per superare le limitazioni che la società ti propone,allontanandosi dallo stupido stereotipo negativo secondo la quale la gente si droga perchè fa figo o come strumento di aggregazione (come viene spacciato in qualsiasi “telefilm” italiano che si occupa del tema); Skins è bello perché è reale, perchè racconta senza ipocrisie e senza mettersi dalla parte del giudice (quello sguardo paternalista e di censura che guida i palinsesti italiani) raccontando semplicemente la realtà dei fatti, con un approfondimento psicologico dei protagonisti (tutti minorenni) assolutamente sconosciuto per qualsiasi altro prodotto televisivo. Insomma, un capolavoro (che io ho particolarmente a cuore perché è stato,dopo Lost, il primo telefilm che mi ha fatto nascere l’amore per questo genere televisivo chiamato serialità xD).