Fringe – 4×05 Novation


Fringe - 4x05 NovationDopo ben tre settimane torna Fringe e soprattutto torna Peter, la variabile impazzita di questo nuovo sistema giallo che non avrebbe dovuto prevedere la sua presenza. Ricompare anche la questione shapeshifter che, come si scopre, risulta un po’ più complicata del previsto.

Se non fosse per la connessione tra Peter e gli shapeshifter, potremmo quasi dire che la puntata sia divisa in due tronconi distinti: da una parte il caso della settimana, dall’altra le reazioni emotive date dal ritorno di Peter e le nuove scoperte su questo sistema giallo. Ma andiamo con ordine.

They could replace anyone of us”

Fringe - 4x05 NovationDiciamolo subito e togliamoci il dente: degli shapeshifter non se ne poteva più già parecchio tempo fa e l’idea che ritornino ciclicamente come le luminarie a natale non aiuta. Però, c’è un però: al di là di collegamenti improvvisi che mettono in connessione questi alla Massive Dynamics tramite il Dr. Truss e la replicazione cellulare – e del resto, cosa non hanno inventato alla MD? – questo permette a Peter di dimostrare le sue capacità e la propria buona fede; aiutando il dipartimento grazie alle sue conoscenze, acquisisce molto più senso la funzione degli shapeshifter uccisi, studiati e decrittati proprio da lui a partire dalla 3×11 Reciprocity della stagione scorsa. Inoltre – e non è cosa da poco – questa variante degli shapeshifter presenta più di una caratteristica interessante: benché dotati di GPS, non sono macchine ma esseri umani; possono immagazzinare più di un profilo genetico e saltare comodamente da uno all’altro; sono indistinguibili dagli esseri umani eccezion fatta per il disco di memoria – dunque la loro capacità di infiltrazione è altissima.

Fringe - 4x05 NovationEcco, diciamo che, se dovevano proprio rimanere sul tema shapeshifter, questa versione 2.0 risulta sicuramente motivata e dotata di un suo fascino; non altrettanto si può dire del metodo di comunicazione, una macchina per scrivere (privata dello specchio e dunque di tutto il suo carattere simbolico) attraverso la quale qualcuno, non meglio precisato, avvisa Nadine e noi tutti che stanno per essere inviati gli altri. Una piccola parentesi sulla questione macchina per scrivere: si fa un gran parlare in questi giorni della levetta che sarebbe passata dal giallo al rosso nel passaggio tra la comunicazione di Nadine e la risposta, facendo quindi ipotesi sul fantomatico universo bianco. Tutto molto bello, se non fosse che è la macchina Hermes ad avere di suo la levetta con i quattro pallini accanto e dubito che la storia di Fringe sia stata basata su un oggetto di scena (è un po’ troppo come coincidenza, vero?). Ciò non toglie che sicuramente da qualche parte questi “others” dovranno pure arrivare, quindi non ci resta che attendere.

I saw my boy in that man’s eyes.”

Fringe - 4x05 NovationAnche se la parte dedicata al ritorno di Peter e alle reazioni degli altri non sembra aver avuto lo stesso tempo concesso al caso della settimana, la mole di informazioni ricevute e di eventi vissuti controbilancia questa apparente mancanza. La persona che più di tutti ne patisce le conseguenze è ovviamente Walter, che nell’arco di una puntata passa da uno stato emotivo all’altro, fino ad assestarsi – almeno per ora – nella sua convinzione: vedere la versione adulta del proprio figlio morto è una gioia indescrivibile, ma che lui non merita, non dopo tutto quello che ha fatto.
Lungi dall’essere il ragionamento di un pazzo, questa è la materializzazione più forte del senso di colpa per aver condannato due universi alla distruzione e proviamo ad immaginarne il perché: se nel nostro sistema originario Walter aveva sì causato uno squilibrio tra gli universi, ma ne vedeva la contropartita (la vita di Peter, ovviamente), in questo sistema giallo non gli è rimasto neppure quello; tutto ciò che ha fatto è stato vedere il suo Peter morire, cercare di salvare alt-Peter a costo di condannare due universi per poi perdere da entrambe le parti. Non stupisce che, a seguito di tutto questo, la reazione dell’amico Bell davanti agli esperimenti del Dr. Truss sia stata: “Some things are not ours to tamper with. Some things… Are God’s.

