Dopo un avvio di stagione confuso e opaco, Vikings giunge al suo midseason finale, congiungendo la maggior parte delle linee narrative in uno scontro bellico che vede coinvolti quasi tutti i protagonisti della serie.
Spesso, quando ci si trova di fronte a reboot, remake, o sequel realizzati anni dopo gli originali, può essere fuorviante fare paragoni con il passato, anche solo perché si rischia di non cogliere la necessaria operazione di rilettura di un prodotto in chiave contemporanea.
Arrivato a metà della sua prima stagione, The Deuce conferma ciò che qualunque seguace di David Simon aspettava di trovarsi davanti, non tradendo le aspettative e dando vita a personaggi già indelebili dopo pochi episodi.
Giunto quasi a metà del suo percorso, Twin Peaks torna, forse per la prima volta, su degli orizzonti narrativi più classici e più familiari alla serie originaria, iniziando a congiungere i diversi punti disseminati nei precedenti episodi.
A due episodi dal finale, American Gods inizia finalmente a delineare un quadro coerente della propria mitologia, forse ormai però troppo tardi per potersi far apprezzare nelle sue potenzialità e dare all’intera stagione un senso che non sia puramente introduttivo.
Entrati ormai nel vivo della seconda parte di questa annata, The Americans fatica ancora ad ingranare, affievolendo ormai sempre di più la speranza che questa stagione sia qualcosa di più di una lunga ed estenuante preparazione a quella che concluderà la serie l’anno prossimo.
Nonostante i pochi episodi rimasti, The Leftovers sceglie di continuare a concentrarsi singolarmente sui suoi protagonisti, e lo fa questa volta con un personaggio secondario solo in quanto a minuti in scena, ma che qui svela tutto il suo spessore e importanza ai fini della conclusione della storia.
The Americans si avvicina al giro di boa di questa penultima stagione con una puntata riflessiva, che porta i personaggi a guardare al passato e li avvicina al punto di rottura definitivo che segnerà l’epilogo della serie.
Dopo una premiere ricca di eventi, The Americans inizia ad entrare nel vivo della narrazione, prendendosi il tempo per approfondire ogni linea narrativa introdotta in precedenza.
Quando una miniserie HBO arriva sullo schermo, è difficile non assistere ad un prodotto di alta qualità. Se poi i nomi coinvolti non sono certo gli ultimi arrivati, il successo è apparentemente garantito.
Venti episodi per riscrivere interamente una serie. Con un maestoso finale, Vikings completa il suo percorso di rinnovamento, dopo aver compiuto forse la scelta più radicale che una serie tv possa fare.
Il ritorno di Ragnar Lothbrok, come prevedibile, porta scompiglio nelle vite di coloro che, dopo i sanguinosi eventi della guerra, hanno provato a guardare al futuro. Come fosse un fantasma, il re vichingo riappare per ricordarci che il passato torna sempre a bussare alla porta e, con esso, la voglia […]
Ormai diretto verso il climax finale, Westworld inizia ad aggrovigliarsi nella tipica vertigine narrativa che caratterizza la poetica nolaniana, in quello che è il terzultimo sguardo sull’abisso prima del salto che probabilmente ci svelerà molto della realtà nascosta in questo gioco di scatole cinesi.
Dopo il finale sorprendente della passata stagione, torna The Fall con l’ammaliante bellezza della sua estetica e il suo lento scivolare negli abissi dell’animo umano, ma anche con più di qualche punto interrogativo circa il proprio futuro.
Lo scontro della settimana non riguarda solo due show tratti da due romanzi, ma anche due piattaforme online che hanno sfidato Netflix sul mercato delle serie tv. È tempo di Hulu contro Amazon, Stephen King contro Philip K. Dick.
Come lo scorso anno, Mr. Robot arriva al punto di rottura, il momento che svela le carta in tavola e apre il racconto a quella realtà che fino a questo momento ci era stata mascherata dietro un gioco illusorio.
The Night Of non è solo un’indagine investigativa intorno ad un omicidio, ma è sopratutto un’indagine umana sul concetto di verità, manipolazione e compromesso, e lo dimostra in un quarto episodio che rappresenta il punto decisivo di svolta per la seconda parte di questa miniserie. .
“Can you hear me? If you can hear this, you’re alone. The only thing left of me is the sound of my voice. I don’t know if any of us made it. So let me tell you who we were… and how we fought back.“
Trittico di episodi per Person of Interest, che, proseguendo con la sua assurda programmazione, in una sola settimana attraversa la fase centrale di questa ultima stagione e mette insieme i pezzi che ci proiettano verso il gran finale.
Ambizioso come mai lo era stato prima, Penny Dreadful più va avanti più dimostra di aver ragione a puntare in alto. Questi ultimi due episodi ci confermano ancor di più come la serie abbia ormai raggiunto la sua maturità.
Inizia la corsa finale anche per Person of Interest, giunto all’ultimo atto dopo il cupo epilogo della quarta stagione. A questi ultimi 13 episodi il compito di raccontarci che fine hanno fatto i nostri protagonisti and “how they fought back.”
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