I ragionamenti di Walter e Peter aggiungono dei tasselli alle loro ricostruzioni dei fatti, anche se in larga parte sono state da noi spettatori già previste.
Walter parla di un terzo universo da cui proviene questo uomo che ovviamente è diverso dai due Peter da lui conosciuti ed entrambi morti; la realtà è leggermente diversa, perché questa non è una terza realtà parallela, dato che al suo interno prevede sia l’universo rosso che quello blu, “rivisitati” senza la presenza di Peter: questo è un sistema senza il “paradosso”, come si autodefinisce lo stesso Little Bishop. Rimane dunque la domanda, che lui stesso pone a suo padre: “If I’m not supposed to be here, then how am I back?” Come ipotizzato nella 4×01, continuo a pensare che l’anomalia sia proprio la parte emotiva, quella che gli Osservatori non sono stati in grado di calcolare: l’entanglement quantistico che, non dimentichiamo, è sempre presente nella sigla gialla.

Apprendiamo, poi, altre informazioni. Qui nessuno ha idea di cosa siano gli Osservatori ed è abbastanza prevedibile: non avendo salvato Peter, non sono entrati nella vita di Walter e di conseguenza neanche in quelle degli altri. Inoltre, Olivia e la sorella, dopo la morte della madre, sono state cresciute da Nina Sharp – ma solo a me la cosa ha messo i brividi? – che ha insistito per averle con sé: forse perché, sapendo degli esperimenti di Walter, ha voluto tenersi vicino la Cortexiphan kid? Non lo dico necessariamente con cattiveria, ma magari ha agito in questo modo per poterla controllare meglio.

Fringe - 4x05 NovationPassiamo infine ad Olivia e alle sue reazioni. C’è qualcosa che le sta facendo venire dei dubbi sull’identità di Peter e sul motivo per cui è apparso nei suoi sogni, oltre che in quelli di Walter. Tuttavia, come sappiamo, questa Olivia è molto più fredda e molto meno in connessione con la propria emotività rispetto a quella che conosciamo: credo ci metterà ancora un po’ per affrontare Peter e accettare le conseguenze di quello che lui potrebbe dirle. Sul finale dell’episodio, Olivia sperimenta un deja vu e non è la prima volta, per lei ma soprattutto per noi. Se è facile ricordare la sveglia all’inizio della 4×04 Subject 9, bisogna tornare un po’ più indietro per trovare delle situazioni simili e due sono le interpretazioni che dovremmo tenere d’occhio: una è quella di Peter nella 2×18 White Tulip, per la quale il deja vu è il modo che ha il destino per dirci che siamo esattamente dove dovremmo essere; l’altra è quella di Walter – 1×19 The Road Not Taken, ma anche 1×20 There’s more than one of everything – che vede i deja vu come delle fugaci occhiate dall’altra parte, piccoli momenti in cui vediamo con gli occhi delle nostre versioni parallele.

Ecco che, quindi, possiamo tirare le somme e forse azzardare un’ipotesi: la parete che divide il sistema giallo da quello precedente si sta assottigliando sempre di più, non solo perché Peter è riuscito a passare da uno all’altro, ma perché la stessa Olivia – complice il Cortexiphan – sta iniziando a “sentire” se stessa, dall’altra parte del velo.

E’ stata una puntata sicuramente migliore delle precedenti, che ha portato in avanti, e non di poco, la questione principale – rimasta nei primi episodi un po’ sullo sfondo. La speranza è che si continui su questa linea e che da qui in poi anche i casi della settimana abbiano sempre come obiettivo quello di dirci qualcosa di più su questo sistema e su come si giustificherà la presenza di Peter.

Voto: 7 1/2

Note:

– I glifi formano la parola STILL.
– L’osservatore è qui.
– Dopo l’episodio 4×07 la serie andrà in pausa fino a gennaio. Per altre informazioni, cliccate qui

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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